IL SOLE DEL DIVIN VOLERE
De Parvulis.
Questo libro è disponibile presso la
ditta:
Edizioni Gamba
24049, Verdello (Bergamo) – Via Camozzi,
10-12
Telefono 035.4829515 – Fax 035.4829595
E-mail: info@gambedit.com
- www.gambedit.com
INDICE
PRESENTAZIONE - I - Introduzione. 1 - Il tempo del Divin Volere. 2 - L’ordine primordiale. 3 - L'equivalente
terrestre del paradiso. 4 - Il contrario del Peccato originale. 5 - Tre nascite: fisica, spirituale, divina. 6 - La strada
che conduce alla divinizzazione. 7 - Dio vuole raccogliere il suo frumento. - II - 1 - L’ “Uomo Nuovo” sceglie il Divin Volere. |
- III - 1 - Luisa Piccarreta.
L’essenziale della sua vita. 2 - Luisa Piccarreta.
“Primogenita dei Figli di Luce della Seconda Generazione”. 3 - Gesù
ci istruisce sul Volere divino. 4 - Gesù
rivela a Luisa l’età dell’uomo. 5 - Importanza
degli scritti di Luisa per l’avvenire
dell’Umanità. Annesso n. 1 - Domande e risposte. Annesso n. 2 - Tre immagini sulla
Divina Volontà. Annesso n. 3 - La centrale elettrica. Annesso n. 4 - Citazione
di JNSR. Bibliografia. |
Presentazione dEL LIBRO DA
PARTE Di don pablo-martín
SANGUIAO
L’autore di queste
pagine riassume il Messaggio che tramite Luisa Piccarreta Dio ci dà sul Volere divino. Per convincere gli amanti della verità che si tratta di un
Messaggio importante e attuale, l’autore lo inserisce fin
dall’inizio nel suo contesto globale: il Piano divino di
Salvezza. Secondo questo Piano, Dio ha
prima di tutto creato l’umanità, poi l’ha redenta, e adesso
intende santificarla. Per realizzare questa terza ed ultima parte, chiamata
Santificazione, Dio ha previsto il Regno messianico, quel Regno che noi cristiani
invochiamo da due mila anni con le parole del Padre Nostro: “Venga il tuo Regno,
sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra”.
Spiegazione: Prima del peccato originale,
tra Dio e i suoi figli c’era un idillio d’amore, ma col peccato
l’idillio è cessato, ed è iniziata la tragedia.
L’autore afferma che nel Piano di Dio il paradiso terrestre è
stato solo rimandato, e che esso sta per tornare, accompagnato dalla
felicità della vita divina. Ora l’Umanità è
come il “figliuol prodigo” che non riesce più a vivere
lontano dal Padre, e sta per tornare alla casa paterna: il Volere divino. Un banchetto lo
aspetta nella casa paterna, quello delle “Nozze dell’Agnello”. [Ap 19, 7]
I testi di Luisa che qui sono
citati, malgrado non siano ufficiali (siamo in attesa di una “editio
typica” che sarà approvata dall’autorità della
Chiesa) mi sembrano sufficientemente fedeli.
Civitavecchia, 6 dicembre 2004
Don
Pablo-Martín Sanguiao
Introduzione.
Questo libro fa la sintesi di quello che Dio ci rivela a proposito di
un’operazione prodigiosa – specie di “innesto mistico”
– che permetterebbe agli esseri umani che noi siamo di mettere la Volontà divina, perfetta, al
posto della nostra volontà umana, imperfetta o malata. Quello che Dio ci rivela su questa operazione, ce lo rivela tramite Luisa
Piccarreta, la mistica pugliese che negli 82 anni che durò la sua vita
terrena fu sempre in contatto col soprannaturale.
Secondo Luisa
Piccarreta, la vita nel Divin Volere [1] permetterà all’uomo di ritrovare su questa terra la
felicità del primo Paradiso terrestre. In altre parole, gli esseri umani
che accetteranno di rimettere il Volere divino al suo vero posto –
quel posto prioritario che esso occupava nell’anima umana prima del Peccato
originale – risorgeranno a vita gloriosa. Ciò significa che
è giunto il momento,
per chi si sente chiamato, di rifare alla rovescia il cammino che ha condotto
Adamo ed Eva a commettere il Peccato originale.
Luisa Piccarreta
non ha avuto una vita facile, perchè le persone della sua cerchia non
erano in grado di capire la natura dei fenomeni mistici che essa viveva. Fra le
eccezioni si trova tuttavia un santo sacerdote, il Padre Annibale Di Francia,
che fu suo direttore spirituale dal 1910 al 1927.
Annibale Di
Francia è oggi un santo canonizzato. Da vivo fu spesso ricevuto in
udienza da Pio X. Alcuni testimoni riferiscono [2] che un giorno egli ritornò da Luisa più contento che mai. Le
raccontò che durante l’udienza che aveva avuto con Pio X, il Papa
gli aveva chiesto di leggergli una parte degli scritti che don Annibale
intendeva pubblicare. Erano le pagine del futuro libro: “L’Orologio della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”,
che Gesù aveva inspirato a Luisa qualche anno prima. Il Padre stava
leggendo al Pontefice la pagina della Crocifissione quando questi lo interruppe
dicendo: “Non così, Padre, ma in ginocchio bisogna leggere. È
Gesù che parla”.
Luisa non
è stata capita da tutti in questa maniera. Alcuni sacerdoti
l’hanno trascurata, altri l’anno osteggiata, altri ancora
l’hanno perseguitata. È stata come Cristo – e come Lui
continua ad essere – una pietra d’inciampo per molti.
- I -
Il VolErE divinO e noI
1. - Il tempo del Divin Volere.
Nel giro del ventesimo secolo il Cielo ha scelto Luisa Piccarreta, [3] una donna della regione delle Puglie, per proporre all’umanità
un nuovo ideale di vita destinato alle persone disposte a rimpiazzare la
loro volontà umana con la Volontà divina. La proposta
assomiglia ad un nuovo “contratto” spirituale [4] che il Cielo offre all’umanità per permetterle di realizzare
la felicità per la quale è stata creata, ma che il Peccato
originale le ha fatto perdere.
Di tutti i messaggi che il Cielo ha inviato alla terra nei secoli
posteriori alla Redenzione, questo si presenta come il più importante.
Basti sapere che l’ideale che Luisa propone all’umanità
trasformerebbe il mondo in un paradiso terrestre. Il nostro mondo diventerebbe
l’equivalente del Regno di Dio in terra, quel Regno che da due mila anni
i cristiani invocano con le parole del “Padre Nostro”: “Venga
il tuo regno e sia fatta la tua volontà, come in cielo così in
terra”.
Di fronte a una notizia così grande e inattesa molte persone si
domandano se questo Regno è o non è quello che Gesù ci ha
promesso per questa terra. Nel riflettere a ciò mi sono chiesto:
Perchè Gesù ha accettato di morire crocifisso? Lui stesso ha detto, a quel che sembra,
che lo scopo finale del suo sacrificio era di vedere un giorno realizzato il
suo Regno. Ora questo Regno, che gli esegeti della Bibbia hanno più
tardi battezzato “Regno messianico”,
è forse già esistito su questa terra? Molti mi rispondono, e con
ragione: “Se fosse già esistito, la cosa si saprebbe”.
Assumendo dunque come cosa certa che
questo Regno deve ancora venire, è evidente che un bel giorno esso
finirà per arrivare. E se quel giorno fosse domani? Nulla lo esclude.
Molte profezie recenti lo affermano chiaramente, aggiungendo che questo Regno
è il Regno messianico, quel
Regno che Dio ha promesso all’umanità come anticipo del Regno
celeste. [5]
Non è solo
nel Vangelo che il Regno messianico
è presentato come lo scopo ultimo del sacrificio di Cristo. Maria
Valtorta, [6] alla quale Gesù ha
rivelato molti segreti, anch’essa ne parla. Per esempio, nel 1943
Gesù le detta il testo seguente:
Gesù a Maria Valtorta: “Come
uno a cui prema di fare intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che
più importa, e che qui è il mio Regno. [Regno temporale, ma di riflesso
anche quello eterno]. Perchè
nel mio Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e
morto. Perchè nel Regno
è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza. Perchè nel Regno è la
prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di
Giudice. Perciò quando ho
parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo
quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio Trionfo, il mio Regno, la
sconfitta di Satana in se stesso [7], nella sua creatura [8], nei suoi precursori. [9] »
Questi dati
suggeriscono che è possibile, anzi probabile, che il Regno messianico
[10] e il Regno del Divin Volere siano la stessa cosa.
Gesù lo conferma ulteriormente il 15 settembre 1922 parlando a Luisa in
questi termini:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Anelo
ardentemente a che siano conosciuti gli effetti del mio Divin Volere. Da esso mi verrà
la completa gloria della Creazione ed il compimento finale e definitivo della
Redenzione. Oh, quanti effetti sono ancora sospesi, tanto della Creazione
quanto della Redenzione, perchè il mio Volere non è conosciuto, e
non tiene il suo vero Regno nella creatura, e non regnando, la volontà
umana resta sempre schiava di se stessa!” [11]
Se queste parole sono autentiche –
e a mio avviso lo sono – esse ci permettono di affermare che l’Era
nuova che si annuncia
garantirà il compimento definitivo della Redenzione, e che questo
compimento si realizzerà col trionfo del Volere divino. Questa notizia è grandiosa, anche
perchè che questo Regno messianico
presenta dei punti in comune con l’Era nuova annunciata da tutti i
profeti cristiani contemporanei, e che a loro volta i due assomigliano al“Millennio
felice” che S. Giovanni evangelista descrive all’inizio del
ventesimo capitolo dell’Apocalisse. Ecco il testo di S. Giovanni:
“Il Millennio felice”. “Vidi poi un angelo che
scendeva dal cielo con la chiave dell’abisso e una gran catena in mano.
Afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo,
Satana – e lo incatenò per mille anni; lo gettò
nell’abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta, Perchè
non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni.
Dopo questi dovrà essere sciolto per un po’ di tempo.
Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi
si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati
a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non
avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio
sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille
anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento
dei mille anni.
Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendono
parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma
saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni". [12]
Di fronte a tutti questi annunci profetici, una domanda appare con sempre
maggior frequenza: Quand’è che questo Regno comincerà, o
potrebbe cominciare ?
Le profezie, quelle vere, non offrono date precise, ma
un’interpretazione accorta del loro senso nascosto può condurre a
delle rivelazioni interessanti. Nel caso attuale, per esempio, un attento esame
del loro contenuto permette di concludere che l’inizio del Regno messianico coincide con
l’inizio del settimo millennio della storia umana, il quale a sua
volta corrisponde al terzo millennio della storia cristiana. Tutto
questo fa parte del piano globale concepito da Dio. [13]
Continuando il ragionamento, visto che il terzo millennio cristiano
è quello che l’umanità ha appena iniziato, vuol forse dire
che il Regno messianico sta per
cominciare?
Sì, certamente. E le profezie aggiungono che prima di entrare in
questo millennio felice
l’umanità dovrà subire una grande purificazione, senza la
quale non le sarebbe possibile arrivare alla felicità, che di tale millennio è proprio
la caratteristica principale.
Luisa Piccarreta dice che il tempo presente è propizio alle grandi
conversioni, e ci informa che le persone che desiderano vivere nel Volere divino possono già da
subito incamminarsi su questa via. Le porte del Regno del Divin Volere sono aperte a partire da questo tempo attuale.
Grazie al ritorno sulla terra del Volere
divino, i dolori e le sofferenze che il Peccato originale ci ha lasciato in
eredità non esisteranno più. Spariti completamente! L’umanità potrà
vivere la felicità per la quale Dio l’ha creata. Questa
felicità si stabilirà ovunque come conseguenza diretta di una
comunione spirituale generale, resa possibile dalla presenza santificatrice del
Volere divino nelle persone
sopravissute alla Purificazione.
Quante sono le
persone invitate a questo appuntamento? L’invito è per tutti, ma
già si sa che alcuni l’accetteranno e altri no. A coloro che
tuttavia lo accetteranno Dio darà la possibilità di recuperare i
privilegi persi col Peccato originale,
e questo permetterà loro di realizzare il sogno dei sogni, quello di
diventare Figli di Dio in pienezza.
2. - L’Ordine primordiale.
Dalla Bibbia sappiamo che Adamo ed Eva al momento della loro creazione
erano perfetti. Oltre alla loro vita
fisica, intellettuale, e spirituale, Adamo ed Eva avevano ricevuto da Dio un
dono eccezionale, la Vita divina, frutto della presenza in essi del Volere
divino. Sì, prima
del Peccato originale, il Volere divino era innestato nella natura umana,
integrato in essa, e questo aveva come effetto di divinizzare l’essere
umano appena creato, e di avvicinarlo al suo Creatore in maniera molto intima,
la maniera filiale. Ciò significa, in un certo senso, che il Volere
divino era per noi umani più prezioso del sangue che scorre nelle nostre
vene. Infatti, se il sangue fisico
è in grado di garantire in noi la vita
fisica, il Volere divino
garantiva in noi la Vita divina, [14] sorgente delle gioie più ineffabili. [15]
Il Volere divino che abitava l’uomo prima del Peccato originale era
per lui fonte di felicità perfetta, ma il peccato che ha cacciato via il
Volere divino, ha cacciato via anche
la Vita divina, giacchè i due
vanno insieme. Privato della Vita divina l’uomo ha scoperto il dolore, la
sofferenza, la morte, e tutti i figli di Adamo hanno ereditato questa
condizione di decadimento. Da quel tempo gli esseri umani camminano in
ginocchio in una terra cosparsa di spine. [16] Bisogna capire che le nostre
volontà umane, molteplici ed imperfette, hanno lo sventurato potere di
dividere il Corpo sociale che
formiamo tutti insieme, mentre il Volere divino, unico e perfetto,
avrebbe avuto il potere di unificarlo nella pace.
Allora Dio, che vuole aiutarci a ritrovare la
felicità che il Peccato originale ci ha fatto perdere, ci accorda oggi
la possibilità di ritornare all’Ordine primordiale, quello
che era in noi all’inizio della creazione. È come se a partire da
oggi Dio ci accordasse la possibilità di rifare in senso inverso il
cammino del Peccato originale. [17]
Detto questo, le persone che si sentono attirate da questo progetto non
devono far altro che rispondere “sì” all’invito che
Dio ci manda oggi tramite Luisa Piccarreta. Per ottenere questa grazia basta
che esse chiedano allo Spirito Santo di fare il necessario, in modo che il Volere divino riprenda in esse quel
posto d’onore che già possedeva all’inizio della creazione.
Per vivere nella felicità del Regno messianico l’uomo
futuro rinuncerà al suo volere umano per far posto al Volere divino. [18] Ciò avrà per effetto di ristabilire
in lui l’Ordine primordiale.
Una volta compiuto quest’atto di offerta, lo
Spirito di Dio prenderà possesso di coloro che l’avranno compiuto
per amore. [19] Il loro volere umano sarà sostituito dal Volere
divino, che in tal modo ritornerà dove all’inizio Dio
l’aveva posto. Questo restauro provocherà la divinizzazione del
loro essere, ed il loro corpo sarà glorioso, simile a quello di Cristo
risuscitato.
Questo momento è vicino, ma sarà
decretato dall’eterno Padre dopo l’inevitabile purificazione che
ormai sembra del tutto imminente.
Luisa Piccarreta, conosciuta anche come: “La
piccola Figlia della divina Volontà”, ci informa che il fatto
di vivere nel Volere divino ha per effetto di santificarci. Infatti,
coloro che per amore accettano di conformarsi a questo ideale di vita, vivono
la loro santità in modo spontaneo, naturale.
Conclusione: le persone che dopo la Purificazione saranno ammesse al Regno
messianico (la Sala delle Nozze della parabola delle dieci vergini [20]) lo saranno grazie all’amore che avranno espresso a Dio attraverso
questo atto di offerta liberamente compiuto. [21] È ovvio che la forza che si trova
all’origine di questo atto deve essere l’amore. Gli altri
sentimenti, come la paura, il timore, la sensazione di obbligo, o quello di
dovere, non convengono perfettamente a questo atto di offerta.
3. - L’équivalente terrestre del Paradiso.
Vi è forse una parte di ignoto in
questo ideale di vita che Dio propone all’Umanità?
Sì. Questo ideale può
essere considerato nuovo secondo
vari punti di vista. Lo prova il fatto che coloro che cominciano ad
interessarsene si fanno molte domande, alcune delle quali possono apparire
persino bizzarre, come ad esempio: L’essere umano ha forse diritto di
rinunciare alla sua volontà? È razionale un simile atto? In che
modo la Terra potrebbe accogliere una Comunione di esseri che, da quel che si
sa, non s’è mai vista applicata altrove che in Cielo? Eccetera...
Dopo avere riflettuto e pregato sui testi di Luisa,
un’idea ha attraversato il mio spirito. Sappiamo che il Volere divino è
l’elemento che unifica le tre Persone divine al punto di farne un unico
Dio. [22] In Cielo questo unico volere si applica in maniera
assoluta alle Persone della Trinità santissima, ma anche, nei limiti
consentiti da questa stessa Trinità, agli esseri che vivono in comunione
con Essa, e in comunione tra di loro. Se questo stesso Volere si installasse in
Terra come già lo è in Cielo, sarebbe forse in grado di unificare
gli esseri della terra come già unifica gli esseri del Cielo?
La risposta non può essere che affermativa.
Le anime che vivono in Cielo adottano il Volere divino come se fosse il
loro proprio. Se gli esseri che attualmente vivono sulla terra facessero la
stessa cosa (adottare anch’essi il Volere divino come se fosse il
loro proprio), è lecito pensare che le condizioni di vita presenti in
Paradiso finirebbero per essere presenti anche sulla Terra. La comunione degli
esseri che attualmente forma l’anima del Paradiso formerebbe pure
l’anima della Terra. Felicità celeste e felicità terrestre
si rifletterebbero l’una nell’altra.
Il risultato è che la terra ridiventerebbe ciò che era
all’origine, un giardino, un Paradiso. Gli esseri infelici verrebbero
trasformati in esseri felici. Il Regno di Dio, quello che invochiamo con la
recita del “Padre Nostro” diventerebbe una realtà. Dopo
averlo atteso ed invocato con tanta speranza e trepidazione per due mila anni,
noi ne saremmo i primi cittadini. [23]
4. – Il contrario del Peccato originale.
Le persone che si sentono attirate
dall’ideale proposto da Luisa Piccarreta si fanno generalmente la
seguente domanda: “Se è vero che per noi è arrivato il
tempo di mettere il Volere divino al posto del nostro volere umano,
esiste un percorso suscettibile di aiutarci a raggiungere presto e bene questo
obiettivo? Se sì, qual’è questo percorso?”
Il percorso esiste. Si tratta di adottare un comportamento che sia
all’opposto di quello che ha spinto Adamo ed Eva a commettere il
Peccato originale. Se l’uomo d’oggi vuole onorare il Volere
divino che Adamo ed Eva hanno rigettato e offeso, esso deve accettare che
questo Volere riprenda in lui il posto che Dio gli aveva dato
all’origine. In altre parole: visto che i nostri Progenitori hanno
preferito il loro volere umano al Volere divino, Dio ci invita oggi a preferire
il Volere divino al nostro volere umano. Tutto ciò comincia con un atto
di sottomissione amorosa a Dio: l’opposto della ribellione iniziale.
Diciamolo con poche parole: per onorare il Volere divino
in modo conveniente occorre umiltà, sottomissione; per arrivare
all’umiltà e alla sottomissione occorre l’amore; e che
questo amore sia orientato verso Dio, e che Dio lo accetti, e che a seguito di
questa accettazione Dio venga a rifare in noi l’Ordine primordiale.
Una persona ha tutti i diritti di rinunciare al suo a
volere umano a vantaggio del Volere divino. Se a seguito di questo desiderio
concepito interiormente, la stessa persona si inginocchia davanti a Dio e gli
chiede la grazia di potere vivere nel Volere divino, questo atto di fiducia
amorevole finisce per provocare la divinizzazione della persona che lo compie.
Dio infatti non rifiuta mai questa grazia a chi gliela chiede con fiducia e
sottomissione amorosa. I sentimenti di umiltà, di sottomissione e
d’amore che normalmente accompagnano questa preghiera hanno per effetto
di spingere Dio a ripristinare l’Ordine
primordiale nella persona
interessata.
L’Ordine primordiale, che Dio aveva concepito per il nostro bene,
rimette il Volere divino al primo posto,
l’unico che gli conviene. Questo produce la divinizzazione della
persona interessata. [24] Ma per ottenere bisogna sapere umiliarsi, al punto di
voler chiedere.
La natura di questo atto di sottomissione amorosa
è talmente gradevole a Dio, che in cambio Dio si impegna a cancellare le
tracce del Peccato originale in coloro che lo compiono. L’anima e il
corpo di coloro che aderiscono a questo ideale saranno interamente rinnovati.
La loro persona assomiglierà a quella di Cristo risuscitato. Il loro
corpo sarà l’equivalente di un corpo glorioso, e l’insieme
di tutti questi corpi gloriosi formerà il Nuovo Corpo mistico di Cristo, la Nuova Chiesa.
Conclusione: le
persone che, spinte dall’amore, si sentono chiamate a vivere nel Divin
Volere, possono giungervi grazie ad una semplice preghiera di offerta compiuta
con amore. Questa preghiera, da ripetere a piacimento, con la frequenza
desiderata, potrebbe essere la seguente: «Padre nostro, Dio
d’amore, io rinuncio alla mia volontà umana. Te l’offro in
sacrificio di olocausto. Ti chiedo umilmente di sostituirla con la tua, che
è divina. Grazie. [25]
5. – Tre nascite: fisica, spirituale, divina.
La pienezza della nostra vita si
realizza con tre nascite: fisica, spirituale, divina.
La lettura dei libri di Luisa
Piccarreta ci permette di concludere che il progetto concepito da Dio per
ricostruire la perfezione umana originale comporta tre tappe. Queste
corrispondono a tre forme di vita: 1) fisica, 2) spirituale, 3) divina.
Ciascuna di queste forme di vita comincia con una nascita, il che spiega le
famose parole di Gesù a Nicodemo: “In verità ti dico, se
un uomo non rinasce nuovamente, egli non può vedere il Regno di
Dio”. [26]
La nostra prima nascita, quella della Vita fisica, avviene nel
momento in cui l’essere che noi siamo inizia a vivere tramite sua madre.
È una creazione individuale, che comincia alla fecondazione e continua
al momento del parto. La potremmo considerare come un prolungamento della
Creazione dell’Universo che fu realizzata da Dio Padre.
La nostra seconda nascita, quella della Vita
spirituale, avviene nel momento in cui la parte spirituale del nostro
essere inizia a vivere in seno alla Chiesa. Questa seconda nascita è
come una redenzione individuale, personale. Essa inizia col battesimo e arriva
a compimento il giorno della nostra adesione volontaria al battesimo stesso. La
potremmo considerare come un prolungamento della Grande Redenzione, che fu
realizzata da Dio Figlio.
La nostra terza
nascita, quella che ci immette nella Vita divina, riguarda la
santificazione totale e definitiva della nostra persona individuale. La sua
realizzazione dipende da Dio Spirito
Santo. Essa è in divenire. È iniziata alla morte di Gesù,
e conoscerà la sua piena espansione – o maturità – il
giorno in cui la Volontà divina
riprenderà in noi il posto che Dio le aveva assegnato prima che
avvenisse il Peccato originale. Leggendo fra le righe i messaggi dei profeti
cristiani contemporanei, una persona intuisce che questa terza nascita, del
tutto imminente, è un qualcosa di nuovo, di inedito nella storia umana. [27]
Possiamo dire in sintesi che dopo il dono della Vita fisica e quello
della Vita spirituale Dio ci concede oggi la più alta espressione
del suo amore, la sua Vita divina. Se questo dono non è da noi
rifiutato, Dio terminerà di ricostruire in noi la perfezione iniziale
grazie ad esso (per suo tramite). [28]
Questa Vita divina che Dio vuole trasmetterci
implica la presenza in noi del suo Volere divino. Questo Volere, che
è supremo e perfetto, negli esseri che l’accolgono ha il
privilegio di garantire l’unità, sia quella interiore che quella,
e la vita che ne consegue. Al momento della Colpa originale questo Volere
supremo e perfetto è stato detronizzato dal volere umano, fonte
inevitabile di individualismi e divisioni. [29]
Domanda n. 1: Perchè il dono della Vita divina (che si manifesta con
il dono di Volere divino) non è stato accordato all’umanità
prima d’oggi?
Molti pensano, con ragione, che questo grande dono non ci poteva essere
concesso prima d’oggi perchè l’albero della Redenzione
doveva giungere all’età adulta per potere dare i suoi frutti
più saporiti. Ogni cosa ha bisogno di tempo per maturare. Se Dio ha
voluto far conoscere solo oggi il messaggio sulla Divina Volontà,
è perchè il momento più adatto per conoscerlo è
quello presente. [30]
Domanda n. 2: A chi spetta il compito di realizzare questa trasformazione
mistica nelle persone che la desiderano?
Sono convinto che questo compito spetta allo Spirito Santo. La sola cosa
che l’uomo deve fare è quella di dare allo Spirito Santo il
permesso di agire. L’uomo che sinceramente desidera che il Volere
divino trionfi sul suo proprio, rinuncia al suo proprio volere a vantaggio
del Volere divino, domanda allo Spirito Santo la grazia del
mutamento, e attende con fiducia che al momento giusto Dio operi in lui la
trasformazione promessa. Siccome questo piano è fondato
sull’amore, Dio si impegna a riporre in noi il suo Volere divino se vede
che è per amore che accettiamo la sua proposta.
La presenza in noi del Volere divino trasformerà la nostra
vita in modo radicale. La nostra persona – la cosa si può intuire
– assomiglierà a quella di Gesù risorto. Il nostro corpo
sarà un corpo glorioso, simile a quello di Gesù dopo la sua
risurrezione.
Siccome Dio è trinitario, il suo Piano di Salvezza comporta tre
momenti. Per conoscere questi momenti basta riflettere sulle tre nascite di cui
abbiamo appena parlato: [31]
→ Prima nascita: Nascita alla Vita fisica. Attraverso
i nostri genitori Dio Padre ci fa dono della vita fisica. È il
“respiro” fisico. [32]
→ Seconda nascita: Nascita alla Vita spirituale.
Attraverso suo Figlio, Dio Padre ci fa dono della Vita spirituale.
L’uomo che accetta il “Credo” cristiano diventa
possessore della vita presente in questo Credo. Quest’uomo potrebbe
essere paragonato a una lampada elettrica che diventa luminosa nel momento in
cui accetta l’energia elettrica che la investe. [33]
→ Terza nascita: Nascita alla Vita divina. Il
tempo è arrivato per gli esseri umani di ritornare a questa forma di
vita di cui hanno perso anche il ricordo. [34] La Vita divina si aggiungerà alle due precedenti grazie alla
presenza del Volere divino che
l’uomo avrà saputo riconquistare. [35]
Secondo le voci profetiche cristiane contemporanee, di cui quella di Luisa
Piccarreta è tra le più importanti, la conclusione finale della
Risurrezione di Cristo è la Risurrezione del suo Corpo mistico, la Chiesa. [36] L’idea che interiormente mi viene proposta, è che questa
Risurrezione, sperata ed attesa da tutte le anime di buona volontà, sia
quella che S. Giovanni qualifica di Prima Risurrezione. [37] Se questa mia “luce” interiore dice il vero, questa
Risurrezione, che S. Giovanni qualifica di Prima
Risurrezione, significherà al mondo il trionfo dell’amore
sull’odio, annuncerà la vittoria definitiva della grazia sul
peccato, della vita sulla morte, e coinciderà con l’apoteosi della
potenza di Dio sui suoi nemici. Sarà essa a dare inizio al Regno
messianico. [38]
Questo Piano è degno in tutto della sapienza
divina, e corrisponde a una realtà bellissima; ma quanti sono coloro che
accettano di approfittarne?
6. - La strada che conduce alla divinizzazione.
La strada che conduce alla divinizzazione è quella dell’amore.
Non ce ne sono altre. Per meritare Dio, amore perfetto, è necessario
amare del suo stesso amore.
Come fare per raggiungere questo amore? Desiderarlo e chiederlo. Non
chiederlo alle creature, ma a Dio stesso.
Spiegazione: Il Volere
divino e il Potere divino sono
inseparabili. Lo dice la logica e lo dice l’evidenza. È dunque
normale pensare che se un essere umano accetta che il Volere divino sia innestato in lui (come frutto dell’adozione
divina), con il Volere divino egli
riceve anche il Potere divino. Ma che
cosa diventerebbe il Cielo se i suoi abitanti, o una parte di essi, decidessero
di ribellarsi contro Dio dopo aver ereditato il suo stesso Volere e quindi il suo stesso Potere?
Dato che i ribelli sarebbero potenti della Potenza divina, che non ha limiti,
il confronto sarebbe tra due potenze infinite. La cosa è inammissibile.
(Cosa mai non diventerebbe il Cielo se ciò si dovesse produrre magari
una volta sola? Cosa mai non è successo quando Lucifero si è
ribellato, lui che pure non era unito a Dio in maniera intima come soltanto noi
lo saremo, in quanto figli adottivi dell’Altissimo?) Tutto questo spiega
la necessità che Dio ha di condividere il suo Volere – ed
il Potere che ne consegue – con
delle persone desiderose di vivere con Lui in una comunione di intenzioni
assolutamente perfetta, come quella che già esiste tra le Persone della Triade santissima.
Quante possibilità ci sono di raggiungere questa comunione perfetta
in Cielo senza un addestramento preventivo in Terra? Nessuna. La divinizzazione
prevista per il Cielo esige una preparazione in Terra, e questa preparazione si
realizza in questo mondo attraverso l’amore. Praticare l'amore su questa
terra è come un esercizio. L'amore dovrà raggiungere il massimo delle nostre capacità per renderci abili a vivere in
paradiso.
Conclusione: visto che la comunione che esiste tra
gli abitanti del Paradiso è frutto di un amore perfetto, gli umani che
vorranno vivere sulla terra divinizzata dell’Era nuova dovranno accettare
di amare Dio ed il loro prossimo di un amore vissuto al massimo delle loro
capacità. Così
la Comunione dei cristiani divinizzati, sia con Dio che tra di loro,
sarà all’immagine della Comunione Trinitaria. L’uomo si
accorgerà che grazie a questa nuova forma di vita le distanze psicologiche che da sei millenni dividevano
gli esseri umani saranno tutte sparite. [39]
Domanda – Se
è vero, come dicono i profeti, che Dio ha previsto che la Terra ritorni
com’era prima del Peccato originale, quand’è che questo
accadrà?
Risposta – Quando gli uomini vivranno d’amore.
Domanda – Ma la
Terra di oggi è piena di odio!
Risposta – È vero. L’odio ci domina ancora, ma non per
molto.
Domanda – È
Dio che vuole quest’odio?
Risposta –
No, Dio non vuole mai l’odio, ma lo permette. Lo fa per rispetto della libertà di scelta di cui Lui
stesso ha gratificato ogni essere umano. Per un po’ di tempo Dio permette
che il male trionfi sul bene. Lo fa per verificare chi di noi merita premio, e
chi castigo. Ma il male non prevarrà sul bene. Non è possibile
che la divinizzazione sia destinata a degli esseri che rifiutano di amarsi. [40]
7. – Dio
vuole raccogliere il suo frumento.
Siamo realmente all’alba di un’era nuova? Tutto lo conferma.
Tutto dice che è tempo di raccolta, la raccolta del frumento, [41] In questa occasione un grande lavoro di battitura avrà luogo
nell’aia dell’azienda agricola, come vuole la tradizione, per
separare il buon grano della paglia, dalla pula, e dal loglio. (Le moderne
trebbiatrici non fanno altro che rimpiazzare i flagelli tradizionalmente usati
per la battitura del frumento) Al termine di questo lavoro di separazione, il
buon grano sarà messo nel granaio del Signore, corrispondente al suo Regno messianico, e la paglia, la pula e
il loglio andranno nel fuoco, o dove si meritano.
Queste verità non sono proclamate soltanto da
Luisa Piccarreta. I profeti cristiani contemporanei affermano tutti, chi in un
modo e chi nell’altro, che il Regno
messianico è alle porte, che sarà fondato sul Volere divino, e che detto Volere sarà
riattivato in noi dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo interverrà in
noi grazie alle invocazioni che noi stessi lanceremo verso di Lui in risposta
alla sua chiamata.
Gli abitanti della Terra che accetteranno di mettere il Volere divino al
posto del loro proprio, formeranno il Nuovo
Corpo mistico di Cristo, che allora sarà realmente unificato.
Gli esseri umani
sono tutti invitati ad accettare la proposta dello Spirito Santo a partire da
oggi stesso. [42]
- II -
Luisa Piccarreta, ApOSTOLa DEL divin
VOLERE
1. – L’ “Uomo Nuovo” sceglie il Divin Volere.
Sul Regno messianico
c’è stata una preparazione indiretta a lunga scadenza, ma la
preparazione attuale è diretta e a breve scadenza. Dio l’ha
affidata a Luisa Piccarreta.
Luisa ha vissuto in Italia di 1865 al 1947. Il fatto di avere svolto la sua
missione in maniera degna, sia con la parola che con l’esempio, ha fatto
di lei l’apostola per eccellenza del Divin
Volere. [43]
L’ideale che Luisa ci propone in nome di Gesù è
semplice: non si tratta soltanto di FARE la Volontà di Dio, ma di VIVERE
nella Volontà di Dio. [44]
I maestri di spiritualità cristiana dicono che una persona non
può far parte del Regno di Dio se
non è in perfetta sintonia con la Volontà divina. È
necessario che sul piano spirituale ci sia un nesso perfetto tra Dio e la
persona. In altre parole, la vita che ci attende nel Regno di Dio esige che in noi sia presente la Divina
Volontà, ma presente con onore, al primo posto, non al secondo, al
terzo, oppure all’ultimo. Prima del Peccato originale la Volontà
divina era già presente nella persona dei nostri progenitori, presente
al posto d’onore, ma il Peccato originale l’ha retrocessa,
obbligandola a cedere il posto alla volontà umana. In un certo senso la
volontà umana ha rubato il posto alla Volontà divina, usurpandone
i diritti. [45]
Stando così le cose, le persone che oggi desiderano far parte del Regno messianico cosa devono fare?
Devono semplicemente preoccuparsi di ridare alla Divina Volontà il posto
che Dio le aveva assegnato fin dall’inizio: il primo posto.
Si presenta un’altra domanda: “È
possibile per un essere umano adottare una volontà – divina o no
– che non sia la sua propria?” Possibile
sì, ma ovvio per tutti no. Parecchie persone non trovano l’idea di
loro gradimento.
Bisogna sapere che il fatto di rinunciare ad una parte di sè a
vantaggio di qualcun altro, sia pure Dio stesso, esige amore,
generosità, abbandono, e queste qualità non sono di tutti. Il
sacrificio richiesto assomiglia sia a quello di Abramo, il caro patriarca che
tutti ammirano ma pochi imitano, sia a quello di Gesù, a cui molti
rifiutano anche l’ammirazione. [46]
Durante il presente millennio, quindi, il sacrificio che l’uomo
dovrà imparare a fare per poter entrare nel Regno messianico (in quella che ormai tutti chiamano l’Era
nuova) è un sacrificio di rinuncia. Una persona che riesce a
rinunciare a se stessa, alla sua volontà propria, autorizza Dio Padre a
compiere in lei l’ “innesto mistico”, che è una
grandissima trasformazione. La persona umana viene divinizzata sia sul piano
individuale che sul piano collettivo. [47]
Di conseguenza, se una persona desidera che Dio realizzi in lei l’
“innesto mistico”, essa deve rinunciare alla sua volontà,
offrirla a Dio in sacrificio di olocausto, e invitare Gesù a sostituirla
con la sua, che è divina. [48] Come un buon vignaiolo affezionato
alle sue piante, lo Spirito divino effettuerà in lei l’
“innesto mistico”. A partire da tale innesto, una Linfa nuova
circolerà nelle persone, conseguenza del Volere divino rimpatriato. I
frutti che darà saranno infinitamente superiori a quelli della
volontà umana attuale, così impoverita - se non resa sterile
addirittura - dal suo individualismo egocentrico! [49]
In altre parole, se Adamo ha scelto di far retrocedere la Volontà
divina, noi oggi possiamo scegliere di far retrocedere la volontà umana, la nostra.
L’opposto del Peccato originale! In questo modo verrà
compiuto un atto contrario a quello compiuto da Adamo. La Divina Volontà sarà in noi onorata anzichè
disprezzata. Dio avrà la prova che da noi si aspetta. Constaterà
che sulla Terra c’è qualcuno capace di mettere la Divina Volontà al primo posto,
come anche Abramo e Gesù seppero fare. [50] Questo gesto spingerà lo Spirito
Santo a ristabilire l’Ordine primordiale nelle persone aspiranti a questo cambiamento, e da Lui giudicate
degne di ottenerlo. Generosità e coraggio meritano ricompensa, e Dio non
chiede nulla di meglio che di ricompensare chi lo merita veramente.
Così, anche se col Peccato originale Adamo
ed Eva hanno disattivato il meraviglioso Piano di felicità che Dio aveva
preparato per tutti, detto Piano può essere oggi riattivato in coloro
che lo desiderano. Basta che gli interessati al ripristino chiedano a Dio, con
amore, di operare in tal senso. L’uomo che con umiltà e amore
chiede a Dio di essere restaurato, si accorge che oggi il restauro è
possibile, essendo voluto e proposto da Dio stesso. La fiducia e l’amore
presenti in una persona che rinuncia a se stessa per offrirsi a Dio,
spingeranno Dio a restaurare detta persona. Un bel giorno la persona si
scoprirà mutata grazie appunto all’ ”innesto mistico”.
– L’Uomo nuovo di cui tanto si
parla, è forse questo?
– E quale altro, se non questo?
Nel testo che
segue, Gesù spiega a Luisa i motivi che lo spingono a desiderare che i
suoi insegnamenti sul Volere divino siano diffusi al più presto,
senza inutili ritardi, e in modo ordinato.
Gesù a Luisa Piccarreta: « Figlia mia, coraggio, non
ti abbattere troppo. […] Innanzi al mio Volere il tuo deve scomparire. E
poi, è la santità del mio Volere che vuol essere conosciuta;
eccone la causa. La santità del vivere nel mio Volere non tiene via,
nè porte, nè chiavi, nè stanze. Invade tutto. È
come l’aria che si respira, che tutti devono e possono respirarla. Solo
che lo vogliano, e che mettano da banda (in disparte) il volere umano , il
Volere divino si farà respirare dall’anima, e le darà la
vita, gli effetti, il valore della Vita del mio Volere. Ma se non viene
conosciuto, come potranno amare e volere un vivere così santo? È
la gloria più grande che può darmi la creatura.
La santità delle altre
virtù è bastantemente conosciuta in tutta la Chiesa, [...] ma la
santità del vivere nel mio Volere, gli effetti, il valore che contiene,
l’ultima pennellata che darà la mia mano creatrice alla creatura
per renderla simile a Me, non è conosciuta ancora. Ecco perciò
tutta la mia premura che si metta fuori ciò che ti ho detto. [...]
Solo voglio che le cose escano fuori ordinate, perchè una parola che
manchi, un nesso ed un connesso, un periodo spezzato, invece di gettare luce mi
getteranno tenebre, invece di farmi dare gloria e amore, le creature resteranno
indifferenti. Perciò sii attenta. Ciò che ho detto Io, voglio che
esca intero. » [51]
Molti si chiedono che vantaggio ci sia ad accettare in
noi l’ “innesto mistico”.
A questa domanda io rispondo così: il fatto di
vivere nel Divin Volere trasforma in paradiso il terreno dove questo
Volere si stabilisce: l’anima di un individuo, o di una comunità.
Gli esseri umani che accettano di vivere col Volere divino innestato al
posto del loro volere umano finiscono per abbandonare i capricci che li rendono
egoisti, ribelli, superbi.
Nel corso del terzo millennio cristiano questo ideale
sarà verosimilmente adottato da tutti gli esseri umani, e
genererà una società di grandi santi. Gesù si riferisce a
questi santi definendoli: “Figli di Luce della Seconda
Generazione”. [52]
Chi sono?
Si tratta di persone che nel corso del terzo millennio
cristiano vivranno nella Divina Volontà. Lo scopo della
Creazione è che tutte le creature compiano la Divina Volontà.
Gesù spiega a Luisa che la via da Lui percorsa
per compiere l’opera della Redenzione è stata di fare sempre la
volontà del Padre. Gesù si esprime nel modo seguente:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia
mia, Io sulla terra non facevo altro che darmi in balìa della
Volontà del Padre, sicchè se pensavo, pensavo nella mente del
Padre, se parlavo, parlavo nella Volontà del Padre, se operavo, operavo
nelle mani del Padre. Anche il respiro respirava in Lui. Tutto ciò che
facevo andava ordinato come Lui voleva, sicchè potevo dire che la mia
vita la svolgevo nel Padre.
Io ero il portatore del Padre, perchè tutto
chiuso nel suo Volere. Niente facevo da Me. L’unico mio pensiero era la
Volontà del Padre, perciò non badavo a me stesso. Nè per
le offese che mi recavano Io interrompevo il mio corso, ma sempre ad Essa
volavo come al mio centro. E la mia vita naturale finì quando in tutto
compii la Volontà del Padre.
Così tu, figlia mia, se ti darai in balìa
della mia Volontà non avrai più pensiero di nulla. » (14 agosto 1917). [53]
Luisa Piccarreta con
il suo Crocifisso.
Luisa Piccarreta ha vissuto nel nascondimento. Inizialmente i suoi scritti
sono stati approvati dal suo direttore spirituale (Padre Annibale di Francia)
ma nel 1938 un anonimo ecclesiastico si è presentato in casa sua e li ha
tutti confiscati, dichiarandoli “fuori legge”. Questo gesto
è stato per Luisa l’equivalente di una pugnalata al cuore, ma
nonostante il dolore Luisa ha conservato la pace e la calma. Ci è
riuscita grazie alla fiducia che aveva riposto in Gesù.
Questa strana messa al bando degli scritti di Luisa Piccarreta (le modalità
di questa “condanna” sembrano del tutto irregolari) è durata
58 anni, fino al 1996.
Nel 1996, in
seguito ai ripetuti interventi di Mgr Giuseppe Carata, vescovo della diocesi di
Trani, gli scritti di Luisa sono stati fotocopiati e fatti uscire dagli archivi.
Questo ha permesso a Mgr Cassati, successore di Mgr Carata, di iniziare il
processo per la causa di beatificazione di Luisa Piccarreta. Oggi Luisa
è riabilitata, com’è successo a suor Faustina Kowalska, ed
esistono fonti diverse di messaggi profetici che confermano l’origine
soprannaturale dei suoi insegnamenti sulla Divina Volontà. A titolo
d’esempio, eccone due:
1. - La Madonna a don
Stefano Gobbi: «La Nuova Era che vi annuncio coincide con il
pieno compimento della Volontà divina. Così si realizzerà
ciò che Gesù vi ha insegnato a domandare al Padre. “Venga
il tuo Regno, e sia fatta la tua volontà come in cielo così in
terra”.
È il tempo in cui le creature umane compiranno il Volere divino del
Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. A partire dal perfetto compimento del
Volere divino, la Terra sarà tutta rinnovata. Dio vi ci
troverà l’equivalente del suo nuovo Eden, e vi abiterà in
compagnia delle sue amate creature. » (Cf.: il “Libro azzurro” di don
Stefano Gobbi, in data 15 agosto 1991).
2. - Gesù a Vassula Ryden:
«Finchè rimarrete attaccati a questo mondo transitorio non
riuscirete a capire che è solo abbandonandovi corpo e anima al mio Santo
Spirito che i vostri pensieri si trasformeranno in nobili pensieri. È
soltanto allora che si realizzerà la mia Volontà, dopo che avrete
assorbito in voi la potenza della divinità. Solo allora si
compirà in voi la mia opera, e questo grazie alla divina nobiltà
di pensiero e allo stato di grazia divina che in voi si saranno radicati.
» [54]
Le pagine scritte
da Luisa Piccarreta ci fanno prendere coscienza che esiste un rapporto diretto
tra il Volere divino e il Regno
messianico. [55] Il Volere divino è
come una sorgente d’acqua, e il Regno messianico come il ruscello che si
forma a partire da essa. Coloro che berranno l’acqua di questo ruscello
avranno la gioia di vivere come Adamo ed Eva vivevano prima il Peccato
originale. Codesti uomini sono forse un’immagine dell’Uomo nuovo
che deve rinascere in noi come Gesù l’ha spiegato a Nicodemo? Una
cosa è certa: l’uomo che oggi accetta l’ “innesto
mistico” che Dio gli offre, sa che il Volere divino farà di
lui un Figlio di Dio autentico, già esercitato alla vita del paradiso.
2. - Divin Volere in
azione: “Fiat”+“Fiat”+“Fiat”.
Luisa Piccarreta ci permette di
intuire una cosa importante: che nel Piano di divino che riguarda
l’Umanità, ognuna delle tre Persone divine ha un ruolo che le
risulta specifico. Per esempio, il ruolo di Creatore è del Padre,
il ruolo di Redentore è del Figlio, il ruolo di Santificatore
è dello Spirito Santo. Luisa dice che ognuno di questi ruoli può
essere espresso verbalmente con la parola latina: “Fiat”. [56] Dice pure che i tre “Fiat” del Piano trinitario sono
successivi: il primo è quello del Padre, il secondo è quello del
Figlio, e il terzo è quello dello Spirito Santo. Attualmente, aggiunge
Luisa, l’Umanità è alla vigilia del terzo “Fiat”,
quello dello Spirito Santo.
La tabella che segue (n. 1) è offerta per facilitare la percezione
visiva di questo concetto:
Tabella n. 1:
Primo “Fiat”: “Fiat
Lux” = che la Luce
sia. |
Secondo “Fiat”: “Fiat
Redemptio” = che la Redenzione
sia. |
Terzo “Fiat”: “Fiat
Sanctificatio” = che la Santificazione
sia. |
In virtù
della coesione perfetta [57] che esiste fra le tre Persone divine, ogni volta che una Persona della
Trinità interviene per realizzare la sua parte, cioè il
“Fiat” che le appartiene, la perfezione d’unità
che abita le Persone trinitarie fa sì che vi aderiscano tutte tre, e in
modo perfetto. Il brano seguente parla di questo grande mistero di unione
perfetta. Si tratta di un dialogo tra Gesù e Luisa, datato 24-01-1923
(vol. 15).
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, la mia
Volontà nel Cielo conteneva il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo. Una
era la Volontà delle tre divine Persone. Mentre erano distinte tra loro,
la Volontà era una. Questa, essendo la sola che agiva in Noi, formava
tutta la nostra felicità, l’eguaglianza d’amore, di potenza,
di bellezza, ecc... Se invece di una Volontà ce ne fossero tre, non
potremmo essere felici, e ancora meno rendere felici gli altri. Saremmo stati
ineguali nella Potenza, nella Sapienza, nella Santità, ecc...
Sicchè la nostra Volontà una, agente in Noi, è tutto il
nostro bene, da cui scaturiscono tanti mari di felicità, che nessuno
può penetrare fino al fondo.
Ora, la nostra Volontà, vedendo
il gran bene dell’agire sola in tre Persone distinte, vuole agire sola in
tre persone distinte in terra, e queste sono la Madre, il Figlio, la Sposa. Da
queste vuol fare scaturire altri mari di felicità, che porteranno beni
immensi a tutti i viatori.»
Luisa Piccarreta a Gesù: «Ed io tutta meravigliata ho detto:
“Amor mio, chi sarà questa Madre fortunata, questo Figlio e questa
Sposa, che adombreranno la Trinità sulla terra, e che la tua
Volontà sarà una di loro?” E Gesù: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Come, non l’hai capito ?
Due sono già al posto d’onore: la mia Mamma divina ed Io, Verbo
eterno, Figlio del Padre celeste, e Figlio della Madre celeste; con
l’incarnarmi nel seno di Lei fui suo proprio figlio. La Sposa è la
piccola figlia del mio Volere. Io ci sono nel mezzo, la mia Mamma a destra, e
la Sposa a sinistra. Come la mia Volontà agisce in Me, fa l’eco a
destra e a sinistra, e ne forma una solo Volontà. Perciò ho
versato tante grazie in te, ti ho aperto le porte del mio Volere, ti ho svelato
i segreti, i prodigi che Esso contiene, per aprire tante vie per farti giungere
l’eco del mio Volere, affinchè, disperdendo il tuo, tu possa
vivere con la sola mia Volontà. Non ne sei contenta? »
La tabella
seguente ha per scopo di favorire una concezione visuale e sintetica dei tre “Fiat”
della Santissima Trinità.
Tabella n. 2:
LA PIANIFICAZIONE DIVINA È TRINITARIA
Prima tappa |
Seconda tappa |
Terza tappa (Santificazione)
|
ANTICO TESTAMENTO |
NUOVO TESTAMENTO |
TESTAMENTO FUTURO |
Era di Giustizia |
Era di Misericordia |
Era di Santità |
Spiegazioni:
1) - Era di Giustizia. È
l’Era di Dio Padre.
Comincia nel momento in cui Adamo commette il Peccato originale, e termina nel
momento in cui Cristo, “Secondo Adamo”, muore sulla croce. La
caratteristica principale di questa Era è la seguente: anche se
Dio giudica che una persona fa parte della categoria dei “giusti”
– è il caso di Abramo, di Mosè, dei profeti e dei
patriarchi dell’Antico Testamento – al momento della morte
l’anima di questa persona non può accedere direttamente alla felicità
del Cielo. Ciò spiega perchè i giusti dell’Antico
Testamento, S. Giuseppe compreso, prima di salire al Cielo hanno dovuto
aspettare il compimento della Redenzione in un posto chiamato Limbo.
2) - Era di
Misericordia. È l’Era di Dio Figlio. Questo periodo
è iniziato alla morte di Cristo e terminerà con la Fine dei Tempi. La Redenzione è
compiuta. Caratteristica principale di questo periodo è che le anime che
muoiono in grazia di Dio possono andare in Paradiso senza essere costrette a
sostare nel Limbo. Se però una persona muore in grazia di Dio
senza essere completamente purificata, essa va in Purgatorio. [58] La fine di questo periodo coinciderà con la Seconda Parusia, chiamata pure Parusia
intermedia. Parusia significa:
“Dio si rivela all’uomo scendendo dal Cielo per venire ad
incontrarlo sulla Terra”. La Parusia
intermedia è quella del ritorno di Gesù nella gloria. Dio Padre ha stabilito che alla Fine dei Tempi Gesù ritorni sulla
Terra per instaurare il suo Regno
messianico. In vista di questo evento la terra sarà purificata,
rinnovata e dotata di una nuova configurazione astrale. [59]
3) - Era di
Santità. È l’Era di Dio Spirito Santo.
Questo periodo è presentato dai profeti come un periodo di
felicità che inizierà alla Fine dei Tempi, e terminerà
alla Fine del Mondo. La Fine dei Tempi sembra ora arrivata,
perchè nel 1948 gli Ebrei hanno ricostituito il loro antico Stato
d’Israele. [60] Questa Era è un periodo che sembra coincidere con quel “Regno di Dio” che noi
cristiani invochiamo da 2.000 anni recitando il “Padre Nostro”, ma
anche col “Millennio felice”
che S. Giovanni descrive nell’Apocalisse (Ap 20, 1-6). A Maria Valtorta
Gesù ha spiegato che lo scopo ultimo della Redenzione è di
arrivare al Regno messianico. Questo,
a parer mio, corrisponde al Millennio
felice, che in fin dei conti è un “Regno di felicità in
Dio”.
Innovazione sorprendente: le tre tappe appena citate sembrano avere una
durata ben precisa: la prima una durata di 4.000 anni, la seconda una durata di
2.000 anni, e la terza una durata di 1.000 anni. [61]
Ecco una terza tabella concepita per riassumere in modo visivo quanto detto
finora:
Tabella n. 3:
Visto che la coesione divina è perfetta, ogni volta che una Persona
trinitaria interviene per realizzare il suo “Fiat”,
che è quella parte del Piano che Essa stessa si è riservata,
è come se le tre Persone fossero tutte presenti (con la loro rispettiva
volontà) nell’azione in corso.
Per comprendere
come avviene tutto ciò, il lettore è invitato a leggere il brano
che segue. Gesù lo ha affidato a Maria Valtorta, [62] che lo ha scritto mentre il mondo viveva la tragedia della seconda guerra
mondiale.
Gesù a Maria Valtorta: «Come
uno a cui preme di fare intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che
più importa, e che qui è il mio Regno. [Regno temporale, ma di riflesso
anche quello eterno. ndr]. Perchè
nel mio Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e
morto. Perchè nel Regno
è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza.
Perchè nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione
della carne, del mio potere di Giudice.
Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai
singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio
Trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso [dopo il
“Millennio di Pace”. ndr [63]], nella sua creatura [l’anti-Cristo, prima del
“Millennio di Pace”. ndr [64]], nei suoi precursori [Napoleone, Hitler, Stalin, eccetera... ndr [65]]. »
Abbiamo visto che
al momento della morte i Giusti dell’Antico Testamento non
entrarono subito in Paradiso, ma furono costretti ad attendere il compimento
della Redenzione in un posto chiamato Limbo. Poi abbiamo notato che i Santi del Nuovo Testamento possono
entrare in Paradiso fin dalla loro morte, senza sostare nel Limbo. Se questa
progressione dovesse continuare, è lecito sperare che i futuri santi,
quelli dell’Era nuova, possano conoscere la felicità del Paradiso fin
da questa terra.
Questo concetto è confermato da S. Giovanni che
nell’Apocalisse ci parla di Prima risurrezione. Per capire in che
cosa consiste la Prima risurrezione bisognerebbe accettare l’idea
appena menzionata, la quale propone che i Santi dell’Era nuova possano
vivere la felicità del Paradiso fin da questa terra.
Quando Luisa
Piccarreta dice che l’umanità è fatta per vivere nel Divin Volere, e che questo Volere ci divinizzerà, essa vuol
dire probabilmente che il Regno
messianico assomiglierà al Paradiso terrestre di Adamo ed Eva prima
del Peccato originale. In questo caso la Prima risurrezione ci
permetterebbe di vivere su questa terra come se già fossimo in Paradiso.
Che significa questo? Significa, io penso, che il Regno messianico corrisponde al Millennio
felice di cui parla S. Giovanni all’inizio del XX capitolo
dell’Apocalisse. [66] Se una persona si sente oggi spinta a vivere nel Divin Volere,
già lo può fare. Basta che rinunci alla sua volontà umana
– erede di quella chi ci ha traditi nella persona dei nostri Progenitori
– e chieda a Dio di sostituirla con la sua, che è divina. La
risposta di Dio, sotto la forma di una Pentecoste personale e poi collettiva,
non si farà aspettare a lungo.
3. - Azione perenne
dell’Amore trinitario.
Per far contento
Gesù che le dice di non tralasciare nulla di quello che può
scrivere, Luisa Piccarreta ci ha lasciato anche queste parole:
Luisa racconta: «Trovandomi
nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù mi faceva vedere il
rev.do Padre che deve occuparsi della stampa degli scritti sull’adorabile
Volontà di Dio, e Gesù, mettendosi a lui vicino gli diceva:
»
Gesù: «Figlio
mio, il titolo che darai al libro che stamperai sulla mia Volontà
sarà questo: “Il Regno del Fiat in mezzo alle creature. Libro di
Cielo. Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto, e nello
scopo per cui fu creata da Dio.”»
Poi voltandosi
verso Luisa, Gesù ha continuato:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Vedi, anche il titolo voglio
che corrisponda alla grande opera della mia Volontà. Voglio che la
creatura comprenda che il suo posto, assegnato da Dio, è nella mia
Volontà. E fino a tanto che non entrerà in Essa, sarà
senza posto, senza ordine, senza scopo; sarà un intruso nella Creazione,
senza diritto di sorta, e perciò andrà ramingo, senza pace, senza
eredità,; ed Io, mosso a compassione di lui, gli griderò
continuamente: Entra nel tuo posto, vieni nell’ordine, vieni a prendere la
tua eredità, a vivere in casa tua... Perchè vuoi vivere in casa
estranea? Perchè vuoi occupare un terreno che non è tuo? E non
essendo tuo vivi infelice, e sei il servo e lo zimbello di tutte le cose
create.
Tutte le cose create da Me,
perchè stanno al loro posto, stanno nell’ordine ed in perfetta
armonia, con tutta la pienezza dei loro beni, assegnati loro da Dio... Tu solo
vuoi essere infelice? Ma infelicità volontaria. Perciò, vieni al
posto tuo; là ti chiamo e ti aspetto. [...]
Figlia mia, come sono belle le opere
nostre! Sono il nostro onore e la nostra gloria perenne. Tutte le cose stanno
al loro posto, e ciascuna cosa creata compie perfettamente il proprio ufficio.
Solo l’uomo è il
nostro disonore nella nostra opera creatrice, perchè col sottrarsi dalla
nostra Volontà cammina con la testa in giù in terra, e coi piedi
per aria... Che disordine, che disordine! Fa ribrezzo a vederlo. [...]
L’ufficio della testa
è di dominare, non di camminare. Camminare è l’ufficio dei
piedi. Sicchè il fare la propria volontà è il vero e
perfetto capitombolo dell’uomo e il disordine dell’umana famiglia.
Perciò
mi interessa tanto che la mia Volontà sia conosciuta, affinchè
l’uomo ritorni al suo posto, non più strisci con la testa
giù, ma cammini coi piedi; non più formi il mio ed il suo
disordine, ma il mio ed il suo onore. Guarda tu stessa: non compariscono brutte
le creature a vederle camminare con la testa per terra? Non dispiace anche a te
vederle così disordinate? » (27 agosto 1926). [67]
Gesù a Luisa Piccarreta: «Ah, figlia mia, la creatura imperversa sempre più nel
male. Quante macchine di rovina stanno preparando! Giungeranno a tanto da
esaurire lo stesso male. Ma mentre loro si occuperanno nel fare la loro via, Io
mi occuperò che il mio “Fiat Voluntas tua” abbia compimento
ed esaudimento, che la mia Volontà regni sulla terra, ma in modo tutto
nuovo. Mi occuperò a preparare l’era
del terzo “Fiat”, in
cui il mio Amore sfoggerà in un modo meraviglioso e inaudito... Ah,
sì! Voglio confondere l’uomo tutto in Amore. Perciò sii
attenta. Ti voglio con Me a preparare quest’Era d’Amore celeste e
divina, e opereremo insieme...» (8 febbraio 1921). [68]
Nel meditare
queste parole di Luisa, uno si convince che “Dio è amore
eterno”. Ora, se è vero che l’amore è attivo per
definizione − questo veniva ancora insegnato qualche anno fa dai maestri
delle scuole − ciò significa prima di tutto che in Dio
c’è un’azione continua, e secondariamente che questa azione
continua è prodotta dall’amore.
Ecco allora la
conclusione: “Fiat” è una parola latina che
significa: “Che ciò
avvenga”. (Si tratta di una forma di vita chiamata all’esistenza da
una volontà capace di concepirla e di realizzarla). Se il concetto espresso
da questa parola “FIAT” viene addizionato e fuso al concetto
espresso dalla parola AMORE, ne deriva un terzo concetto che in pratica
potrebbe definire “Dio”. Infatti la fusione di questi due concetti
ne genera un terzo, che io chiamerei: “POTENZA D’AMORE sempre attiva”. Non è
questa una possibile definizione della quintessenza divina? [69]
- III -
Luisa Piccarreta: vita e opere
1. - Luisa Piccarreta: l’essenziale della sua vita. [70]
Luisa Piccarreta nasce il 23 aprile 1865 a Corato,
nelle Puglie. Suo padre e sua madre, Vito-Nicola Piccarreta e Rosa Tarantini,
la fanno battezzare il giorno stesso della sua nascita. Durante
l’infanzia Luisa appare timorosa. Ha spesso dei sogni che le fanno paura
e la rendono apprensiva. Per esempio, le capita spesso di vedere la Madonna
cacciare il diavolo lontano da essa. Ricordando tutto ciò, un giorno
Gesù le dice:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia, anche la vergogna con cui
ti circondai nella tua tenera età fu una delle più grandi gelosie
d’amore per te. Non volevo che in te entrasse nessuno, nè il
mondo, nè le persone. Volevo renderti estranea a tutti. A nessuna cosa
volevo che tu prendessi parte e che ti facesse piacere, perchè avendo
stabilito fin da allora che dovevo formare in te il Regno del Fiat supremo,
e dovendo tu prendere parte alle sue feste e alle gioie che in esso ci sono,
era giusto che nessun’altra festa tu godessi, e che dei piaceri e
divertimenti che ci sono sulla terra ne dovessi restare digiuna. Non ne sei
contenta?”
Luisa scrive: “Ma
ad onta che ero vergognosa e paurosa, ero di temperamento vivace e allegro.
Saltavo, correvo. Facevo anche delle impertinenze”. [71]
All’età di 9 anni Luisa fa la Prima Comunione e riceve il
sacramento della Cresima. Un anno più tardi una voce inizia a parlarle
interiormente. Dopo un po’ Luisa si rende conto che questa voce è
quella di Gesù, che le chiede il
distacco da se stessa e da tutto. Gradualmente Gesù diventa la sua guida sulle cose spirituali.
Luisa ha quattro sorelle, ma nessun fratello. Vive a Corato con la sua
famiglia, ma nei mesi estivi la famiglia si sposta di una trentina di
chilometri per il lavoro che c’è da fare in una masseria chiamata
“La Torre disperata”.
A 13 anni Luisa vede Gesù che porta la
croce, e che la guarda come per chiederle aiuto. Verso i 16 anni
Luisa accetta quello che Gesù le propone di fare: dedicare la sua vita
alla Divina Volontà.
All’età di 17 anni Luisa non vuole mangiare, non ci riesce. Un
sacerdote chiamato dalla famiglia le impone di mangiare per obbedienza. Allora
Luisa mangia regolarmente quello che le viene presentato, ma poi lo vomita. La
cosa è stranissima, ma ancor più strana se si pensa che i cibi
vomitati sono sempre intatti e profumati, come se non fossero mai stati
masticati, nè inghiottiti. La famiglia di Luisa non capisce, e chiama in
aiuto, uno dopo l’altro, quasi tutti i sacerdoti della città di
Corato. I fenomeni sono così strani che i sacerdoti sono completamente
disorientati. Non sanno cosa fare. Coloro che non si ribellano, capitolano.
Questo provoca in Luisa sofferenze morali considerevoli, anche perchè a
lungo andare i familiari di Luisa finiscono per imitare il comportamento dei
sacerdoti. [72]
Luisa nella sua posizione più abituale
L’incomprensione è talmente grande che Luisa non può
vivere una vita normale. All’età di 22 anni è costretta a
letto in modo permanente, e ciò favorisce la sua vita spirituale. Il 16
ottobre 1888 Gesù l’invita ad accettare il “Matrimonio
mistico”. Luisa accetta, e undici mesi più tardi, l’8
settembre 1889, quest’unione mistica è ratificata dalla SS.
Trinità alla presenza di tutta la Corte celeste. Per la circostanza
Luisa riceve il più grande dono che Dio possa fare ad una creatura umana:
il dono della Divina Volontà, un dono che
supera anche quello del Matrimonio mistico. [73]
Se le cose si sono svolte così – e nulla ci permette di
pensare il contrario – in questo 8 settembre 1889 Dio avrebbe depositato
il seme del suo terzo “Fiat”
nel cuore di Luisa Piccarreta, un cuore umano scelto fra i più piccoli e
nascosti della terra. Tutto ciò si sarebbe prodotto nel silenzio e nella
modestia più totali. [74]
Nel febbraio dell’anno 1899 Luisa comincia a scrivere quello che
Gesù le chiede di scrivere. Lo fa per accontentare Gesù e per
obbedire al suo confessore. Grazie a questa sua obbedienza, che si
prolungherà per una quarantina d’anni, Luisa riuscirà
à mettere su carta tutto quello che Gesù voleva rivelare al mondo
circa il mistero della Divina Volontà.
Il 4 marzo 1947 Luisa muore di polmonite, cinquanta giorni prima del suo
82mo compleanno. In tanti anni di degenza il suo corpo ha preso la forma di una
“L”. Le persone incaricate di preparare la sua salma tentano di
raddrizzarla, ma non ci riescono. Per seppellirla viene dunque fabbricata una
bara speciale, fatta anch’essa a forma di “L”.
Oltre alla sua corrispondenza Luisa ha
lasciato 36 quaderni manoscritti, tutti consacrati al tema della Divina
Volontà. La storia di questi manoscritti è piuttosto
interessante. Nel 1938, per ragioni mal definite, sono stati tutti confiscati
dalle autorità ecclesiastiche, nascosti negli archivi vaticani, e
dimenticati colà per 58 anni. Recentemente sono stati fotocopiati e
recuperati grazie all’intervento di Mgr Carata, vescovo di Trani, e di
Mgr Cassati, suo successore. Nel 1994 il Vaticano ha chiesto a Mgr Cassati di
iniziare il processo per la causa di beatificazione di Luisa Piccarreta. Questo
processo è stato subito iniziato, ed il 31 ottobre 2005 è passato
dalle autorità diocesane a quelle vaticane.
Luisa dopo il suo
decesso
Il caso di Luisa assomiglia un po’a quello di suor Faustina Kowalska,
che dopo aver subito il rifiuto dei suoi è stata completamente
riabilitata. Padre Annibale Di Francia, ex-direttore spirituale di Luisa, ed
oggi santo canonizzato, parla di Luisa in questi termini:
Santo Annibale Di Francia scrive su
Luisa: «Questa anima solitaria è una vergine purissima, tutta di
Dio, che apparisce come oggetto di singolare predilezione del Divin Redentore
Gesù. Nostro Signore, che di secolo in secolo accresce sempre di
più le meraviglie del suo Amore, pare che di questa vergine, che Egli
chiama la più piccola che abbia trovato sulla terra, destituita da ogni
istruzione, abbia voluto formare uno strumento adatto per una missione
così sublime che nessun’altra le si possa paragonare, cioè
il trionfo della Divina Volontà sull’universo orbe, in
conformità con quanto è detto nel “Pater Noster”:
Fiat voluntas tua, sicut in Cœlo et in terra. [...]
Questa Sposa di Gesù Crocifisso, che la notte la passa nelle estasi
dolorose e nei patimenti di ogni genere, nel vederla poi nella giornata mezzo
seduta in letto, lavorando di ago e di spillo, nulla, nulla trasparisce, il
menomo nulla di una che la notte abbia tanto sofferto. Nulla, nulla di aria di
straordinarietà, di sovrannaturale. Invece la si vede in tutto aspetto
di una persona sana, lieta e gioviale. Parla, discorre, occorrendo ride,
accoglie però poche amiche.
Talvolta qualche cuore tribolato le si confida, le domanda preghiere. Lei
ascolta benignamente, conforta, ma giammai si avanza a fare da profetessa,
giammai una parola che accenni a rivelazioni. Il gran conforto che essa
presenta è sempre uno, sempre lo stesso argomento: la Divina
Volontà.
Sebbene non possegga alcuna umana scienza, pure è dotata in
abbondanza di una Sapienza tutta celeste, della Scienza dei Santi. Il suo
parlare illumina e consola. Di sua natura non è scarsa d’ingegno.
Di studi quando era piccola, fino alla prima classe. Il suo scrivere è
zeppo di errori, quantunque non le manchino termini appropriati in
conformità alle rivelazioni, che pare gliele infonda Nostro Signore.
Una nota del gran distacco di quest’anima da ogni cosa terrena, si
è l’aborrimento e la costanza di non accettare qualunque dono o in
denaro o in altro. Più di una volta, persone che hanno letto
“L’Orologio della Passione” e si è svegliato in loro
un senso di sacro affetto per quest’anima solitaria e sconosciuta, mi
hanno scritto di volerle inviare del denaro. Ma essa si è opposta
così recisamente come se le avessero fatta un’offesa. » [75]
Gesù parlava spesso a Luisa, e Luisa gli rispondeva. Che cosa si
dicevano? Un primo esempio di dialogo tra Gesù e Luisa è
riportato nelle righe seguenti:
Luisa racconta: “Mentre scrivevo sentivo il
peso del grande sacrificio di scrivere, e l’offrivo al mio caro
Gesù per ottenere che la Divina Volontà sia conosciuta, voluta ed
amata da tutti. [...] E siccome mi sentivo sofferente, con stento continuavo a
scrivere. Ed il mio dolce Gesù per fortificarmi mi ha detto:”
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia benedetta, coraggio. Sono Io con te, ed è
tanto il mio compiacimento mentre scrivi, che in ogni parola che scrivi ti do
un bacio, un abbraccio, una mia Vita divina per dono. E sai perchè? Vedo
copiata in questi scritti la nostra Vita d’eterno Amore, la copia della
nostra Divina Volontà operante.
E poi, è il nostro Amore represso per ben sei mila anni, che
si sfoga, che ha i suoi refrigeri alle nostre fiamme, che fa conoscere quanto
ama la creatura, e l’ama tanto che vuol darle la sua Volontà come
vita, e questo per poter dare da’ambo le parti: ciò che è
mio è tuo. Il vero amore allora è contento quando può
dire: Ci amiamo di uguale amore. Ciò che voglio Io vuole essa... Se ci
fosse disparità d’amore, questo renderebbe infelice l’amore
dell’Uno e dell’altra. E se l’Uno volesse una cosa, e l’altra
un’altra, l’unione e l’amore cesserebbero. E siccome il mio
Amore è vero amore, sapendo che la creatura possiede amore finito e
volontà finita, le do il mio Amore infinito e la mia Volontà
infinita. Così possiamo dire: ci amiamo di un solo Amore, teniamo una
sola Volontà. Se l’uno non diventa volontà dell’altro,
il vero amore non esiste, nè possiede la sorgente.
Quindi dovresti essere contenta del sacrificio che fai di scrivere, sapendo
che serve allo sfogo del mio Amore, per tanti secoli represso, e al refrigerio
delle mie fiamme che sono tante che mi fanno dare in delirio. Perciò
amiamoci d’un solo amore, e diciamo insieme: ciò che vuoi tu, lo
voglio io... Di’: Gesù, la mia volontà sperdila nella tua,
e dammi la tua per vivere.” [76]
I sei mila
anni di cui parla Gesù, sono gli anni che l’umanità ha
trascorso lontano dal Divin Volere, e questo a causa del Peccato originale.
Gesù afferma che l’uomo è sulla terra da sei mila anni,
e che l’Amore divino si sente represso nei riguardi dell’uomo,
questo perchè da quando Adamo ha respinto il Divin Volere, l’Amore
divino non può esprimersi come vorrebbe. [77] Invitando poi Luisa a vivere nel Divin Volere, Gesù le dice che la
strada da percorrere è quella dell’amore. La conformità al
Divin Volere, il cui scopo è l’unione degli esseri nella
felicità del Cielo, è un frutto dell’amore, si realizza
tramite l’amore. Gesù si serve di Luisa per insegnarci che
soltanto l’amore è in grado di trasformare più voleri in
uno solo, e così prepararci all’unione che si vive in Cielo. In un’altra occasione Gesù dice
ancora a Luisa:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Voglio
da te la perfetta conformità alla mia Volontà, in modo che la tua
volontà venga a disfarsi totalmente nella mia. ” [78]
Nelle parole che
seguono, Gesù spiega a Luisa che la Volontà di Dio opera meglio
nei cuori piccoli. Più l’uomo è umile, meglio si presta
alle divine realizzazioni.
Gesù a Luisa Piccarreta: “Io
girai e rigirai la terra. Guardai una per una tutte le creature per trovare la
più piccola fra tutte, e fra tante trovai te, la più piccola fra
tutte. La tua piccolezza mi piacque, e ti scelsi. Ti affidai ai miei angeli
acciocchè ti custodissero, non per farti grande, ma perchè
custodissero la tua piccolezza. Ed ora voglio incominciare la grande opera del
compimento della mia Volontà. Nè con ciò ti sentirai
più grande, anzi la mia Volontà ti farà più
piccola, e tu continuerai ad essere la piccola figlia del tuo Gesù, la
piccola figlia della mia Volontà. [79]
Abbiamo visto che Luisa ama il
nascondimento, e che soffre moltissimo dell’obbligo che ha di mettere per
iscritto i segreti della sua vita spirituale. Lo fa solo perchè è
tenuta a farlo in nome della santa obbedienza. Ma quando questa sofferenza
diventa troppo forte, Luisa ne parla con Gesù. Gli confida che non ce la
fa più ad andare avanti. Il 5 dicembre 1921 Gesù interviene per rassicurarla. Ne deriva un
altro dialogo, quello espresso nelle righe seguenti.
Gesù a Luisa Piccarreta: “È
giusto, è necessario che Io parli di te. Sarebbe bello che uno sposo,
che deve contrarre sposalizio con la sua sposa, debba trattare con gli altri e
non con lei, mentre è necessario che si confidino i loro segreti, che
uno sappia ciò che tiene l’altro, che i genitori dotino questi
sposi, e che anticipatamente ognuno si abitui ai modi dell’altro?
Luisa Piccarreta a Gesù: Io ho
soggiunto: Dimmi, Vita mia, la mia famiglia chi è? Qual’è
la mia dote, e qual’è la tua? E sorridendo ha ripreso:
Gesù a Luisa Piccarreta: La tua famiglia è la Trinità. Non ti ricordi, nei primi
anni di letto, che ti condussi in Cielo, e dinanzi alla Trinità
sacrosanta facemmo la nostra unione? E la Trinità ti dotò di tali
doni che tu stessa non li hai conosciuti ancora. E come ti parlo del mio
Volere, dei (suoi) effetti e valore, sono scoperti dei doni con cui fin
d’allora fosti dotata. Della mia dote non ti parlo, perchè
ciò che è tuo è mio.
E poi, dopo pochi giorni, scendemmo dal Cielo tutte tre le Divine Persone,
prendemmo possesso del tuo cuore, e formammo la nostra perpetua dimora. Prendemmo
le redini della tua intelligenza, del tuo cuore, e di tutta te stessa, ed ogni
cosa che tu facevi era uno sbocco della nostra volontà creatrice in te.
Erano conferme che il tuo volere fosse animato da un volere eterno. Il lavoro
è già fatto. Non resta altro che farlo conoscere, per fare che
non solo tu ma anche gli altri possano prendere parte a questi grandi beni. E
questo lo sto facendo, chiamando ora un mio ministro ed ora un altro, e anche
ministri di lontane parti...” [80]
Gesù ammette Luisa nei misteri del suo amore. Luisa
rimane tuttavia una creatura fragile, capace di preoccuparsi di questo e di
quello. In certi casi i suoi timori sono per le parole che sta scrivendo.
Soffre il martirio all’idea che queste belle pagine possano un giorno
servire la curiosità morbosa di persone indegne, divenire come delle
perle date ai porci. Le dispiacerebbe che ciò si producesse. Gesù
le viene ancora in aiuto, e per aiutarla a superare le preoccupazioni eccessive
le dice:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia, non ti turbare. Questi scritti sono miei, non tuoi,
ed in mano a chi potranno andare nessuno potrà toccarli per sciuparli.
Io li saprò custodire e difendere perchè è roba che mi
appartiene. Chiunque li prenderà con buona e retta volontà
troverà una catena di Luce e d’Amore con cui amo le creature.
Questi scritti li posso chiamare sfogo del mio amore, follie, deliri,
eccessi del mio amore con cui voglio vincere la creatura affinchè
ritorni nelle mie braccia, per farle sentire quanto l’amo. E per
maggiormente farle conoscere quanto l’amo voglio giungere
all’eccesso di darle il gran dono della mia Volontà come vita.
Solo con essa l’uomo potrà mettersi al sicuro, e sentire le fiamme
del mio Amore, le mie ansie, di quanto lo amo.
Sicchè chi leggerà questi scritti con l’intenzione di trovare
la verità, sentirà le mie fiamme, e si sentirà trasformato
in amore, e mi amerà di più. Chi poi leggerà per trovare
cavilli e dubbi, nella sua intelligenza resterà accecato e confuso dalla
mia Luce e dal mio Amore.
Figlia mia, il bene, le mie verità producono due effetti, uno
contrario all’altro: ai disposti è luce per formare
l’occhio nella loro intelligenza, e vita per dare la vita di
santità che le mie verità racchiudono, agli indisposti li
acceca e li priva del bene che le mie verità racchiudono. [...]
Perciò, degli scritti avrò più interesse Io che tu,
perchè sono i miei. Una sola verità sul mio “Fiat” mi
costa tanto che supera il valore di tutta la creazione. La Creazione è
opera mia, invece la mia verità è Vita mia, è Vita che
voglio dare alle creature. E lo puoi comprendere da ciò che hai
sofferto, e dalle grazie che ti ho fatto per giungere a manifestarti le mie
verità sul mio Santo Volere.”
[81]
Luisa comincia quasi tutti i capitoli dei suoi libri con
l’espressione: “Proseguendo nel mio stato abituale”. Queste
parole significano che Luisa è immersa nel soprannaturale. Il fatto di
vivere in questo stato gli permette di partecipare a tutto ciò che Dio
fa. Il suo “stato abituale” è dunque il fatto di
vivere nel soprannaturale, immersa nel Divin
Volere. Gesù
l’incoraggia con espressioni di questo tipo:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Continua
il tuo volo nel mio Volere, perchè la volontà umana contiene
debolezze, passioni, miserie, che sono veli che impediscono di entrare nel
Volere eterno.” [82]
Un giorno Gesù confida a Luisa che la sua agonia
al Getsemani è stata più penosa di quella della croce.
Quest’ultima, le dice, era il trionfo su tutto, ed il completamento da
tutto, ma il Getsemani ne era l’inizio. Gesù descrive la sua
esperienza in questo modo:
Gesù a Luisa Piccarreta: “La colpa mi compariva così orrida, e più orribile
della stessa morte. Nel capire soltanto che significa peccato, mi sentivo
morire, e morivo davvero. Gridai al Padre, e fu inesorabile. Non c’era
nessuno che mi desse un aiuto per non farmi morire. Gridai a tutte le creature
che avessero pietà di me, ma invano. Sicchè la mia Umanità
languiva, e stavo per ricevere l’ultimo colpo della morte.
Sai tu chi ne impedì l’esecuzione e sostenne la mia
Umanità a non morire? Prima fu la mia inseparabile Mamma. Ella, nel
sentirmi chiedere aiuto, volò al mio fianco e mi sostenne, ed Io poggiai
il mio braccio destro su di lei. La guardai quasi morente, e trovai in lei
l’immensità della mia volontà integra, senza esserci stata
rottura tra la Volontà mia e la sua.
La mia Volontà è vita, e siccome la Volontà del Padre
era irremovibile, e la morte mi veniva dalle creature, un’altra creatura
che racchiudeva la vita della mia Volontà mi dava la vita. Ecco la mamma
mia, che nel portento della mia Volontà mi concepì e mi fece
nascere nel tempo, ora mi dà una seconda volta la vita per farmi
compiere l’opera della Redenzione.
Poi guardai a sinistra, e trovai la piccola figlia del mio Volere. Trovai
te come prima, col seguito delle altre figlie della mia Volontà. E
siccome la mia Mamma la volli con me come primo anello della Misericordia, per
cui dovevamo aprire le porte a tutte le creature, volli perciò poggiare
la destra. A te ti volli come primo anello di giustizia, per impedire che si
sgravasse su tutte le creature come si meritano. Perciò volli poggiare
la sinistra, affinchè la sostenessi insieme con Me.
Con questi due appoggi Io mi sentii ridare la vita, e come se nulla avessi
sofferto, con passo fermo andai incontro ai nemici. Ed in tutte le pene che soffrii
nella mia Passione, molte di esse capaci di darmi la morte, questi due appoggi
non mi lasciavano mai, e quando mi vedevano pressocchè a morire, con la
mia Volontà che contenevano, mi sostenevano e mi davano come tanti sorsi
di vita. Oh, prodigi del mio Volere! Chi mai può numerarli e calcolarne
il valore? Perciò amo tanto chi vive nel mio Volere. Riconosco in lei il
mio ritratto, i nobili miei lineamenti. Sento il mio stesso alito, la mia
stessa voce. E se non l’amassi, defrauderei Me stesso. Sarei come un
padre senza generazione, senza il nobile corteggio della sua corte, e senza la
corona dei suoi figli. E se non avessi la generazione, la corte, la corona,
come potrei chiamarmi re? Il mio Regno è formato da quelli che vivono
nella mia Volontà. Da questo Regno scelgo la Madre, la Regina, i
figli, i ministri, l’esercito, il popolo. Io sono tutto per loro, e loro
sono tutti per Me.” [83]
2. - Luisa Piccarreta: “Primogenita dei Figli di Luce della
Seconda Generazione”.
Chi sono i “Figli della Luce”? Sono i Santi.
Ce ne sono stati in passato e ne ce ne saranno in futuro.
Ma che differenza
c’è tra prima e seconda generazione di Santi? Che significa: “Figli della
Luce della Prima Generazione”, e “Figli della Luce
della Seconda Generazione”? “Santi della Prima
Generazione”, e “Santi della Seconda Generazione”?
L’espressione utilizzata da
Gesù è nuova, e come tale può apparire strana, ma poi
arrivano le spiegazioni. Per esempio, Luisa dice che i Santi del passato sono
come i cespugli di una foresta, mentre i santi del futuro saranno come gli
alberi della stessa foresta. Aggiunge che la santità del futuro
supererà la santità del passato perché sarà una
santità divina anziché umana.
Piazzate nel loro contesto, le parole di
Luisa ci permettono di tirare tre conclusioni:
1) La parola generazione (come pure la parola secolo), nel linguaggio di Gesù
non ha il significato nostro abituale. Nella mente divina esistono solo due
“generazioni”, quella anteriore
alla Fine dei Tempi, e quella posteriore
alla Fine dei Tempi. La linea di demarcazione è data proprio dalla Fine
dei Tempi. Questo ci aiuta a capire meglio alcune frasi evangeliche, come
quella di Mt 24, 34, che dice: “In verità vi dico, non
passerà questa generazione
prima che tutto questo accada” . [84]
2) Siccome
l’Umanità attuale è arrivata alla Fine dei Tempi, e praticamente tocca la linea di demarcazione, i
Santi della prima generazione sono
quelli del passato (anteriori alla Fine dei Tempi), mentre i Santi della seconda generazione sono quelli del futuro
(posteriori alla Fine dei Tempi).
3) L’Umanità che
vivrà dopo la Fine dei Tempi sarà essenzialmente diversa da
quella che avrà vissuto prima della Fine dei Tempi.
Per chiarire il
tutto è utile ascoltare una parte del dialogo che Gesù e Luisa
hanno avuto il 6 ottobre 1922. Questo dialogo ci permette di vedere come
saranno i Santi del futuro, quelli dell’Era nuova. Anche Luisa sembra un
po’ disorientata di fronte a ciò che Gesù le rivela. Il
dialogo è il seguente:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, questo piano, questo fiumicello nel mio Volere, lo
voglio da te. […] Se tutto ciò che è umano, sia anche un
pensiero, non viene fatto nel mio Volere, il piano umano non prende possesso,
il fiumicello non viene formato, ed il mio Volere non può scendere sulla
terra per farsi conoscere e regnare.
Ond’io, nel sentir ciò, Gli ho detto: »
Luisa Piccarreta a Gesù: «Amor
mio, Gesù, possibile che dopo tanti secoli di vita della Chiesa, che ha
messo fuori tanti Santi, molti dei quali hanno fatto stupire Cielo e terra
delle loro virtù è delle meraviglie che hanno operato, non
dovevano questi operare tutto nel Divin Volere, in modo da formare questo piano
che Tu dici? Stavi aspettando proprio me, la più inabile, la più
cattivella ed ignorante, per fare ciò? Pare proprio incredibile!»
Gesù a Luisa Piccarreta: «Senti, figlia mia, la mia Sapienza tiene mezzi e vie che
l’uomo ignora, che è obbligato a piegare la fronte ed adorarlo in
mutuo silenzio. E non sta a lui dettarmi leggi, chi devo scegliere, ed il tempo
opportuno che la mia bontà dispone. E poi dovevo prima formare i Santi
che dovevano rassomigliarmi e copiare nel modo più perfetto, per quanto
a loro possibile, la mia Umanità. E questo l’ho già fatto.
Ora la mia bontà vuol passare oltre, e vuole dare in eccessi più
grandi d’amore; e perciò voglio che [i nuovi Santi, ndr] entrino
nell’umanità mia e copino ciò che faceva l’anima
della mia Umanità nella Divina Volontà.
Se i primi hanno cooperato alla mia Redenzione di salvare le anime, di
insegnare la Legge, di sbandire la colpa, limitandosi nei secoli in cui sono
vissuti, i secondi passeranno oltre, copiando ciò che faceva
l’Anima della mia Umanità nella Divina Volontà.
Abbracceranno tutti i secoli, tutte le creature, ed elevandosi su tutti
metteranno in vigore i diritti della Creazione che spettano a Me, e che
riguardano le creature, portando tutte le cose alla prima origine della
Creazione e allo scopo per cui la Creazione uscì. Tutto è
ordinato in Me. Se la Creazione la misi fuori, deve ritornarmi ordinata come
uscì dalle mie mani.
Già il primo piano degli atti umani cambiati in
divini nel mio Volere fu fatto da Me. Lo lasciai come sospeso, e la creatura
nulla seppe, meno che la mia cara ed indivisibile Mamma, ed era necessario: se
l’uomo non sapeva la via, la porta, le stanze della mia Umanità,
come avrebbe potuto entrarvi dentro e copiare ciò che Io facevo? Ora il
tempo è giunto che la creatura entri in questo piano e vi faccia anche
del suo nel mio. Che meraviglia che ho chiamato te per prima?
E poi, è tanto vero che ho chiamato te per prima,
che a nessun’altra anima, per quanto a Me cara, ho manifestato il modo di
vivere nel mio Volere, gli effetti di esso, le meraviglie e i beni che riceve
la creatura operante nel Volere supremo. Riscontra quante vite di Santi vuoi, o
libri di dottrine, in nessuno troverai i prodigi del mio Volere operante nella
creatura, e la creatura operante nel mio. Al più troverai la
rassegnazione, l’unione dei voleri, ma il Volere divino operante in essa,
ed essa nel mio, in nessuno lo troverai.
Ciò significa che non era giunto il tempo in cui
la mia bontà doveva chiamare la creatura a vivere in questo stato
sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio pregare non si riscontra in nessun
altro. Perciò sii attenta. La mia Giustizia lo esige, il mio Amore
delira; perciò la mia Sapienza dispone tutto per ottenere
l’intento. Sono i diritti, la gloria della Creazione che vogliamo da te.
» [85]
L’attività
di Luisa: lavorare al tombolo.
Visto che Luisa è la “Primogenita delle anime che formeranno la Seconda Generazione
dei Figli della Luce ”, in che cosa consiste la sua missione? La
risposta è reperibile nelle parole del seguente dialogo avvenuto tra
Luisa e Gesù il 26 novembre 1921.
Luisa racconta: «Stavo
pensando a ciò che sta scritto il giorno 19 del corrente [mese, ndr] [86] e dicevo tra me: “Com’è
possibile che dopo la mia Mamma possa essere io il secondo poggio?”
Il mio dolce Gesù, attirandomi a
Sè dentro una luce immensa mi ha detto:
“Figlia mia, perchè ne
dubiti? Qual’è la ragione?”
Ed io: “La mia grande
miseria”.
E Lui:“Questo mettilo da banda. E
poi, se non eleggevo te, dovevo certo eleggere un’altra della famiglia
umana, perchè questa si ribellò alla mia Volontà, e col
ribellarsi mi tolse lo scopo della gloria, dell’onore che la Creazione
doveva darmi. Quindi un’altra della stessa umana famiglia, con
l’avere un continuo connesso col mio Volere, col vivere più con la
mia Volontà che con la sua, abbracciando tutto nel mio Volere, doveva
elevarsi su tutto per deporre ai piedi del mio trono la gloria, l’onore,
l’amore che tutti gli altri non mi hanno dato.
Unico scopo della Creazione fu che tutti
compissero il mio Volere, non fu che l’uomo operasse cose grandi, anzi le
guardo come un nonnulla e le disprezzo se non sono il frutto della mia
Volontà. Perciò molte opere nel più bello vanno a sfascio,
perchè la vita della mia Volontà non c’era dentro. Onde
l’uomo, avendo rotto la sua volontà con ma mia, mi distrusse il
più bello, lo scopo per cui lo avevo creato. Lui si rovinò
completamente e mi negò tutti i diritti che mi doveva come [suo, ndr] Creatore.
Ma le mie opere portano l’impronta dell’eterno, e non potevano la
mia infinita Sapienza e il mio eterno Amore lasciare l’opera della
Creazione senza i suoi effetti e i diritti che mi spettavano.
Ecco perciò la Redenzione. Volli
espiare con tante pene le colpe dell’uomo, e col non fare mai la mia
volontà, ma sempre quella della Divinità, anche nelle cose
più piccole, come il respirare, il guardare, il parlare, eccetera. La
mia Umanità non si moveva nè aveva vita se non era animata dalla
Volontà del Padre mio. Mi sarei contentato di morire mille volte
anzichè dare un respiro senza il suo Volere. Con ciò riannodai di
nuovo la volontà umana con la divina, [87] e nella mia Persona, essendo
anch’Io vero uomo e vero Dio, ridavo al Padre mio tutta la gloria e i
diritti che gli convenivano.
Ma il mio Volere e il mio Amore non
vogliono essere soli nelle opere mie; vogliono fare altre immagini simili a Me.
E la mia Umanità, avendo rifatto lo scopo della Creazione, per
l’ingratitudine dell’uomo vidi lo scopo della Redenzione
pericolante, e per molti andare quasi a sfascio. Perciò, per rifare che
la Redenzione mi portasse gloria completa e mi desse tutti i diritti che mi si
dovevano, presi un’altra creatura della famiglia umana, quale fu la mia
Mamma, copia fedele della mia vita, in cui la mia Volontà si conservava
integra, ed accentrai in Lei tutti i frutti della Redenzione, onde misi in
salvo lo scopo della Creazione e Redenzione. E la mia Mamma, se nessuno avesse
approfittato della Redenzione, mi avrebbe dato Lei tutto quello che le creature
non mi avrebbero dato.
Ora vengo a te. Io ero vero uomo e vero
Dio, la mia cara Mamma era innocente e santa, ed il nostro amore ci spinse
più oltre. Volevamo un’altra creatura che, concepita come tutti
gli altri figli degli uomini, prendesse il terzo posto al mio fianco. Non ero
contento che Io solo e la mia Mamma fossimo integri con la Volontà
divina, volevamo gli altri figli, che a nome di tutti, vivendo in pieno accordo
con la nostra Volontà, ci dessero gloria e amore divino per tutti.
Quindi chiamai te “ab eterno”, quando nulla esisteva ancora
quaggiù. E come vagheggiavo la mia cara mamma, deliziandomi,
carezzandola e piovendo su di Lei a torrenti tutti i beni della
Divinità, così vagheggiavo te, ti carezzavo, e i torrenti che
piovevano sulla mia Mamma inondavano te, per quanto ne eri capace di contenere,
e ti preparavano, ti prevenivano e, abbellendoti, ti davano la grazia che la
mia Volontà fosse integra in te, e che non la tua ma la mia animasse
anche i tuoi più piccoli atti. In ogni tuo atto scorreva la mia Vita, il
mio Volere, e tutto il mio amore. Che contento! Quante gioie non provavo! Ecco
perchè ti chiamo secondo poggio dopo la mia Mamma. Non su di te mi
poggiavo, perchè tu eri nulla e non potevo poggiarmi, ma sulla mia
Volontà che tu dovevi contenere.
La mia Volontà è Vita, e
chi la possiede, possiede la Vita e può sostenere l’Autore della
stessa Vita.
Onde, come in Me accentrai lo scopo
della Creazione, e nella mia Mamma accentrai i frutti della Redenzione,
così in te accentrai lo scopo della Gloria, come se in tutti fosse
integro il mio Volere, e da cui verrà il drappello delle altre creature.
Non passeranno le generazioni se non ottengo l’intento. »
Luisa continua a raccontare: «Ond’io, stupita, ho
detto:
“Amor mio, possibile che la tua
Volontà sia integra in me e che in tutta la mia vita non ci sia stata
nessuna rottura tra la tua Volontà e la mia? Mi sembra che mi
burli.”
E Gesù, con accento più
dolce ancora: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «No, non ti burlo. È
proprio vero che non c’è stata rottura. Al più, lesa
qualche volta, ed il mio Amore, come forte cemento, ha riparato queste lesioni
e ha reso più forte l’integrità. Io sono stato a guardia di
ogni tuo atto, e subito facevo scorrere il mio Volere come al posto
d’onore. Lo sapevo Io che molte grazie ci volevano, dovendo operare il
più grande miracolo che esiste nel mondo, qual’è il vivere
continuato nel mio Volere. L’anima deve assorbire tutto un Dio nel suo
atto, per ridarlo di nuovo integro come lo ha assorbito, e poi assorbirlo di
nuovo.
Perciò oltrepassa lo stesso
miracolo dell’Eucaristia. Gli accidenti non hanno ragione, nè
volontà, nè desideri che possano opporsi alla mia Vita
sacramentale, sicchè niente ci mette l’ostia. Tutto l’operato
è mio. Se lo voglio lo faccio. Invece, per far succedere il miracolo di
vivere nel mio Volere dovevo piegare una ragione, una volontà umana, un
desiderio, un amore puramente libero. Quanto non ci vuole?
Perciò ci sono anime abbondanti
che si comunicano, e prendono parte al miracolo dell’Eucaristia
perchè meno si sacrificano, ma dovendosi più sacrificare nel far
succedere il miracolo che la mia Volontà abbia vita in loro, pochissime
sono quelle che si dispongono. » [88]
I due brani seguenti continuano a descrivere la missione
di Luisa, sempre vista come “Primogenita delle anime che formeranno la
Seconda Generazione dei Figli della Luce”.
1. Gesù a Luisa Piccarreta: «Ecco
pure perchè ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho
manifestato a nessuno. Al più hanno conosciuto l’ombra della mia
Volontà, la grazia la dolcezza che contiene il farla, ma penetrarvi
dentro, abbracciarne l’immensità, moltiplicarsi con Me e penetrare
ovunque – anche stando in terra – e in Cielo e nei cuori, deporre i
modi umani e agire coi modi divini, questo non è conosciuto ancora,
tanto che a non pochi sembrerà strano. E chi non tiene aperta la mente
alla luce della Verità non ne comprenderà nulla. Ma Io a poco a
poco mi farò strada, manifestando ora una verità, ora
un’altra di questo vivere nel mio Volere, che finiranno col comprenderlo.
» [89]
2. Gesù a Luisa Piccarreta: «Era
stato questo lo scopo della creazione dell’uomo: farlo vivere come nostro
figlio, e mettere in comune con lui i nostri beni affinchè lui fosse in tutto
felice, e Noi restassimo divertiti della sua felicità. Ora, il vivere
nel mio Volere è proprio questo: è il farci restituire lo scopo,
le gioie, le feste della Creazione. [...] A te forse sembra nulla, oppure che
ci siano cose simili nella mia Chiesa. No, no. Per Me invece è il tutto
delle mie opere, e come tale devi apprezzarlo ed essere più attenta a
compiere la missione che voglio da te. » [90]
Nel realizzare il secondo Fiat
trinitario, quello della Redenzione, Gesù si è fatto aiutare da
sua Madre, che ha saputo conservare la Volontà
divina sempre intatta. Per realizzare il terzo Fiat trinitario,
quello della Santificazione, lo Spirito di Dio ha scelto Luisa Piccarreta, una
persona d’aspetto del tutto ordinario. A questo proposito, ecco quel che
Gesù e Luisa si sono detti:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Ora, la tua missione di far conoscere l’eterna
Volontà s’intreccia con la mia e con quella della mia cara Madre.
E dovendo servire al bene di tutti,
era necessario accentrare in una creatura questo Sole eterno del mio
Volere, onde, come missione unica, questo Sole potesse far sfolgorare da una i
suoi raggi, affinchè tutti potessero prendere il bene della sua luce.
Ciò comporta che, per decoro ed onore della mia Volontà Io dovevo
versare in te tali grazie, luce, amore e conoscenza di essa, come forieri e
preparativi che si convenivano all’abitazione del Sole del mio Volere.
Anzi, tu devi sapere che, come la mia Umanità, per l’ufficio
di Redentore, concepì tutte le anime, così in te, per la missione
e per l’ufficio che hai di far conoscere e regnare la mia Volontà,
doveva avvenire che, come vai facendo i tuoi atti nella mia Volontà per
tutti, tutte le creature restano concepite nella tua Volontà. Come vai
ripetendo i tuoi atti nella mia Volontà, così formi tanti sorsi
di vita di Volontà divina per poter alimentare tutte le creature, che in
virtù della mia Volontà restano come concepite nella tua ...
Non senti come nella mia Volontà tu abbracci tutti, dalla prima
all’ultima creatura che dovrà esistere sulla terra, e per tutti
vorresti soddisfare, amare, compiacere questa suprema Volontà, legarla a
tutti, togliere tutti gli ostacoli che impediscono il suo dominio nelle
creature, farla conoscere da tutti, e ti esibisci tu a soddisfare per tutti,
anche con pene, questa Volontà suprema che tanto ama farsi conoscere, e
regnare in mezzo alle creature?
A te è dato, figlia primogenita del mio Divin Volere, di far
conoscere i pregi, il valore, il bene che contiene ed il suo eterno dolore di
vivere sconosciuta, nascosta, in mezzo alle umane generazioni, anzi, dai
cattivi disprezzata e offesa, e dai buoni messa alla pari delle altre
virtù, come se fosse una piccola luce accesa dagli uomini, quali sono le
virtù a paragone di Essa, e non un Sole eterno, qual’è la
mia Volontà.
La missione della mia Volontà
è la più grande che può esistere. Non c’è
bene che da Essa non discenda, non c’è gloria che da Essa non mi
venga. Tutto Essa accentra in Sè: le nostre operazioni interne e quelle
che abbiamo messo fuori, la creazione degli Angeli, del mondo, degli uomini,
tutte le virtù, tutti i meriti, tutte le predestinazioni, tutti i beni,
tutta la gloria degli eletti, tutti i misteri dell’Amore infinito ancora
sconosciuti dagli uomini, e presente, e passato, e futuro, tutto in un Atto ed
in atto, e in un punto solo. [91]
Succede che alle volte Luisa faccia a Gesù delle domande originali.
Come un maestro paziente, Gesù si serve delle domande di Luisa per
sviluppare tutti gli argomenti. Un giorno Luisa fa entrare nella conversazione
il Papa di Roma e la gerarchia della Chiesa! Secondo lei il Papa sarebbe molto
più adatto a svolgere la missione che Gesù vuole affidare a
lei… lei, così piccola, sconosciuta, debole, poco istruita. Nella
sua risposta Gesù le spiega che è tipico del suo Volere supremo
operare i più grandi prodigi in cuori vergini, sconosciuti, umili al
punto da apparire insignificanti, piuttosto che in cuori molto in vista. Ecco
un estratto del dialogo:
Luisa racconta: «Ora
pensavo tra me:
“Se Gesù ama tanto che questo modo di vivere nel Divin Volere
sia conosciuto, dovendo essere una nuova epoca che tanto bene deve portare da
sorpassare gli stessi beni della Redenzione, poteva parlare al Papa che, come
capo della Chiesa, avendone l’autorità, potrebbe influire subito
sulle membra di tutta la Chiesa, col far conoscere questa celeste dottrina , e
portare questo gran bene alle umane generazioni; oppure a qualche persona
autorevole. A questa sarebbe più facile, ma a me, povera ignorante,
sconosciuta... Come potrò far conoscere questo gran bene?”
E Gesù, sospirando e stringendomi più forte a Sè, mi
ha detto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia carissima, il mio
supremo Volere è solito di fare le opere più grandi in anime vergini
e sconosciute, e non solo vergini di natura, ma vergini anche di affetto, di cuore, di pensiero, perchè la vera
Verginità è l’ombra divina, ed Io, solo nella mia ombra
posso fecondare le mie opere più grandi.
Anche ai tempi in cui venni a redimere vi erano i Pontefici, le
autorità, ma non andai da loro, perchè l’ombra mia non
c’era. Perciò elessi una vergine sconosciuta a tutti, ma ben nota
a Me. E se la vera verginità è l’ombra mia, con l’eleggerla
sconosciuta, era la gelosia divina, che volendola tutta per Me, la rendevo
sconosciuta a tutti gli altri. Ma con tutto ciò che questa vergine
celestiale fosse sconosciuta, Io mi feci conoscere, facendomi strada per far
conoscere a tutti la Redenzione.
Quanto più grande è l’opera che voglio fare, tanto più
vado coprendo l’anima con la superficie delle cose più
ordinarie.
Ora, nelle persone che tu dici, essendo persone conosciute, la gelosia
divina non potrebbe mantenere la sua sentinella, e l’ombra divina, oh,
quant’è difficile trovarla!
E poi, Io eleggo chi mi piace. È stabilito che due vergini debbano
venire in aiuto dell’umanità, una per far salvare l’uomo, e
l’altra per far regnare la mia Volontà sulla terra, per dare
all’uomo la sua felicità terrestre, per unire le due
volontà, la Divina e la umana e farne una sola, affinchè lo scopo
per cui fu creato l’uomo abbia il suo pieno compimento. Ci penserò
Io a farmi via per far conoscere ciò che voglio. Quello che mi sta a
cuore è avere la prima creatura dove accentrare questo mio Volere, e che
in lei abbia vita, come in Cielo così in terra. Il resto verrà da
sè.
Perciò ti dico sempre: continua il tuo volo nel mio Volere,
perchè la volontà umana contiene debolezze, passioni, miserie,
che sono veli che impediscono di entrare nel Volere eterno. » [92]
3. - Gesù
ci istruisce sul Volere divino.
Brano # 1. [93] Il brano che segue, datato del 13 maggio 1924, dice che la vera adorazione
consiste nell’accordo della volontà umana con la divina.
Luisa racconta: Stavo facendo le mie solite preghiere, e mentre
tutta mi abbandonavo nelle braccia della Volontà Suprema per fare in
Essa le mie adorazioni alla Maestà divina, il mio Gesù mi ha
detto:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, la vera e
perfetta adorazione sta nell’accordo completo dell’unione della
Volontà di Dio con l’anima. Quanto più l’anima fa una
la sua volontà con quella del Creatore, tanto più è
completa e perfetta la sua adorazione. E se la volontà umana non
è una colla Divina, e non è disposta a ricevere il bacio
dell’unione della Volontà suprema, invece di adorazione può
offrirmi indifferenza e freddezza.
Il primo atto di adorazione è
quello di riconoscere la Volontà del suo Creatore per compierla. Se questo non c’è, succede allora
che con le parole si adora, ma coi fatti si fa il contrario. Dunque
l’accordo della volontà umana con la Divina Volontà
è il primo anello di congiunzione tra il Creatore e la creatura, e da
questo anello scendono in lei, come da dentro un canale, le virtù
divine, e producono in essa la vera adorazione, il perfetto amore verso il suo
Creatore; ed ogni qualvolta l’anima si eleva per tuffarsi in questa
Volontà Eterna, altrettante varietà di bellezza divina acquista.
Perciò l’anima che fa la mia Volontà diviene la mia gioia,
il mio contento, ed Io, col pennello del mio Volere tra le mani, come si tuffa
nel mio Volere, così la ritocco, e le imprimo una sfumatura di
più della mia bellezza, del mio amore, della mia santità, e di
tutte le mie qualità divine. Sicchè per me è lo stesso
stare in Cielo che stare in essa, perchè trovo la medesima adorazione,
la mia Volontà, il mio amore.
E siccome alla creatura c’è
sempre da poter dare, Io mi atteggio ora da valente pittore, e dipingo in lei
la mia immagine, or da maestro, e le insegno le dottrine più alte e
sublimi, or da amante appassionato che do e voglio amore! Insomma faccio uso di tutte le arti per
arricchirla sempre più. E
quando il mio Amore, offeso dalle creature, non trova dove rifugiarsi, dove
mettersi al sicuro, e sta per prendere la via della volta dei Cieli, allora mi
rifugio nell’anima che contiene la mia Volontà, e trovo in lei la
mia potenza che mi difende, il mio Amore che mi ama, la mia pace che mi dà
riposo. Insomma trovo ciò
che voglio.
Quindi la mia Volontà congiunge
insieme Cielo e terra, e da questa unità di volere scaturiscono tutti i
beni possibili ed immaginabili.
Sicchè l’anima che fa la mia Volontà, posso dire che
è tutto per me, ed Io sono tutto per lei.»
Brano # 2. [94] Il brano seguente, datato del 31 maggio 1926, spiega la differenza che
c’è tra l’anima che vive nel Divin
Volere e quella che vive rassegnata.
La prima è come il sole, l’altra invece è come la
terra. La terra vive degli effetti del sole. In questo senso la terra dipende
dal sole, mentre invece il sole non dipende dalla terra.
Luisa racconta: «Ero tutta immersa nella luce del
Divin Volere, quando Gesù tutto tenerezza e tutto amore mi ha detto:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia, voglio farti
conoscere ancora meglio la gran differenza che passa tra chi vive nel mio
Volere nell’unità della sua Luce, e tra chi si rassegna e si
sottopone alla mia Volontà.
Osserva: il sole sta nella volta dei
cieli e spande i suoi raggi sulla superficie della terra. Sembra che tra terra e sole ci sia una
specie d’accordo, il sole col toccare la terra e la terra col ricevere la
luce ed il tocco del sole.
Ora la terra, col ricevere il tocco
della luce, sotto-ponendosi al sole, riceve gli effetti che contiene la luce, e
questi effetti trasmutano la sua faccia, la fanno rinverdire, fiorire, le
sviluppano le piante, le maturano i suoi frutti, ed operano tante altre
meraviglie che abbelliscono il creato.
Ora il sole, col dare i suoi effetti,
non dà la sua luce, anzi, quasi geloso, ne conserva la sua
unità. Gli effetti poi non
sono duraturi, e perciò si vede la povera terra ora tutta fiorita, ora
tutta spoglia. Ad ogni stagione si
cambia, subisce mutazioni.
Se il sole desse alla terra effetti e
luce, la terra si cambierebbe in sole e non avrebbe più bisogno di
mendicare gli effetti perchè, contenendo in sè la luce,
diverrebbe padrona della sorgente degli effetti che il sole contiene.
Ora tale è l’anima che si
rassegna e si sottopone alla mia Volontà: vive degli effetti che ci sono
in essa, e non possedendo la luce non possiede la sorgente degli effetti che
nel sole dell’Eterno Volere ci sono, e perciò si vede quasi come
terra, ora ricca di virtù, ora povera, e si muta ad ogni circostanza.
Se poi non è rassegnata e
sottoposta alla mia Volontà, allora si rassomiglia alla terra che non si
volesse far toccare dalla luce del sole, e quindi squallida e senza un filo
d’erba.
Tale restò Adamo dopo il peccato:
perdette l’unità della luce e quindi la sorgente dei beni ed
effetti che il sole della mia Volontà contiene; non sentì
più in se stesso la pienezza del Sole divino, non vide più in lui
quell’unità della luce che il suo Creatore aveva fissato nel fondo
dell’anima sua per cui comunicandogli la sua somiglianza faceva di lui
una sua copia fedele.
Prima di peccare, possedendo la sorgente
dell’unità della luce della Volontà del suo Creatore, ogni
suo piccolo atto era un raggio di luce, che invadendo la Creazione tutta andava
a fissarsi nel centro del suo Creatore portandogli l’amore ed il
contraccambio di tutto ciò che era stato fatto per lui in tutta la
Creazione.
Era lui che armonizzava tutto ciò
che era stato fatto per lui in tutta la Creazione. Era lui che armonizzava tutto e formava
la nota d’accordo tra il cielo e la terra.
Ma come si sottrasse dalla mia
Volontà, non più i suoi atti come raggi invadevano cielo e terra,
ma si restrinsero quasi come piante e fiori nel piccolo circuito della sua
natura umana. Sicchè
perdendo l’armonia con tutta la Creazione, diventò la nota scordante
di tutto il Creato. Oh, come scese
nel basso e pianse amaramente l’unità della luce perduta, che
elevandolo sopra tutte le cose create faceva di lui il piccolo Dio della terra!
Ora, figlia mia, da quello che ti ho
detto puoi ben comprendere che il vivere nella mia Volontà è
possedere la sorgente dell’unità della luce del mio Volere con
tutta la pienezza degli effetti che in esso ci sono. Sicchè in ogni atto della
creatura sorge la luce, l’amore, l’adorazione, ecc., che
costituendosi atto per ogni atto, amore per ogni amore, come luce solare
invadono tutto, armonizzano tutto, accentrano tutto in lei, che come fulgido
raggio porta al suo Creatore il contraccambio di tutto ciò che ha fatto
per tutte le creature è la vera nota d’accordo tra cielo e terra.
Vedi dunque che gran differenza passa
tra chi possiede la sorgente dei beni che contiene il sole della mia
Volontà, e tra chi vive degli effetti di Essa! È la medesima differenza che
passa tra il sole e la terra: il sole possiede sempre la pienezza della luce e
degli effetti, è sempre sfolgorante e maestoso nella volta dei cieli,
nè ha bisogno della terra; e mentre tocca tutto, esso è
intangibile, non si fa toccare da nessuno, e se qualcuno ardisse anche di
fissarlo, colla sua luce esso lo eclissa, lo acceca e lo atterra.
La terra invece ha bisogno di
tutto. Si fa toccare, spogliare, e
se non fosse per la luce del sole e dei suoi effetti sarebbe come una tetra
prigione, piena di squallida miseria. Perciò non c’è
paragone che regga tra chi vive nella mia Volontà e chi si sottopone ad
Essa.
L’unità della luce la
possedette Adamo prima di peccare, ma poi non potè più
recuperarla stando in vita. Di lui
successe come alla terra, che girando intorno al sole, non essendo fissa,
mentre gira la parte che si oppone al sole si trova nelle tenebre della
notte. Ora per renderlo fermo di
nuovo e così poter godere l’unità di questa luce, ci voleva
un riparatore superiore a lui, ci voleva una forza divina per raddrizzarlo:
ecco la necessità della Redenzione.
Solo la mia celeste Mamma possedette
l’unità della luce del mio Divin Volere, e perciò
più che sole può dare luce a tutti. Tra lei e la Maestà suprema non
ci fu mai notte, nè ombra alcuna, ma sempre pieno giorno, e
perciò in ogni istante quest’unità della luce del mio
Volere faceva scorrere in lei tutta la vita divina, che le portava mari di
luce, di gioie, di felicità, di cognizioni divine; mari di bellezza, di
gloria, d’amore. E lei, come
in trionfo, portava al suo Creatore tutti questi mari come suoi, per attestargli
il suo amore, la sua adorazione.
Possedeva tanto amore che, come connaturale, poteva amare per tutti,
adorare e supplicare per tutti. I
suoi più piccoli atti, fatti nell’unità di questa luce,
erano superiori ai più grandi atti, ed a tutti gli atti insieme di tutte
le creature. I sacrifici, le opere,
l’amore di tutte le altre creature sono come quasi piccole fiammelle di
fronte al sole, goccioline d’acqua di fronte al mare degli atti della Sovrana
Regina.
Fu in virtù
dell’unità di questa luce del Supremo Volere che in lei
trionfò tutto, vinse il suo stesso Creatore e lo fece prigioniero nel
suo materno seno. Ah, solo
l’unità di questa luce del mio Volere poteva operare un tanto prodigio! Adamo col perdere questa unità
della luce si capovolse e formò la notte del suo spirito, le debolezze,
le passioni per sè, per le generazioni venture. La Vergine eccelsa invece, col non fare
mai la sua volontà, formò in lei il giorno eterno, e fece
spuntare il Sole di Giustizia per tutte le generazioni.
Se la Vergine Regina non avesse fatto
altro che conservare nel fondo dell’anima sua immacolata
l’unità della luce dell’eterno Volere, ciò sarebbe
bastato per ridarci la gloria di tutti, gli atti di tutti, ed il contraccambio
dell’amore di tutta la Creazione.
La Divinità, per mezzo suo, in virtù della mia
Volontà, si sentì ritornare le gioie e la felicità che
aveva stabilito di ricevere per mezzo della Creazione. Perciò lei si può chiamare
la Regina, la Madre, la Fondatrice, la base e lo specchio della mia Volontà,
in cui tutti possono rimirarsi per ricevere da lei la vita di essa.
Infine, figlia mia, Adamo nello stato
d’innocenza e la mia Mamma Celeste possedettero l’unità
della luce della mia Volontà non per virtù propria, ma per
virtù comunicata da Dio.
Invece la mia umanità la possedette per virtù propria,
perchè in essa non solo c’era l’unità della luce del
Supremo Volere, ma anche il Verbo eterno; perciò superò in modo
infinitamente perfetto tanto Adamo innocente, quanto la stessa Madre mia,
perchè in loro era grazia, in Me era natura. Loro dovevano attingere da Dio la luce,
la grazia, la potenza, la bellezza, in Me c’era la fonte che faceva
sorgere la luce, la bellezza, la grazia, ecc.
Perciò, figlia mia, sii
attenta. Il tuo Gesù tiene
la fonte di tutti i beni, fonte che sempre sorge per sempre comunicarteli:
perciò ho tanta premura di farti conoscere la lunga storia della mia
suprema Volontà, e numerarti i grandi prodigi che essa
contiene”.»
Brano # 3. [95] Nel brano che segue, datato del 9 aprile 1926, Gesù
spiega la differenza che c’è tra la Volontà di Dio, divina
in tutto, e le nostre virtù.
Luisa
racconta: «Stavo pensando e ragionavo
tra me: il mio dolce Gesù mi ha manifestato tante verità grandi,
mirabili, altissime, meravigliose circa
la Volontà di Dio; eppure a me sembra che le creature non hanno
un concetto esatto di essa, nè provano impressione alcuna delle
meraviglie che in Essa ci sono, anzi, sembra che la mettano a pari delle
virtù, e forse ci tengono più a queste che alla santissima
Volontà di Dio.
Mentre così ragionavo, il mio
amabile Gesù, tutto tenerezza, ha detto: »
Gesù
a Luisa Piccarreta:
«Figlia mia, vuoi sapere il perchè? Le virtù che si
praticano sulla terra di rado escludono fini umani, stima propria, propria
gloria, amore di comparire e di piacere a persone, e in ciò la
volontà umana guadagna sempre qualche cosa. Invece quando si fa la mia
Volontà, questa, la prima cosa che atterra è l’umano volere
e non tollera nessun fine umano.
Essa è di
Cielo e vuol mettere nell’anima ciò che è divino ed al
Cielo appartiene, sicchè il proprio io resta digiuno e si sente
morire. In una parola, la mia
Volontà vuole il suo Cielo nel fondo dell’anima, altrimenti
resterebbe inceppata e non potrebbe svolgere la sua vita divina.
Quindi, grande
è la differenza che passa tra le virtù e la mia Volontà,
tra la santità dell’una e dell’altra.
Le virtù possono essere delle
creature, e possono formare al più una santità umana, la mia
Volontà è di Dio e perciò forma una santità tutta
divina. Vedi dunque che gran
differenza.
Siccome le creature sono abituate a
guardare nel basso, loro fanno più impressione le piccole lucerne delle
virtù, che il gran sole della mia Volontà.
Osserva per poco l’azione che il
sole esercita sulla terra quando esso sorge; tutte le cose cambiano aspetto: le
piante sembrano inargentate ed imperlate, i fiori ricevono la vita del proprio
profumo e del diverso colore a seconda della diversità di essi; sembra
che tutte le piante ricevano a sorsi a sorsi la vita della luce del sole per
svilupparsi e formarsi.
Eppure una è la luce, uno il
calore, null’altro si vede.
Ma donde scaturiscono tanti diversi effetti e tante varie tinte che
riceve la natura?
Tutti dal sole, perchè il sole
tiene il germe della fecondità, il germe della sostanza di tutti i
colori nella sua luce e nel suo calore.
Non si può dare una cosa se non
si possiede.
Così il sole non avrebbe potuto
dare nè la fecondità, nè la dolcezza ai frutti, nè
il colorito ai fiori, nè operare tante meraviglie sulla terra se non
contenesse in sè tutti gli effetti che produce.
Simbolo della mia Volontà
è il sole.
Come sorge sull’anima, così
la vivifica, la imperla di grazie, le dà le tinte più belle della
santità divina, la trasforma in Dio.
Essa col dare nulla perde, come niente
perde il sole col fare tanto bene alla terra, anzi resta glorificato
nell’opera della creatura.
Il nostro Essere è sempre in
perfetto equilibrio, nè cresce, nè può decrescere.
È come se al mare un vento
investa la superficie e formi delle onde.
Se queste straripano, il mare nulla perde, perchè come le acque
straripano, così subito il mare torna allo stesso livello di prima.
Così succede tra Dio e
l’anima. Questa è come
un piccolo vento che forma le onde sul mare divino. Può prendere quant’acqua
vuole, ma il nostro mare rimarrà sempre al suo livello, perchè la
nostra natura non è soggetta a subire mutazioni. Perciò più
prenderà, tanto più mi darà gusto, ed Io resterò
glorificato in lei”.
Luisa
racconta: «Dopo ciò stavo
pensando che differenza passa dal farsi dominare dalla Volontà di Dio e
farsi dominare dalla volontà umana. Mentre ciò consideravo, mi
sembrava di vedere un uomo curvo la cui fronte toccava le ginocchia, coperto di
un velo nero involto in una nebbia fitta che gli impediva di vedere la
luce. Poveretto, sembrava ubriaco,
e barcollando cadeva ora a destra, ora a sinistra. Veramente faceva pietà.
Ora mentre ciò vedevo, il mio
dolce Gesù mi ha detto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, quest’uomo
è l’immagina di chi si fa dominare dalla propria volontà.
Il volere umano incurva tanto
l’anima, che questa è costretta a guardare sempre la terra, per
cui questa sola conosce ed ama.
Questa conoscenza e quest’amore
poi formano una nebbia fitta e nera, che tutta la involge, le toglie la vista
del cielo e la luce delle verità eterne.
In tal modo la ragione umana resta
ubriaca delle cose della terra e quindi non ha il passo fermo, e barcolla a
destra e a sinistra, involgendosi nelle tenebre fitte che la circondano.
Vedi dunque che non c’è
sventura più grande per un’anima che farsi dominare dalla propria
volontà!
Invece tutto il contrario avviene a chi
si fa dominare dalla mia Volontà.
Il mio Volere fa crescere l’anima
talmente dritta, che questa è impossibilitata a piegarsi verso
terra. Essa guarda sempre al cielo,
per cui non vede che luce, che eclissando e facendo scomparire tutte le cose
della terra, le mostra soltanto ciò che è celeste, perciò
altro non conosce ed ama che il Cielo e tutto ciò che al Cielo
appartiene.
La mia Volontà le rende il passo
fermo, quindi non c’è pericolo che possa barcollare
menomamente. Con la (sua) luce con
cui l’avvolge, le illumina la mente, che passa da una verità
all’altra, scoprendole arcani divini, misteri ineffabili, gioie celesti.
È la più grande fortuna
per un’anima il farsi dominare dalla mia Volontà. Allora essa tiene la supremazia di
tutto, occupa il primo posto d’onore in tutta la creazione, e continuamente
si porta al Padre celeste per ricantargli la sua gloria, il suo amore, i
prodigi della sua eterna Volontà.
E il Padre, a sua volta, le comunica il
suo Amore che in lei si riversa abbondantemente, i suoi mari di grazie, che
continuamente straripano dal Seno divino, i primi baci, le carezze più
amorose.
Solo a lei ci è dato di affidare
i Nostri segreti, perchè essendo la più vicina a Noi, è
sempre con Noi, la facciamo parte di tutte le cose Nostre.
Noi formiamo la sua vita, la sua
felicità, perchè essendo la volontà sua una con la Nostra,
e possedendo il nostro Volere, la nostra stessa felicità, non è
meraviglia che possa dare anche a Noi gioie e felicità, e quindi ci
felicitiamo a vicenda.
Figlia mia, la nostra Volontà
contiene potenza creatrice, quindi crea nell’anima la forza, la grazia,
la luce, onde l’anima sente in sè una forza divina, come se fosse
sua, una grazia sufficiente per il bene che deve fare o per una pena che le
tocca soffrire, una luce che le fa vedere il bene che connaturalmente fa. E così, allettata dalla bellezza
dell’Opera divina che compie, gioisce e fa festa. Sì, le opere che compie la mia
Volontà nell’anima hanno l’impronta della gioia e
d’una festa perenne. Questa
festa fu iniziata dal mio “Fiat” nella creazione, ma interrotta
dalla rottura della volontà umana con quella di Dio; e come
l’anima fa operare e dominare in sè il Supremo Volere, così
la festa riprende il suo corso, e tra la creatura e Noi si ripristinano le
gioie, gli amori, le delizie.
In Noi non esiste
l’infelicità, nè il dolore. Come potevamo darlo alle creature? E se esse sentono
l’infelicità è perchè lasciano (abbandonano) la
Volontà divina e si chiudono nel piccolo campo della volontà
umana. E solo quando ritornano nel
Supremo Volere trovano le gioie, la felicità, la potenza, la forza, la luce,
la bellezza del loro Creatore.
Tutti questi beni poi, facendoli come cose proprie, sentono in loro una
sostanza divina come connaturale, che giunge a dar loro gioie e felicità
nello stesso dolore.
Nella volontà umana invece non
c’è una potenza creatrice, per cui se essa volesse esercitare le
virtù, non potrebbe creare la pazienza, l’umiltà,
l’ubbidienza, ecc. Ecco
perchè sente lo stento, la fatica per poter praticare le virtù;
ed il motivo è perchè le manca la Forza divina per sostenerla, la
Potenza creatrice per alimentarla e darle vita.
Di qui la sua incostanza, per cui passa
con facilità dalle virtù ai vizi, dalla preghiera alla
dissipazione, dalla Chiesa ai divertimenti, dalla pazienza
all’impazienza. E tutto
questo miscuglio di bene e di male produce l’infelicità nella
creatura.
Invece chi fa regnare in sè la
mia Volontà, sente la fermezza nel bene, sente che tutte le cose gli
portano la felicità, la gioia, tanto più che tutte le cose da Noi
create portano l’impronta, il germe della gioia e della felicità
di Colui che le creò; perchè furono create da Noi per portare
tutta la felicità all’uomo, avendo avuto ciascuna cosa creata il
mandato da Noi di partecipare alla creatura la felicità, la gioia che posseggono.
Difatti qual gioia e felicità non
porta la luce del sole? Qual
piacere non porta alla vista il cielo azzurro, un prato fiorito, un mare che
mormora? Qual gusto non porta al
palato un frutto dolce e saporito, un’acqua freschissima, e tante altre
cose?
Tutte le cose create, nel loro muto
linguaggio dicono all’uomo: ti portiamo la felicità, la gioia del
nostro Creatore.
Ma in chi trovano l’eco della
gioia loro e della felicità loro?
Solo in chi trovano regnante e dominante la mia Volontà,
perchè essendo unica la volontà che regna integra in loro, che
possiede lo stesso Dio e che regna nell’anima, comuni diventano i mari di
gioie, di felicità e di contenti.
Sicchè è una vera festa.
Perciò, figlia mia, ogni
qualvolta ti fondi nella mia Volontà e fai il giro per (di) tutte le
cose create per suggellarmi il tuo amore, la tua gloria, la tua adorazione su
ciascuna cosa creata, mi sento rinnovare la gioia, la felicità, la
gloria, come nell’atto quando mettemmo all’esistenza tutta la
Creazione.
Tu non puoi capire la festa che ci fai
quando vediamo che tu, con la tua piccolezza, volendo abbracciare tutto nella
nostra Volontà, ci ricambi in amore, in gloria, per tutte le cose
create. Allora è tanta la
nostra gioia, che siamo tutti intenti a goderci la gioia, la festa che ci dai.
Il vivere nel supremo Volere è la
cosa più grande per Noi e per l’anima, è lo sbocco del
Creatore sulla creatura, perchè riversandosi su di essa le dà la
sua forma, e le partecipa tutte le qualità divine, in modo che ci vediamo
ripetere da lei le opere nostre, la gioia nostra, la nostra felicità.
»
4. – Gesù rivela a Luisa l’età dell’uomo.
Da quanto tempo la specie umana è presente sulla terra? La scienza
tenta di rispondere, ma le sue risposte variano da uno scienziato
all’altro, e da un’epoca all’altra. Nel testo che segue,
scritto da Luisa Piccarreta il 29 gennaio 1919, Gesù ci dice che
la storia dell’umanità è cominciata sei mila anni fa.
Gesù si esprime in questi termini:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia diletta, voglio farti sapere l’ordine della
mia provvidenza : in ogni corso di due mila anni ho rinnovato il mondo.
Dopo i primi due mila anni lo rinnovai col diluvio. Dopo i secondi due mila
anni i buoni e gli stessi santi sono vissuti dei frutti della mia
Umanità, e a sprazzi hanno goduto della mia Divinità. Ora siamo
circa al termine dei terzi due mila anni, e ci sarà una terza
rinnovazione. Ecco perciò lo scompiglio generale. Esso non è
altro che un preparativo, appunto, a questa terza rinnovazione.
E se nella seconda manifestai ciò che faceva e soffriva la mia
Umanità, pochissimo ciò che operava la Divinità, ora in
questa terza rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata, ed in gran
parte distrutta la generazione presente, sarò ancora più largo
con le creature, e compirò la rinnovazione col manifestare ciò
che faceva la mia Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio
Volere divino col mio volere umano, come tutto restava concatenato in Me, come
tutto facevo e rifacevo, ed anche un pensiero di ciascuna creatura era rifatto
da Me e suggellato col mio Volere divino.
Il mio Amore vuole sfogo, e vuole fare conoscere gli eccessi che operava la
mia Divinità nella mia Umanità a prò delle creature, che
superano di gran lunga gli eccessi che operava esternamente la mia
Umanità. » [96]
Il testo che
segue, scritto da Luisa nel 1925, conferma il precedente. Ha come titolo: Appello
del Re divino che promulga il Regno della sua Volontà. [97]
Dio parla all’Umanità: «Miei cari ed amati figli, vengo in
mezzo a voi con il Cuore affogato nelle fiamme d’Amore. Vengo come Padre
in mezzo ai figli che amo assai, ed è tanto il mio Amore, che vengo a
rimanere con voi per fare vita insieme, e vivere con una solo volontà,
con un solo Amore [...]
Sappiate che è tanto il mio
Amore, che metterò da parte la vostra vita passata, le vostre stesse
colpe, tutti i vostri mali, e li seppellirò nel mare del mio Amore
affinchè siano tutti bruciati, ed incominceremo insieme una nuova vita,
tutta di Volontà mia. [...]
Oh, quanto lo sospiro, quanto gemo e
deliro, e giungo fino a piangere perchè voglio che i miei cari figli
stiano insieme con Me, e vivano della mia stessa Volontà!
Sono circa sei mila anni di
lunghi sospiri e di lacrime amare della mia santa Umanità, perchè
reclamo e voglio i miei figli intorno a Me, per renderli santi e felici. [...]
Se mi darete la vostra volontà, tutto è fatto. Mi renderete
felice e sarete felici. Non sospiro altro, se non che la mia Volontà
regni in mezzo a voi. Il cielo e la terra vi sorrideranno.
Perciò ascoltatemi. Vi prego,
figli miei, di leggere con attenzione queste pagine che vi metto davanti, e
sentirete il bisogno di vivere della mia Volontà. Io mi metterò
vicino a voi quando leggerete, e vi toccherò la mente, il cuore,
perchè comprendiate e risolviate di volere il Dono nel mio
“Fiat” divino. » Corato, 1925.
Dei tre estratti che seguono, due sono dialoghi tra Luisa e Gesù, il
terzo è una lettera che Luisa ha scritto per rispondere ad un
corrispondente. Il primo e il terzo confermano che l’uomo esiste sulla
terra da sei mille anni, il secondo informa che il Divin Volere
farà la salvezza o la perdita di molti.
Brano # 1. [98]
Luisa a Gesù: «Mio amato Gesù, quando verrà questo Regno?»
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figli
mia, per venire la Redenzione ci vollero quattro mila anni,
perchè il popolo che pregava e sospirava il futuro Redentore era il
più piccolo, di numero molto ristretto. Invece le anime che appartengono
alla mia Chiesa formano più popoli e sono di numero, oh, quanto superiore
a quello. Perciò il numero abbrevierà il tempo [...] »
Brano # 2. [99]
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, questo cerchio è la mia Volontà
eterna, che abbraccia la gran ruota dell’eternità. Tutto
ciò che è dentro il cerchio non è altro che tutto
ciò che fece la mia Umanità nella Divina Volontà, per
impetrare che il mio Volere si compisse come in Cielo così in terra.
Tutto è preparato e fatto. Non resta altro che aprire le porte e farlo
conoscere, per fare all’uomo prendere il possesso.
Di Me fu detto, quando venni sulla terra a redimere l’uomo, che sarei
stato la salvezza e la rovina di molti. Così si dirà ora, che
questa mia Volontà sarà o di grande santità, perchè
la mia Volontà è di assoluta santità, o di rovina per
molti. [...]
Perciò sii attenta. Guarda sempre fissa nel mio Volere, e ti
troverai con la pienezza della grazia di vivere nella mia Volontà.
» (21 settembre, 1923).
Brano # 3. [100]
Lettera di Luisa a un corrispondente: «Carissimo figlio nel Voler Divino, rispondo alla vostra carissima
lettera e prego Gesù che vi dia sempre nuove grazie, nuova luce, per far
comprendere a tutti il vivere nel Volere divino. Oh, come Gesù Io
sospira e giunge fino a piangere, che vuole che conosciamo la santa Divina
Volontà, perché regni e domini in tutto il mondo, e perché
è decreto della Trinità sacrosanta che la Divina Volontà
si faccia in terra come si fa in Cielo.
Come fu decretata la Creazione e la Redenzione, così è
decretato il Regno della Divina Volontà sulla terra; e perciò
userà tutte le arti, prenderà la creatura da tutti i lati, con
castighi terribili, con miracoli strepitosi, per fare che ciò avvenga.
Giungerà a tanto, che il primo al sacrificio sarà Gesù: si
metterà a capo di tutti gli atti nostri, per fare che tutti corrano nel
mare della Divina Volontà. E se Gesù ci sta castigando è
proprio per questo: che le creature, specie la parte religiosa, invece di farsi
prendere da Gesù per via d’amore, come Lui voleva, si è
fatta prendere per via di castighi.
Povero Gesù, quanto soffre, e come sospira e piange, che le creature
non lo pregano, non lo pressano a concedere loro il dono di vivere nella
Volontà di Dio. E se trova qualcuna, se la prende in braccio, fa festa,
si sente come un Re vittorioso, che sebbene per sei mila anni ha dovuto
combattere, ricevendo ferite e sconfitte, ora finalmente ha fatto la prima
conquista, e vittorioso se la gode, e chiama tutto il Cielo a festeggiare la
sua prima vittoria. E mentre fa festa, mette a disposizione della creatura la
sua santità, il suo Amore, la sua Luce, le sue Grazie, e le dà il
diritto nella sua Patria Celeste. Sicché anche stando in terra, lei
è posseditrice della Patria Celeste e può dire: Ciò che si
fa in Cielo faccio io in terra; anzi loro godendo e felicitandosi, ed io
facendo le nuove conquiste che servono a portare nuove gioie al Cielo.
Perciò dite a tutti che non vi è cosa più grande,
prodigio più strepitoso del vivere nel Volere Divino. Noi ci mettiamo a
disposizione di Dio e Lui si mette a disposizione nostra, fino a farci formare
tanti Gesù per quanti atti facciamo nella sua santa Volontà.
1 mari del Volere Divino non sono conosciuti ancora. Se li conoscessero, si
getterebbero nel mare del Divin Volere per farvi vita perenne. Perciò
preghiamo ed aspettiamo; Gesù tiene i secoli in suo potere; ciò
che non fa oggi farà domani, perché oggi le menti sono cieche.
Domani troverà occhi che potranno sostenere la luce della Divina
Volontà e farà ciò che non ha fatto oggi.
Salutandovi, vi lascio tutti nel mare immenso del Volere divino. La piccola
figlia del Volere Divino.
5. - Importanza degli scritti di Luisa per l’avvenire
dell’umanità.
Che ruolo avranno i messaggi di Luisa nel futuro? Gesù dice che le
verità sulla Volontà divina rinnoveranno la Chiesa e
cambieranno la faccia della terra. Ecco le sue parole:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, nella mia onniveggenza vedo che questi scritti
saranno per la mia Chiesa come un nuovo Sole che sorgerà in mezzo ad
essa, e gli uomini, attratti dalla sua luce sfolgorante, si applicheranno per
trasformarsi in questa luce, ed uscire spiritualizzati e divinizzati, per cui,
rinnovandosi la Chiesa, trasformeranno la faccia della terra.
La dottrina sulla mia Volontà è la più pura, la
più bella, non soggetta ad ombra di materia o di interesse, tanto
nell’ordine soprannaturale come nell’ordine naturale; perciò
sarà a guisa di sole, la più penetrante, la più feconda, e
la più benvenuta ed accolta.
Siccome è luce, per se stessa si farà capire e si farà
via. Non sarà soggetta a dubbi o a sospetti di errore, e se qualche
parola non si capirà, sarà la troppa luce, che eclissando
l’intelletto umano, non potranno comprendere tutta la pienezza della
Verità, ma non troveranno una parola che non sia verità; al
più, non potranno del tutto comprenderla.
Perciò, in vista del bene che vedo, ti spingo a nulla tralasciare di
scrivere. Un detto, un effetto, una similitudine sulla mia Volontà
può essere come una rugiada benefica sulle anime, com’è
benefica la rugiada sulle piante dopo una giornata di sole ardente, o come una
pioggia dirotta dopo lunghi mesi di siccità. Tu non puoi capire tutto il
bene, la luce, la forza che c’è dentro di una parola; ma il tuo
Gesù lo sa, e sa a chi deve servire, ed il bene che deve fare. [...]
Tu lo vedrai dal Cielo il gran bene, quando la Chiesa riceverà
questo alimento celeste che, fortificandola, la farà risorgere nel suo
pieno trionfo. » [101]
Questo grandioso
rinnovamento spirituale, Gesù lo descrive in questo modo:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Queste verità sulla mia Volontà divina formeranno
il giorno del mio Fiat in mezzo alle creature. A seconda che le conosceranno,
così si andrà formando il giorno. Sicchè, come
incominceranno a conoscere le prime verità che ti ho manifestate –
purchè abbiano buona volontà e disposizione di farne vita propria
– così si formerà una splendidissima aurora. Però
queste verità avranno anche virtù di disporle, e di dar la luce a
tanti ciechi che non la conoscono e amano.
Onde, sorta l’aurora, si sentiranno investiti da una pace celeste,
più raffermati al bene, e quindi loro stessi sospireranno di conoscere
altre verità, le quali formeranno il principio del giorno del mio Volere
divino. Questo principio del giorno aumenterà la Luce, l’Amore.
Tutte le cose si convertiranno in bene per loro. Le passioni perderanno la
forza di farli cadere nel peccato. [...] Si può dire che è il
primo ordine del bene divino ciò che si sentiranno. Quest’ordine
gli faciliterà le loro azioni. Sentiranno una forza con cui tutto
possono fare, perchè è proprio questa la sua virtù
primitiva, che getta nell’anima il trasmutare la natura in bene.
Quindi, sentendo il gran bene del principio del giorno del mio Volere,
sospireranno che il giorno s’inoltri. Verranno a conoscere altre
verità, le quali formeranno il pieno giorno.
In questo pieno giorno sentiranno al vivo la Vita della mia Volontà
in essi, la sua gioia e felicità, la sua virtù operante e
creatrice in loro. Si sentiranno in possesso della mia stessa Vita, che sono i
portatori della mia Volontà divina. Il pieno giorno darà loro
tali ansie di conoscere le altre verità, e conosciute, esse formeranno
il pieno meriggio. In questo la creatura non si sentirà più sola.
Tra essa e il mio Volere non ci sarà più separazione. Ciò
che farà Esso, farà lei, sarà operante insieme. Tutto, di
diritto, sarà suo: il Cielo, la terra, e anche lo stesso Dio.
Vedi dunque a che scopo nobile, divino e prezioso, serviranno queste
verità che ti ho fatto scrivere sulla mia Divina Volontà per
formare il suo giorno? A chi formeranno l’aurora, a chi il principio del
giorno, a chi il pieno giorno, ed in ultimi il pieno meriggio. [...]
Queste verità, a seconda che si conoscono, formeranno le diverse
categorie delle anime che vivranno nel mio Volere. Una conoscenza in più
o in meno le farà salire o restare nelle diverse categorie. La
conoscenza sarà la mano per farle salire nelle categorie superiori.
Sarà la stessa vita della pienezza della mia Volontà in loro.
Perciò posso dire che con queste verità ho formato il giorno
a chi vuol vivere nel mio Volere divino. Giorno di Cielo, più della
stessa Creazione […] perchè ogni verità tiene virtù
di creare la nostra Vita nella creatura, ed oh, come sorpassa tutta la
Creazione!
Perciò il nostro Amore ha superato tutto nel manifestare tante
verità sulle mia Divina Volontà. La nostra gloria sarà
piena da parte delle creature, perchè avranno la nostra Vita in loro
potere, per glorificarci ed amarci.
In riguardo all’uscire
queste verità, come ho tenuto potenza e amore per assistere a chi doveva
manifestarle, così terrò potenza e amore per investire le
creature, e trasmutarle nella stessa verità. Per cui, sentendosi la
vita, sentiranno un tale bisogno di mettere alla luce ciò che sentono in
loro. Quindi non ti dar pensiero. Io, che tutto posso, farò e ci
penserò a tutto.» [102]
Posizione normale
di Luisa.
Nel 1906 tra Gesù e Luisa si svolge un dialogo a proposito degli
scritti che Luisa sta componendo progressivamente. Gesù le risponde
qualificando questi scritti di Specchio
divino.
Luisa Piccarreta a Gesù: «Mio sommo Bene, il mio
desiderio è che non vorrei scrivere più. Quanto mi pesa! Se non
fosse per timore di uscire dal tuo Volere e dispiacerti, non lo farei.
E Lui, troncando il mio dire ha
aggiunto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Tu non lo vuoi, ed Io lo voglio. Quello che ti dico, e che tu,
per ubbidire, scrivi, per ora serve da specchio a te e a quelli che prendono
parte alla tua direzione. Verrà tempo che servirà da specchio
agli altri. Sicchè ciò che tu scrivi, detto da Me, si può
chiamare Specchio divino.
E tu vorresti togliere questo Specchio divino alle mie creature? Badaci
seriamente, figlia mia, e non voler restringere col non scrivere, tutto questo
Specchio di Grazia. » [103]
Il 14 febbraio 1922 Gesù appare a Luisa particolarmente gioioso, e
rispondendo a Luisa che le chiede il motivo di tanta gioia, Egli dice che
quelli che scrivono nel suo nome sono la continuazione della sua vita
evangelica:
Luisa
racconta: «Trovandomi
nel mio solito stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere tutto
compiaciuto e con un contento indescrivibile, ed io gli ho detto: “Che
avete Gesù? Buone nuove mi portate che siete così
contento?”
E Gesù mi
disse: »
Gesù
a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, sai perchè sono
così contento? Tutta la mia gioia, la mia festa, è quando ti vedo
scrivere. Vedo vergare nelle parole scritte la mia Gloria, la mia Vita e la
conoscenza di Me, che si moltiplica sempre più, la luce della
Divinità, la potenza della mia Volontà, lo sbocco del mio Amore.
Tutto vedo vergato sulla carta, ed Io in ogni parola sento la fragranza di
tutti i miei profumi. Poi vedo quelle parole scritte correre, correre in mezzo
ai popoli, per portare nuove conoscenze, il mio Amore sboccante, i segreti del
mio Volere... Oh, come ne gioisco, che non so che ti farei quando scrivi! [...]
Io ho amato
sempre di più e ho riservato grazie più grandi a chi ha scritto
di Me, perchè essi sono la continuazione della mia Vita evangelica, i
portavoce della mia Parola. E ciò che non dissi nel mio Vangelo mi
riservai di dirlo a chi avrebbe scritto di Me. Io non finii allora di
predicare. Debbo predicare sempre, fino a che esisteranno le generazioni.
»
Luisa prosegue: «Io
dissi: “Amor mio, scrivere le verità che Tu mi dici è
sacrificio, ma il sacrificio allora si sente più duro e quasi non mi
sento la forza quando sono obbligata e costretta a scrivere le mie
intimità tra Te e me, e ciò che riguarda me, che non so che farei
per non mettere penna su carta”.»
Gesù a Luisa Piccarreta: «Tu
resti sempre da parte. È sempre di Me che parli, ciò che ti
faccio, l’amore che ti voglio, e dove giunge il mio amore verso le
creature. Questo spingerà gli altri ad amarmi, affinchè anche
loro possano ricevere il bene che faccio a te. E poi, questo mischiare te e Me
nello scrivere è anche necessario, altrimenti si potrebbe dire: A chi ha
detto questo? Con chi è stato così largo nel favorirla? Forse al
vento, all’aria? Non si dice nella mia vita che parlai agli Apostoli,
alle turbe, e che sanai il tale o il tale altro infermo? E che fui così
largo con la mia Mamma? Quindi tutto è necessario, e sii sicura che in
ciò che scrivi è sempre Me che fai più conoscere. »[104]
Luisa scrive tutto in nome della santa
ubbidienza, ma la sofferenza è tale che in certi casi essa teme
di non farcela. Chiede aiuto al Signore. Il 9 settembre 1926 Gesù le
risponde spiegandole l’importanza che ha per Lui ogni parola scritta sul
Regno del “Fiat” supremo,
sul grande bene che esso rappresenta. Questo il dialogo:
Luisa racconta: «Dopo
ciò, mi sentivo impensierita, perchè mi era stato imposto dalla
santa ubbidienza che non dovevo tralasciare di scrivere neppure una parola che
il mio dolce Gesù mi potesse dire, mentre io sono facile a lasciarle,
perchè sono convinta che certe cose intime, certi sfoghi che Gesù
fa alla piccola anima mia non è necessario scriverli e affidarli alla
carta, ma restino nel segreto del cuore. Onde pregavo che mi desse la grazia di
non farmi mancare all’ubbidienza. E Gesù, movendosi nel mio interno,
mi ha detto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, se chi ti guida
e dirige ti dà questa ubbidienza, significa che ha capito che sono Io
che ti parlo, e il valore che contiene anche una sola mia parola. La mia parola
è luce e vita. Quindi, chi possiede la vita la può dare, molto
più che la mia parola contiene la forza creatrice. Perciò, una
sola mia parola può creare innumerevoli vite di Grazia, di Amore, di
Luce, di Vita della mia Volontà nelle anime. Tu stessa non potrai
comprendere la via lunga che può fare una sola mia parola. Chi ha
orecchio l’ascolterà, chi ha cuore ne resterà ferito.
Perciò chi ti guida ha ragione di
darti questa ubbidienza. Ah, tu non sai come lo assisto e gli sto
d’intorno, mentre legge i miei e i tuoi scritti sulla mia Volontà,
per fargli comprendere tutta la forza delle verità e dei grandi beni che
ci sono in essi. E lui gira intorno alla mia Volontà e, in virtù
della luce che sente, ti mette questa ubbidienza. Perciò sii attenta, ed
Io ti aiuterò e ti faciliterò ciò che a te pare difficile.
Tu devi sapere che il mio Cuore è
gonfio, spasima e sospira, perchè voglio far conoscere il Regno del
“Fiat” supremo, i grandi beni che ci sono in Esso, e il gran bene
che riceveranno coloro che lo possederanno. È proprio nel mio Cuore che
lo tengo, e me lo sento scoppiare perchè voglio farlo uscire fuori. Non
vuoi tu dunque darmi questo sollievo affinchè mettendolo fuori si
sgonfi, e così non più gli tocchi spasimare nè sospirare
con sospiri dolenti? E questo farai col far conoscere ciò che ti
manifesto sulla mia Volontà. Quando fai questo mi dai campo ad aprirmi
le vie, e a preparare il luogo dove devo deporre il Regno della mia
Volontà. Ma se tu non manifesti ciò che ti dico, mi chiudi queste
vie, e il mio Cuore si gonfia di più. Perciò lasciami fare, e
seguimi. Non darti pensiero.»
In certi momenti Luisa si sente preoccupata di quello che potrà
succedere in futuro alle pagine che sta scrivendo. Gesù interviene il 20
giugno 1938 per dirle di non preoccuparsi oltre misura di ciò che
potrebbe succedere agli scritti. In quest’occasione Gesù le
confida che per ogni parola che essa accetta di scrivere sulla Volontà
divina, viene raddoppiato l’amore che Egli nutre nei suoi confronti e nei
confronti di quanti più tardi leggeranno le pagine da lei scritte. Ecco
come Luisa riporta il suo dialogo con Gesù:
Luisa racconta: «Mi
sentivo impensierita per questi benedetti scritti, e per l’insistenza del
mio amato Gesù nel volere che continui a scrivere. E poi, dopo tanti
sacrifici, dove andranno a finire?
Ed il mio caro Gesù, interrompendo il mio pensiero, mi ha detto:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, non ti dar
pensiero. Sarò Io vigile custode, perchè troppo mi costano. Mi
costa la mia Volontà che entra in questi scritti come vita primaria.
Potrei chiamarli: “Testamento d’amore che fa la mia Volontà
alle creature”. Si fa donatrice di Se stessa, e le chiama a vivere nella
sua eredità, ma con modi così supplicanti, attraenti, amorosi,
che solo i cuori di pietra non si muoveranno a compassione, e non sentiranno il
bisogno di ricevere un sì gran bene.
Perciò questi scritti sono pieni
di vite divine, le quali non si possono distruggere, e se qualcuno ci volesse
provare, gli succederebbe come a colui che volesse provare a distruggere il
cielo, il quale, offeso, gli piomberebbe sopra da tutte le parti, e lo
annienterebbe sotto la sua volta azzurra. Sicchè il cielo rimarrebbe al
suo posto e tutto il male cadrebbe sopra colui che volesse distruggere il cielo...
Oppure come chi volesse distruggere il sole. Il sole si riderebbe di costui e
lo brucerebbe. O come un altro che volesse distruggere le acque del mare. Il
mare lo affogherebbe...
Troppo ci vuole a toccare ciò che
ti ho fatto scrivere sulla mia Volontà, perchè posso chiamarlo
“Nuova creazione vivente e parlante”. Sarà l’ultimo
sfoggio del mio Amore verso le umane generazioni.
Anzi, tu devi sapere che in ogni parola
che ti ho fatto scrivere sul mio “Fiat” raddoppio il mio Amore
verso di te e verso coloro che le leggeranno, per farli restare imbalsamati nel
mio Amore. Perciò, come scrivi, mi dai il campo ad amarti di più.
Vedo il gran bene che questi scritti faranno. Sento in ogni mia parola le vite
palpitanti delle creature, che conosceranno il bene della mia parola e
formeranno la Vita della mia Volontà in loro... Perciò
l’interesse sarà tutto mio, e tu abbandona tutto in Me.
Tu devi sapere che questi scritti sono
usciti dal centro del gran sole della mia Volontà, i cui raggi sono
pieni delle verità uscite da questo centro, i quali abbracciano tutti i
tempi, tutti i secoli, tutte le generazioni. Questa gran raggiera di luce
riempie cielo e terra, e a via di luce bussa a tutti i cuori, e prega, e
supplica che ricevano la Vita palpitante del mio “Fiat”, che la
nostra paterna bontà si è benignata e si è degnata di
dettare da dentro il suo centro coi modi più insinuanti, attraenti,
affabili, pieni di dolcezza, e con amore sì grande che dà
dell’incredibile, da far stupire gli stessi Angeli.
Ogni parola può chiamarsi un
portento d’amore, uno più grande dell’altro. Perciò,
voler toccare questi scritti, è voler toccare Me stesso, il centro del
mio Amore, le mie finezze amorose con cui amo le creature. Ed Io saprò
difendere Me stesso, e confondere chi volesse menomamente disapprovare anche
una sola parola di ciò che è scritto sulla mia Divina
Volontà.
Perciò seguimi ad ascoltare,
figlia mia, nè voler inceppare il mio Amore, nè volermi legare le
braccia col respingere nel mio seno ciò che voglio che seguiti a
scrivere. Troppo mi costano questi scritti. Mi costano quanto mi costo Io
stesso. Quindi avrò tale cura che neppure una parola farò andare
perduta.» [105]
Nel 1944, tre anni prima della sua morte, Luisa scrive queste parole ad uno
dei suoi corrispondenti:
Luisa ad un suo corrispondente: «Nostro
Signore farà i più grandi miracoli per far regnare la sua
Volontà sulla terra. Preghiamo dunque affinchè i tempi siano
accorciati, e che tutto si cambi in Volontà di Dio. »
Conclusione: Tutti profeti cristiani contemporanei
affermano che all’orizzonte si profila l’alba di una Nuova Era.
Coloro che leggono con amorosa diligenza le pagine di Luisa Piccarreta, si
accorgono che questa Nuova Era sarà una conseguenza del rimpatrio in noi
del Divin Volere. Gli uomini
che rinunceranno al loro volere accettando di rimpiazzarlo con quello divino, ritroveranno la felicità che
Adamo ed Eva possedevano prima del Peccato originale. È così che
la Creazione realizzerà il suo fine primordiale, che la Redenzione
raggiungerà la sua piena maturità, e che le tre Persone
trinitarie riceveranno infine la gloria che spetta loro di diritto da parte
delle umane creature.
Coloro che scoprono che gli scritti di Luisa Piccarreta sono un grande
tesoro sono sempre più numerosi. Il tesoro sarà di coloro che accetteranno
di vivere nel Divin Volere. Grazie a
questo Volere divino ritrovato e
riconquistato, l’uomo ridiverrà partecipe della Vita divina, proprio come Dio lo voleva
fin dall’inizio. [106]
“Fiat
Voluntas Dei”. Amen.
“Fiat” = “Che
ciò avvenga (che ciò si realizzi)”
Questa immagine riassume Dio. Ne fa una sintesi visiva. La lettura
interpretativa che mi sento di poter proporre è la seguente:
1) Dio è un tutto unico. Questo disegno
è un tutto unico.
2) Dio è trino. Il triangolo
che forma la parte centrale di questo disegno è composto da tre parti
distinte, che rappresentano il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Queste tre
Persone rappresentano a loro volta la Creazione, la Redenzione, la
Santificazione.
3) Dio è amore. L’amore, per
definizione, è azione creatrice. Questo concetto è significato
dalla parola “Fiat” che si trova al centro del triangolo, e
si concretizza nelle tre direzioni chiamate: Creazione, Redenzione,
Santificazione. L’insieme formato da queste tre direzioni riempie
la totalità dello spazio (360 gradi = 100%).
4) Dio è infinito. Ciò
è rappresentato dal cerchio chi si trova al centro del disegno,
attorno alla parola “Fiat”.
5) Dio irradia la vita all’infinito. Questo concetto è
rappresentato dai raggi luminosi che partono dal cerchio centrale e
vanno in tutte le direzioni.
Johannes De Parvulis
– QUATTRO
ANNESSI –
ANNESSO N. 1 - Domande e risposte sul
tema della Divina Volontà. (Adattate a partire dal libro di Thomas
M. Fahy: “Book of Glory”).
Domanda n. 71
Perchè Dio ha scelto di farci conoscere l’ideale della Divina
Volontà attraverso una rivelazione privata, tramite Luisa Piccarreta,
anzichè includere questa importante informazione nella Rivelazione
biblica?
Risposta: Tom Fahy risponde che parecchio di ciò che Dio ci ha
rivelato tramite le Sacre Scritture e le Sacre Tradizioni può essere
considerato come seme di verità, non come verità maturata. La
maturazione della verità avviene nel tempo. Durante questo tempo, che
evidentemente è successivo alla semina, Dio aiuta i
figli suoi a capire lo svolgersi degli avvenimenti tramite le cosiddette
“Rivelazioni private”. Tom Fahy
aggiunge che molte anime sante, dopo avere fissato le basi della loro vita
spirituale sulla Rivelazione biblica, hanno continuato la loro formazione
spirituale con letture basate su “Rivelazioni private”. Per
esempio, S. Caterina da Siena, dottore della Chiesa, è riconosciuta per
aver contributo ad arricchire il tesoro delle verità appartenenti alla
Chiesa. Ora questa santa ha scritto molto a partire da quello che il Signore le
ha rivelato in forma privata, e alcune di queste rivelazioni sono contenute nei
suoi famosi “dialoghi”. Tom Fahy ci invita a pensare a tutta la
gloria che Dio ha ricevuto, e a tutte le anime che si sono salvate attraverso
le “Rivelazioni private” del Sacro Cuore di Gesù (a S.
Margherita-Maria Alacoque), a quelle sulla Misericordia divina (S. Faustina
Kowalska), e a quelle legate alle apparizioni della Vergine di Guadalupe, di
Lourdes, di Fatima, eccetera.
Sono convinto che Dio abbia diritto di manifestarsi
all’uomo quando gli piace, cioè in qualsiasi tempo. Se ha scelto
di farci conoscere soltanto adesso l’ideale della Divina Volontà,
il motivo è, come Lui stesso dice, che prima d’oggi
l’Umanità non era in grado di capirlo, e quindi di riceverlo con
profitto. Invece ora i tempi sono maturi. [107] Attraverso la beatificazione recente di Padre
Annibale di Francia e di Dina Bélanger, la Chiesa di oggi ci incoraggia
a fare conoscere il Regno della Divina Volontà a partire da oggi.
Domanda n. 93
Che differenza c’è tra Divin
Volere e Spirito Santo?
Risposta: Tom Fahy dice che per lui questa
questione è un po’ difficile, e che per capirla meglio invoca il
Signore. So, dice, che lo Spirito Santo
è una Persona trinitaria, ma non sono sicuro che il Divin Volere lo sia altrettanto.
A mio avviso Tom Fahy merita di essere aiutato, e
provo a farlo col commento seguente. Parlando dello Spirito Santo, nel Credo
niceno-costantinopolitano è detto che Esso “procede dal Padre e
dal Figlio”. Se veramente lo Spirito Santo è come
l’elettricità, [108] la quale è generata dal Padre (la Centrale elettrica) e distribuita
dal Figlio (la Rete di distribuzione), in questo caso sarebbe possibile dire
del Divin Volere quello che si dice dello Spirito Santo, e
cioè che “procede dal Padre e dal Figlio”. Ora, se il Divin
Volere e lo Spirito Santo procedono ambedue dal Padre e dal Figlio, sia
l’uno che l’altro dovrebbero avere la stessa natura. Ho
l’impressione che il fatto di chiamare la terza Persona della SS. Trinità
Divin Volere anzichè Spirito Santo, non cambi nulla.
Domanda n. 94
Che differenza
c’è tra Volontà divina
e Volizione divina?
Risposta: Thomas Fahy dice: per me non è facile rispondere a questa
domanda perchè non conosco abbastanza la lingua italiana. Pare che in
lingua italiana sia più facile distinguere i due termini.
A questa risposta
aggiungo il mio granellino di sale (o di pepe). È una storia di
traduzioni mal fatte. Inizia col famoso gruppo indipendente di St Cloud
(Florida), primo responsabile di questa confusione. Mi spiego:
Luisa utilizza due espressioni: “Volontà
divina” e “Volere
divino”. Per Luisa l’espressione Volere divino significa Volontà
divina in azione, e
cioè l’azione concreta della Volontà
divina. Il traduttore improvvisato di S. Cloud ha utilizzato il termine Volition”per
tradurre sia il primo che il secondo concetto, come se il termine “Volition”fosse un termine universale e miracoloso,
una specie di panacea. Facendo così ha mescolato tutte le carte,
creando confusione e incertezze in molte persone, soprattutto di lingua
inglese. La verità è che l’espressione inglese “Divine
Volition” (Volizione divina) da lui usata e abusata, non
traduce bene nè l’espressione Volere divino, né
l’espressione Volontà divina.
Gesù aveva detto a Luisa: “Solo
voglio che le cose escano fuori ordinate, perchè una parola che manchi,
un nesso ed un connesso, un periodo spezzato, invece di gettare luce mi
getteranno tenebre, invece di farmi dare gloria e amore, le creature resteranno
indifferenti. Perciò sii attenta”. [109]
Domanda n. 101
Visto che l’Era del terzo Fiat sta prendendo forma, significa
forse che l’Era della Redenzione sia sul punto di concludersi?
Risposta: No, affatto. Il terzo Fiat
trinitario è il coronamento del primo e del secondo. Per questa ragione
Gesù lo chiama “Fiat
supremo”. In altre parole, la Santificazione umana sarà il
coronamento della Creazione e della Redenzione. Grazie a questo terzo “Fiat” i due primi raggiungeranno la loro totale
pienezza, la loro maturazione.
Domanda n. 104
Sembra che l’ideale di Dio sia che la Volontà divina
regni in tutti i cuori. Vuol forse dire che la volontà umana sarà
distrutta?
Risposta: No. Tale idea sarebbe un errore
teologico. La volontà umana deve assolutamente esistere, altrimenti noi
non saremmo più degli esseri umani, ma qualcos’altro. Gesù
aveva una volontà umana, e Maria pure. L’ideale proposto da Dio
è che la volontà umana rinunci a se stessa, ma liberamente, per
amore, in modo che l’Eterno Padre abbia Lui stesso la possibilità
di agire nell’anima umana. Questo è quanto è successo in
Gesù e anche in Maria.
Prima del peccato originale Adamo ed Eva erano
guidati dalla Volontà divina, ma col peccato hanno scelto di
governarsi da soli, con la loro volontà umana. Essendo individualistica,
la volontà umana non unifica gli esseri tra di loro, ma li divide. Fa
crescere la discordia anzichè far crescere la concordia.
Se una persona è divinizzata dalla presenza della Volontà
divina, vuol forse dire che potrebbe fare qualsiasi cosa, in qualsiasi
momento? Per esempio, potrebbe forse compiere miracoli o creare qualcosa a
partire da nulla?
Risposta: La
persona umana non potrebbe mai, da sola, compiere cose divine, ma se Dio e la
persona condividono la stessa volontà, quella divina, tutto è possibile alla persona umana. Non è più lei
che vive, ma è Dio che vive in lei. Tuttavia la persona non perde mai la
propria volontà, ma la sottomette a quella di Dio.
ANNESSO N. 2 - Tre immagini sulla Divina Volontà (Dal libro di J. De Parvulis:
“La Guerra Mistica”
)
Parlando di Luisa Piccarreta abbiamo visto che lo scopo dei suoi scritti
è di incoraggiare tutti a vivere nel Divin
Volere, un tema strettamente legato al terzo la “Fiat” di Dio, il “Fiat”
dello Spirito Santo.
Spinti dal
desiderio fare le cose per bene, molte persone si chiedono che differenza
c’è tra fare la
Volontà di Dio e vivere
nella Volontà di Dio. Siccome avevo anch’io questo problema, ho
chiesto al Signore di aiutarmi a risolverlo. Come risposta ho ricevuto delle
immagini mentali, tre in tutto. Ecco la prima:
Autista privato.
Inizialmente mi sono trovato alla guida della mia automobile, come faccio
quando prendo il volante per andare in qualche posto. Notando che accanto a me
c’era un passeggero, mi sono girato verso destra per vedere chi era. Con
mia grande sorpresa ho scoperto che il mio passeggero era Gesù.
Gesù stesso!
Stava lì, seduto tranquillamente, e ogni tanto mi dava un consiglio
su quale strada prendere, dove girare, quando rallentare, eccetera. Io seguivo
i suoi consigli, e lo ringraziavo pure, perchè vedevo che i consigli che
mi dava erano utilissimi. Allora ho sentito una voce silenziosa suggerirmi
dall’interno: “Questo è fare
la mia Volontà”.
Dopo un po’ mi sono trovato seduto dalla parte del passeggero, a
destra dell’autista. Guardando verso sinistra per sapere chi guidava la mia macchina, ho scoperto, con grande
stupore, che l’illustre Passeggero che prima era lì per
accompagnarmi come passeggero, ora era diventato il mio autista. Autista
privato! Gesù in persona aveva preso il volante della mia macchina, e a
dire il vero la conduceva bene, anzi, molto
bene. Ci eravamo scambiati di posto...
Confesso che con Gesù come autista avevo l’impressione che il
mondo non era più lo stesso di prima. Mi sentivo in sicurezza. Per
esempio, sentivo che a noi due non sarebbe mai potuto capitato un incidente
grave. Sentivo che mentre Gesù conduceva potevo persino chiudere gli
occhi e riposarmi i nervi. Allora qui la voce silenziosa mi ha suggerito:
“Questo è vivere nella
mia Volontà”.
Mi ricordo di avere pensato, forse anche a voce alta, come quelli che si
parlano da soli: “Ma è
normale tutto questo? È possibile che Dio, il Creatore, si trasformi
adesso in autista, il mio autista privato?”
A queste parole, dette o pensate, Gesù ha risposto: “Cos’è più facile,
secondo te, morire sulla croce o servirti da autista?”
Siccome Gesù continuava a guidare, ed in modo spontaneo e
disinvolto, gli ho ancora detto: “Se
voi guidate al mio posto, posso anche chiudere gli occhi e riposarmi i nervi? E
se mi addormento del tutto?”
Il divino Autista ha sorriso, poi mi ha risposto: “Se ti addormenti, farò tutto Io per te”. [110]
Qui ho capito che se una persona umana rinuncia alla sua volontà per
vivere nella Volontà divina, è come se cedesse al Signore il
volante della sua macchina (cioè: la direzione della sua vita). I
vantaggi che ne derivano sono innumerevoli.
Il gioco degli
scacchi.
Mi sono permesso dire ancora al mio Signore: “Signore, non vi sembra che manchi
qualcosa alla visione precedente? A
me sembra che bisognerebbe aggiungere qualcosa per fare comprendere a tutti
quello che per intuizione e per grazia Voi fate comprendere a me. Non avreste
un’altra immagine, un qualcosa di supplementare per quelli che, spinti
dalla buona volontà, hanno sete di comprendere meglio, e di più?
Ho l’impressione che questa lezione è troppo importante per... ...
”
Come al solito, ma per me è sempre una sorpresa,
un giorno mi si presenta un’altra immagine. Vedo due esseri che giocano a
scacchi. Da una parte il diavolo, e dall’altra l’eterno Padre. Da
solo non sarei mai riuscito ad immaginare che l’eterno Padre potesse
giocare a scacchi col diavolo, suo grande nemico, eppure erano lì, uno
di fronte all’altro, che giocavano a scacchi, davanti a me... Ma io
dovevo capire che questa era solo un’immagine. Mi applico dunque a capire
l’immagine.
Innanzitutto capisco che i pezzi che sono sulla
scacchiera rappresentano gli esseri umani. Mi riconosco in una piccola
pedina... E mi rendo conto che al gioco degli scacchi anche una semplice pedina
può essere preziosa, se per esempio si trova al posto buono, al momento
buono. [111] Osservo il gioco che va, e improvvisamente mi rendo
conto che l’Eterno Padre, che è mio Papà, è in
posizione di svantaggio. Penso: “È
impossibile, Dio è più bravo del diavolo. Il diavolo è una
creatura. Il Creatore di una creatura è inevitabilmente più bravo
della sua creatura, qualunque sia l’intelligenza di quest’ultima.
Allora il diavolo perderà la partita... Non la può guadagnare
contro il Creatore.”
Eppure... lo svantaggio del Papà mio è
visibilissimo. Allora mi metto ad osservare questo mio Genitore con occhi
ansiosi, supplici e..., sì, sono come un bambino che osserva suo
Papà, lo sa potentissimo, e malgrado tutto vede che sta perdendo terreno
di fronte a un avversario misterioso, brutto, e vestito di nero. Il peggio
è che ogni volta che il gioco lo obbliga a cedere uno dei suoi pezzi,
vedo che soffre, perchè gli vengono le lacrime agli occhi. Il bambino
che io sono in questa visione si ribella all’idea che suo Papà perda
terreno di fronte a un avversario, che poi è anche così brutto!
Scopro che cosa sia la morte, e soffro tremendamente di questa sua bruttezza,
di questa sua crudeltà. Secondo la mia logica la morte non ha diritto di
prevalere sulla vita, ma davanti a me si sta producendo l’opposto. Lo
vedo. Lo sto vedendo. La cosa accade sotto i miei occhi. [112]
Piccolo come sono ho bisogno di aiuto, di luce, di
spiegazioni, in modo da poter respingere un dubbio così atroce,
così schiacciante... Ribelle alla morte, incapace di resistere davanti
all’ingiustizia, mi metto quasi a gridare, ma con voce supplice:
“Dai,
Papà! Non lasciarti battere! Fai qualcosa. Non sei l’eterno? Il
tutto? Non sei il creatore? Non sei tu il mio Papà onnipotente, il
migliore di tutti? Allora vinci! Devi vincere! Non voglio che tu perda. Non lo
voglio! Devi vincere!”
Silenzio, e ancora silenzio, e poi ancora
silenzio. Senza troppo capire, i miei occhi si posano sulla scacchiera, e
mentre così la fisso, improvvisamente... Tieh! Eccola la spiegazione!
Vedo che i pezzi coi quali mio Papà conduce il suo gioco sono tutti
dotati di libertà, e che alcuni di loro, credendosi in posizione di
svantaggio, si muovono da soli da un quadratino all’altro, e vanno anche
lontano senza il permesso di mio Papà, che è anche Papà di
ognuno di loro. Ahi! Questa loro mancanza di fiducia e di abbandono filiale
provoca la loro perdita. [113]
E qui capisco tante altre cose... Mio Papà,
onnipotente sì... Ma la libertà che per amore ha deciso di
lasciare a tutti i sui figli (i “pezzi”) rende il suo gioco
estremamente vulnerabile di fronte al gioco dell’Avversario, i cui
“pezzi” rimangono fermi, sì, ma solo perchè
paralizzati dalla paura. Allora mi chiedo: e che “vita”
potrà mai essere quella dei pieni di paura, dei senza libertà,
dei senza amore...? Mhmm... Non vorrei essere nei panni di uno di quei
“pezzi”, proprio no.
Ritornato da questa parte
della realtà, la voce silenziosa mi chiede: “Cara pedina, ti ricordi di avere già letto un testo che
diceva che qualsiasi cosa dovesse succedere alla mia Chiesa, Io la
ricostruirò?”
Rispondo: “Sì, me lo ricordo, ma non con
le parole esatte”.
La voce: «Cerca
le parole».
Mi metto a cercare il messaggio, e alla fine lo
trovo a pagina 118 del libretto: “Le Grand Message d’Amour”.
Lo rileggo attentamente, e il messaggio, tradotto in italiano, dice:
“Il mondo moderno
rinnova la mia passione. Tuttavia, anche se i miei sacerdoti mi dovessero tutti
abbandonare (com’è successo coi miei discepoli nell’ora
della mia morte sul Golgota), e uno solo tra essi mi rimanesse fedele
(com’è successo con Giovanni) ebbene, attraverso quel Giovanni Io
rinnoverò il mondo!” (19 marzo 1969).
Questo testo mi ha fatto
capire che la vittoria finale appartiene a Dio, ma che durante la partita ci
possono essere degli alti e bassi dovuti alle condizioni che ormai ogni
cristiano è in grado di capire.
Rifletto su ciò che ho appena vissuto. So
che i messaggi profetici che tratto sono come le parti di un puzzle che intendo
ricostruire. So bene che nella mia scatola, piena di questi messaggi, ne ce ne
sono di veri e ce ne sono di falsi. Quelli falsi hanno sempre un difettuccio,
magari piccolo piccolo, che fa sì che non stiano bene in nessun posto...
Ma il messaggio che ho in mano è sicuramente vero, perchè trovo
subito il suo posto, e noto che si adatta perfettamente ai pezzi che gli stanno
intorno.
Mi aspetto un commento da parte della voce
silenziosa, ma non mi è dato. Forse perchè le immagini che ho
appena avuto sono già chiare ed eloquenti. Per me lo sono, ma per gli
altri? Sento che nonostante la loro potenza e la loro chiarezza, queste
immagini non convinceranno tutti. Allora guardo nel vuoto, mi interrogo su
ciò che impedisce certe persone di dichiararsi soddisfatte delle spiegazioni
fornite dalla provvidenza. Ed ecco la risposta che la voce immateriale me
suggerisce:
“C’è
una differenza enorme tra le persone che si accontentano di poco, quasi di
nulla, e quelle al contrario che non si accontentano mai di niente,
perchè proprio nulla le soddisfa. Le prime hanno un’anima di buona
volontà, e credono alla provvidenza. Assomigliano a delle bambine docili
che inventano la loro felicità a partire da ciò che ricevono
dalle mani adulte. Le seconde invece hanno un’anima che somiglia a quella
dei contestatori professionali. Nulla riesce a convincerle di scegliere la
Verità quando questa viene loro proposta. Per queste persone tutto
è pretesto per negare la verità, come se la verità non
avesse diritto di esistere.
Per esempio, se un testimone
della verità non dà il suo nome, la sua prova non è
ammissibile; se invece lo dà, è il suo nome che non è
ammissibile. Se un libro che testimonia della verità si presenta con
“Imprimatur”, si tratta sicuramente di “vecchio
paternalismo”, ma se si presenta senza “Imprimatur”, sventura
per colui che osa diffonderlo in quello stato! ”
A queste
condizioni, mi dico subito, sarà meglio che prosegua per la mia strada
senza indugiare oltre, che segua il consiglio che Virgilio dava al suo amico
Dante Alighieri, durante il viaggio che assieme hanno effettuato nei meandri
dell’inferno: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa” [114]
L’amore al suo apice.
Avendo appreso da Luisa Piccarreta che nel tempo
dell’Era nuova noi saremo capaci di amare nella giusta maniera, speravo
sempre di incontrare qualcuno in grado di descrivermi quest’amore nuovo,
mostrandomi come sarebbe fatto, di che cosa sarebbe composto. Il Signore lo
sapeva, e un bel giorno ha permesso che mentalmente mi appaiano tre coppie di novelli
sposi.
Le tre coppie mi appaiono raffigurate durante il
periodo detto luna di miele. I coniugi di ogni coppia si prodigano dei
gesti di affetto, di attaccamento, di passione, che sono apparentemente
identici. All’improvviso mi è concesso di “vedere”
all’interno della loro anima, e mi accorgo che le tre coppie non si amano
allo stesso modo, e questo malgrado l’identità dei loro gesti
esteriori. Risulta che i loro sentimenti non sono gli stessi, perchè
appartengono a dei mondi diversi.
I coniugi della prima coppia si amano in modo tenero e appassionato, ma
come risultato di una necessità istintiva di RICEVERE amore.
I coniugi della seconda coppia si amano in modo tenero e appassionato, ma
come risultato di una necessità istintiva che li spinge ambedue a DARE
amore (oltre che a riceverlo).
I coniugi della terza coppia si amano anch’essi in modo tenero e
appassionato, ma come risultato di una necessità che li spinge ad amarsi
reciprocamente allo scopo di poter amare Dio INSIEME. [115]
Riconosco che l’immagine della terza coppia
è veramente quella che mi seduce di più. La qualità
d’amore di questi due coniugi mi permette di capire che l’amore
umano è un amore creato, e che i più solidi e veri degli amori creati
sono quelli che accettano lo stampo dell’Amore increato.
Mi dico: l’Amore increato è Dio, che
si trova al centro della Comunione dei Santi. Più gli esseri che si
trovano attorno a Lui sono in grado di riflettere qualitativamente e
quantitativamente la sua immagine, come avviene con i nostri “specchi”,
e più questi “specchi” umano-divini sono in grado di
rilanciare la luce ricevuta, quella che deriva loro dalla fonte prima
dell’Amore, l’Amore increato.
Concludendo mi dico: ecco l’apice dell’amore, l’amore che
converrà perfettamente al periodo che Luisa Piccarreta ci descrive come
quello in cui trionferà in noi il Divin
Volere. [116]
ANNESSO N. 3 - La Centrale elettrica.
Il momento
è venuto, credo, di raccontarvi l’esperienza che ho vissuto
qualche anno fa a proposito della Santa Trinità, e più precisamente
a proposito dello Spirito Santo nella Santa Trinità. Ho
l’impressione che Dio, in quel giorno, ha voluto concedermi una grazia
del tutto particolare.
Mi ero messo alla
presenza di Dio con l’intenzione di pregare, e invece di pregare come si
fa normalmente, stavo dicendo a Dio che il mistero della Santissima
Trinità mi dava dei grattacapi a causa dello Spirito Santo, la terza
Persona trinitaria. Non riuscivo a piazzarlo nè a destra nè a
sinistra, nè in alto nè in basso, nè sotto una forma
nè sotto quell’altra. Mi dichiaravo soddisfatto
dell’immagine di Dio Figlio, perché Gesù era per me un
essere che potevo visualizzare. Lo avevo guardato nella sacra Sindone, e
conoscevo la sua vita abbastanza bene. Mi dichiaravo soddisfatto
dell’immagine di Dio Padre, perché mio padre io l’avevo
conosciuto, e avevo in lui un punto di riferimento. Ma non potevo dichiararmi
soddisfatto dell’immagine dello Spirito Santo. Erano anni che mi sforzavo di trovare un simbolo, un qualcosa che mi
aiutasse a visualizzarlo in modo un po’ conveniente, ma niente, nessun
risultato. La figura della colomba? Quella del vento? Non mi sentivo attratto
nè dalla prima nè dalla seconda, e il motivo c’era. [117] Così non riuscivo a spegnere la sete che avevo di comprendere
almeno un po’ com’era fatta la Terza Persona divina, e questo mi
metteva a disagio, mi creava frustrazione.
Dunque, mentre prego o tento di pregare
nel modo sopra descritto, pensandomi solo, mi accorgo che non sono affatto
solo, ma circondato da una Presenza grandissima, quella di Dio Padre. Passata
la sorpresa mi rendo conto che la situazione presenta per me un certo
vantaggio, quello di favorire uno scambio di idee con Colui che da tanti anni
considero il responsabile principale del mio problema, quello della rappresentatività
dello Spirito Santo. Allora metto carte in tavola. Denuncio quella che
considero una specie di lacuna nei riguardi dello Spirito Santo, dico quel che
penso della colomba e del vento, eccetera… Il mio discorso non è
del tutto finito, che di punto in bianco “vedo” una grandissima
centrale idroelettrica. Non la vedo con gli occhi, ma con la mente. E una Voce
immateriale mi dice:
Per te e per
molti altri, questa immagine può rappresentare Dio Padre.
Per qualche istante mi lascio invadere
dalla grandiosità e dalla bellezza della centrale, poi il mio sguardo si
posa sui fili di alta tensione, quelli che formano la rete di distribuzione
della forza elettrica prodotta dalla centrale. L’insieme di questi fili
forma un vasto complesso. Vedo anche i fili di bassa tensione, quelli che
penetrano nelle case, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle chiese, nei vari
posti dove l’energia elettrica è utile o necessaria.
– Ti sto mostrando la rete di
distribuzione dell’energia elettrica. La vedi? Essa può
rappresentare Me, che sono Dio Figlio. Porto l’Energia divina nei posti
dove essa è utile... A proposito dello Spirito Santo, poco fa dicevi che
lo volevi “vedere”. Hai ancora quel desiderio?
Il significato globale
dell’immagine è già tutto in me, per cui non ho più
bisogno di altre spiegazioni. Allora balbetto:
– N… No, no. Adesso va tutto
bene. Quello che volevo sapere, lo so già. L’ho già capito.
Non ho più bisogno di “vedere” lo Spirito Santo. So
già com’è “fatto”, e so anche da dove viene,
per dove passa, e dove va. Lo Spirito Santo è nei fili elettrici.
È come l’elettricità che passa nei fili. È
“fatto” di energia. L’energia elettrica non si vede, ma tutti
sanno per dove passa. Passa per i fili elettrici. Ce ne sono tanti, qui..., e
vanno dappertutto. Partono dalla centrale e vanno in tutte le direzioni.
Formano una rete vastissima. La rete serve per distribuire
l’elettricità.
Grazie a questa
esperienza capisco tutto quello che da anni cercavo di capire ma senza
risultato. Guardo ancora i fili che partono dalla Centrale e si allontanano a
perdita d’occhio nelle quattro direzioni. Sono sostenuti da piloni che si
susseguono a distanza regolare. Là dove arriva questa forza, con essa
arriva la vita. Capisco che la rete di distribuzione può rappresentare Gesù.
Sì, Gesù è la rete di distribuzione. Ovunque
c’è bisogno di luce, di vita, di calore in senso spirituale,
Gesù vi trasporta lo Spirito Santo, che è l’Energia
necessaria alla produzione di questa luce, di questo calore, e del movimento vitale.
Mi dico: se Dio
Padre è la centrale, e Gesù la rete di distribuzione, è
più che normale che lo Spirito Santo sia l’elettricità. Mi
sembra che questo esempio calzi a meraviglia. In questo esempio è
possibile dire che l’elettricità procede dal Padre e dal Figlio,
proprio com’è detto nel Credo Niceno-Costantinopolitano a
proposito dello Spirito Santo. [118]
Il paragone mi
soddisfa. Adesso non mi è più possibile pensare alla SS.
Trinità senza pensare alla centrale, alla rete distributiva, e
all’energia elettrica, le tre componenti dell’esempio citato.
C’è da dire, in più, che le tre Persone trinitarie formano
un unico Dio proprio come queste tre componenti formano un unico sistema.
Molte cose che prima di questa
esperienza mi sembravano vaghe o fuori portata, ora mi sembrano chiare e
semplici. Ho il cuore pieno di riconoscenza verso Dio che si abbassa su di me
per spiegarmi tutto con parole ed immagini adatte alla mia natura e alla mia
statura. Con l’anima piena di riconoscenza e di fervente ammirazione oso
proseguire:
Io
a Gesù: «Signore, se una persona volesse osservare lo Spirito Santo in
azione, mi sembra che ci riuscirebbe guardando quel che succede in fondo al
filo elettrico. L’elettricità produce dei risultati visibili
là dove arriva. Una lampadina che si accende per illuminare un angolo
buio è un risultato visibile, i caloriferi elettrici che d’inverno
riscaldano la casa (o all’inverso, i condizionatori d’aria che
d’estate ne riducono il calore eccessivo) sono un risultato visibile, i
motori elettrici che fanno funzionare le lavatrici, le macchine da cucire, i
ventilatori, e tante altre macchine e macchinette, sono dei risultati visibili
».
Mentre dico
questo mi rendo conto che l’elettricità, che ormai per me
simboleggia lo Spirito Santo,
è in grado di generare tre forme di vita, quella che si trova nella
luce, quella che si trova nel CALORE, e quella che si trova nel MOVIMENTO. Sono
tre forme di vita che talora si presentano separate, e talora combinate
assieme. Schematicamente il concetto è il seguente:
L’energia elettrica si trasforma in: |
||
1 Luce |
2 Calore |
3 Movimento |
Lampade elettriche. |
Radiatori
elettrici per riscaldare, o all’inverso, condizionatori d’aria
per raffreddare. |
Motori elettrici. |
Grazie a queste immagini mentali capisco
tutto quello che desideravo capire. Ma qui mi giunge l’eco di alcune
parole latine che sono parte di una preghiera allo Spirito Santo: Lux
beatissima … Dulce refrigerium…[119] Poi sento una voce che parla alla radio, e vedo anche un televisore che
offre immagini e messaggi di tutti i generi. Ascolto, guardo, penso. Alla fine
dico al Signore:
Io
a Gesù: «Gesù, nel passato tutto funzionava a mano, o coi pedali,
ma l’elettricità ha rivoluzionato il mondo. Il fatto è che
la rivoluzione non è avvenuta solo nel bene ma anche nel male. Per
esempio, quella televisione lì… Secondo me il male che fa supera
il bene, e quella radio lì fa lo stesso…».
Gesù a me: «Lo so bene, Johannes, ma
anche se le forme di energia appartengono a Noi che le abbiamo create, l’Avversario
le usa ogni volta che voi gli chiedete di usarle.
Quando è lui che le usa, esse
finiscono per darvi la morte anzichè la vita. Non tutti voi, ma parecchi
di voi si servono del loro libero arbitrio [120] per chiamare
l’Avversario, e dargli autorità su tante cose. Allora lui viene e
si impossessa delle energie presenti nella nostra creazione. Salvo che lui usa
queste energie per realizzare gli scopi suoi. Il libero arbitrio è un
dono che vi ho fatto, e non intendo per nulla ritirarvelo. Se però lo
usate per mettere le energie vitali nelle mani dell’Avversario,
anziché la vita troverete la morte. In altre parole, se scendete a
compromessi con l’Avversario, lui vi preparerà dei tranelli, che
sono come i “cortocircuiti” elettrici che ogni tanto si verificano
nelle vostre abitazioni. Quando questi suoi “cortocircuiti” entrano
in azione, anche se inizialmente vi fanno pensare a dei meravigliosi fuochi
d’artificio, alla fine vi mettono fuori uso spiritualmente, e in certi
casi anche fisicamente». [121]
Una lezione come questa mi sembra
preziosa. Mi viene l’idea di consultare un’enciclopedia sull’Occultismo.
Ricevo conferma che “occultare” significa nascondere, e che
il titolo di “Maestro dell’occulto”, per tradizione
viene attribuito al demonio.
Passano anni.
Un giorno mi trovo davanti a dei
giornali che parlano di riunioni carismatiche piene di stranezze. Mi permetto
di chiedere al Signore:
Io
a Gesù: «Signore, negli avvenimenti di cui si parla in questi giornali,
in quelle riunioni “carismatiche” che questa stampa chiama col nome
del “Santo ridere”, o del “Toronto blessing”,
eccetera… a me sembra che la gente faccia sciocchezze di tutti generi.
Quello che mi disturba è che le facciano in nome dello Spirito Santo.
Che ve ne pare? È forse un esempio di energia rubata dal quel
“ladro” di cui discutevamo assieme qualche anno fa?».
Gesù
a me: «Purtroppo Johannes… Ma vedo che per certe cose hai una
memoria veramente eccezionale. Dimmi, se l’elettricità fosse
già stata conosciuta e utilizzata al tempo della mia venuta in mezzo a
voi, pensi che nel Vangelo ci sarebbe oggi una parabola in più? ».
Io
a Gesù: «Ne sono quasi certo, Signore. Una “parabola”
più eloquente di quella della centrale elettrica non l’ho mai
trovata. Essa mi ha aiutato moltissimo a capire il mistero della SS.
Trinità, sempre nei limiti a noi concessi».
Gesù a me: «Allora ascoltami. A voi che
vi sforzate di essere fedeli leggendo quello che il Cielo vi comunica in questi
anni, posso dire che la rivoluzione che si è prodotta sulla terra con la
venuta dell’elettricità è un’immagine di quello che
presto si produrrà su tutta la Terra con la venuta dello Spirito Santo.
Si tratta della Pentecoste universale. Ora in vista di questo grandioso
avvenimento, la vostra Terra ha bisogno di essere riassettata, purificata. Solo
così potrà ricevere con profitto i doni dello Spirito Santo.
Comprendi che se
i doni dello Spirito Santo fossero concessi all’umanità in questo
istante, senza quella Purificazione generale che ormai vi è
indispensabile, non solo non vi gioverebbero a nulla, ma il loro continuo abuso
moltiplicherebbe per mille il male che già è presente sulla
vostra terra in forme eccessive.
I doni dello
Spirito Santo sono come nuove ricchezze, nuovi poteri, nuove capacità,
capacità rinnovate, capacità moltiplicate, ma le ricchezze e le
capacità moltiplicate non eliminano quel libero arbitrio che vi è
stato concesso da Dio fin dall’inizio. Allora i frutti della vostra
cattiveria aumenterebbero anziché diminuire. Aumenterebbero con
l’aumentare dei nuovi doni, delle nuove ricchezze, delle nuove
possibilità, dei nuovi poteri.
Come tu sai, la
maggioranza delle persone che oggi vivono sulla terra cercano i loro interessi
anziché i nostri, vogliono la loro gloria anziché la nostra,
fanno la promozione del loro ordine anziché del nostro. Cosa pensi che
queste persone farebbero dei nuovi doni dello Spirito Santo? Te lo dico Io cosa
ne farebbero: li investirebbero nel male anziché nel bene, e questo
moltiplicherebbe il male anziché il bene.
La Purificazione che sta per venire
è un bene. Ha per scopo di prepararvi al Grande Rinnovamento che ormai
deve venire, [122] e che la seguirà da vicino. Cesseranno allora le distruzioni. Non
ci saranno più i disastri che oggi avvengono nel mondo e nelle vostre
anime come conseguenza di quei famosi “cortocircuiti” di cui
parlavamo assieme tempo fa ».
Qui capisco che i
disastri che i cortocircuiti causano nelle nostre case sono un’immagine
di quelli che si producono nelle anime delle persone che permettono a Satana di
entrare nella loro vita, la loro casa, la loro anima. Sperando ricchezze e
onori terreni, queste persone si vendono a Satana, gli aprono la porta, lo
fanno entrare, gli fanno onore. Fanno questo tramite “occultismi”
di ogni genere, incluse le messe nere. Per un po’ sembra che in casa vada
tutto bene, ma poi…
Intravedo i numerosi sabotaggi che
Satana e i suoi accoliti stanno oggi preparando sulla terra, la nostra comune
dimora. Malgrado la visione di questi sabotaggi e conseguenti catastrofi
rimango fiducioso che il Signore si servirà di tutto questo grande male
per far trionfare il suo grande bene. Dopo la Purificazione generale ed il Grande
Rinnovamento annunciati, il piccolo gregge che sarà rimasto
potrà vivere una vita armoniosa e felice, degna di quella che i nostri
Progenitori vivevano prima del Peccato originale.
ANNESSO N. 4 - Citazione ripresa dal libro di JNSR: “Témoins de la Croix”.
«Il mondo è una come barca che sta
facendo acqua da tutte le parti. Dio non può lasciare la sua terra
affondare. La ritirerà dalle mani dei tiranni. La sua creazione
subirà la trasformazione desiderata, perchè la terra non ce la fa
più a subire le contrazioni del suo parto. Il suo parto è
prossimo.
I suoi dolori,
provenienti da tante sofferenze umane, da tanto disordine presente ora
nell’armonia della natura, i suoi dolori, i suoi pianti, i suoi timori,
cesseranno. La nuova terra uscirà più bella che mai dalle mani
del Creatore, che le darà la perfezione del suo Redentore. Avvolta nello
Spirito purificatore, grazie al soffio vivificante di questo Spirito essa
diventerà la terra dei viventi. Porterà la vita. Dio avrà
bandito la morte per sempre.
La terra di Dio, unita al
cielo, diventerà un paradiso. Tutto sarà rinnovato, diventerà
come nuovo. I Cieli saranno nuovi, la terra sarà nuova, immersa nella
conoscenza di Dio. E Dio sarà presente in tutto, in tutti, in ognuno.
Regnerà l’armonia, trionferà l’amore. »
La causa di
beatificazione di Luisa Piccarreta è stata introdotta a Roma nel 1994 da
Mgr Carmelo Cassati, arcivescovo della Diocesi di Trani.
Nella sua lettera pubblicata il 19 novembre 1994, Mgr Cassati invita i
testimoni di miracoli ottenuti per intercessione di Luisa Piccarreta, a farli
conoscere scrivendo al postulatore di questa causa di beatificazione:
Mgr Felice Posa,
Casa divina Provvidenza,
70052 Bisceglie (Bari)
Italia.
ANONIMO : “Le Grand message
d’Amour”; messaggi del Cielo a una suora di
clausura. Librairie Téqui, 82 rue Bonaparte, 75006, Paris, France.
Questo libro si presenta con l’Imprimatur.
Associazione
del Divin Volere, Via XX Settembre n. 157, 20099, Sesto
S. Giovanni, Milano. Questa Associazione ha pubblicato una parte degli scritti
di Luisa Piccarreta in piccoli
volumi, una dozzina circa, col titolo di: Opere, e pure in un
libretto intitolato Passi Scelti sulla divina Volontà.
Quest’ultimo contiene una pagina introduttiva dove si può leggere
la dichiarazione seguente: Rimini, 6 febbraio 1971. Sac. Amedeo Polverelli,
Cens. Eccl., Imprimatur.
In Curia Vesc. Arimini, die 6-2-1971. Can. Emilio Pasolini, Vicario Generale.
Si tratta di edizioni fuori commercio.
Bibbia: Vedere Gn 3, 24; Ap 20, 1-6; Is 11: 6-9; e Is
65:17-25.
CESHE, “Cercle
Historique et Scientifique” è una associazione internazionale che
vuole far conoscere l’opera di Fernand Crombette
(1880-1970) il quale, con lo pseudonimo di “un catholique
français”, ha fatto luce su diversi aspetti della scienza,
soprattutto in Geografia, Storia dell’Egitto antico, la Cronologia
antica, l’Astronomia e l’Esegesi. Il CESHE pubblica dei Cahiers
che presentano le molteplici tesi di Fernand Crombette,
e una rivista trimestrale il cui titolo è Science et Foi. Andare
su Internet all’indirizzo: http://www.chez.com/ceshe/
http://www.ref.as/ceshe/crombette/travaux.htm
http://www.parvulis.com/Documents/1-FRA-1.html
IsaIA : La Nuova Creazione. Vedi BibBIA: Is 11: 6-9; e Is 65:17-25.
San Giovanni
evangelista: Il Millennio felice.
(Vedi: Ap 20, 5-6).
[1] Quando Gesù parla
con Luisa Piccarreta, usa l’espressione Divin Volere per significare:
“L’azione concreta della Volontà divina”, o “La
Volontà divina in azione”. C’è dunque una piccola
differenza tra Volontà divina e Volere divino: l’espressione
“Volontà divina” è l’equivalente di un concetto
astratto, mentre “Volere divino” è la versione concreta di
questo stesso concetto. Vedi anche la domanda e risposta n. 94 che si trova a
fine libro (Vedi annesso n. 1).
[2] Uno di
questi testimoni è il Padre cappuccino Bernardino Giuseppe Bucci, che
ogni tanto si recava da Luisa per renderle visita. Infatti sua zia, Rosaria
Bucci, era amica di Luisa, con la quale condivideva il lavoro di merletto. Dopo
la morte di Luisa, Rosaria Bucci ha raccontato a suo nipote che Pio X aveva
esortato Padre Annibale a pubblicare tutto ciò che poteva degli scritti
di Luisa, soprattutto L’Orologio della Passione. (La fonte di queste
informazioni è il libretto che Padre Bucci ha pubblicato nel 1980 col
titolo: “Luisa Piccarreta : raccolta di memorie”).
[3] Luisa
è vissuta dal 1865 al 1947. La parte che riguarda la vita e le opere di
Luisa Piccarreta si trova all’inizio del cap. 3 (sezioni 1 e 2).
[4] Nuovo “contratto” nel senso
di: nuovo patto, nuova intesa.
[5] Sembra che
Dio abbia concepito il “Regno messianico” per darci un assaggio del
suo Regno celeste.
[6] Maria
Valtorta (1898 - 1961) è una mistica italiana. Ha scritto i dieci volumi
di: “L’Evangelo come mi è stato rivelato”. Essa ha
pure scritto altri libri, tra i quali si trovano i tre grossi volumi
intitolati“I Quaderni”. Questo brano proviene dal primo volume.
(Vedere vol. 1, in data 27-08-1943).
[7] Secondo
Maria Valtorta l’anti-Cristo che verrà dopo il “Millennio
felice” sarà Satana stesso, ovvero Satana in persona (“Satana in se stesso”).
[8] Sempre
secondo Maria Valtorta l’anti-Cristo che verrà prima del
“Millennio felice ”, sarà una persona posseduta da Satana
(“Satana nella sua creatura”).
[9] Chi sono i precursori di Satana? Hitler,
Stalin, etc. ...
[10] Secondo la
tradizione cattolica, il Regno messianico è il Regno temporale di
Cristo. Questo Regno messianico, a mio avviso, corrisponde in pieno a quello
che Luisa Piccarreta chiama: Regno della Divina Volontà. Dopo il Regno di Giustizia di Dio Padre,
e quello di Misericordia di Dio Figlio, questo Regno, attribuibile allo Spirito
Santo, sembra destinato ad essere chiamato: Regno di Santificazione.
Nella simbologia proposta da
Stefano Cagnola a proposito della Tenda di Mosè, questo Regno coincide
con quella parte della tenda che gli Ebrei chiamavano: Il Santo dei Santi.
[11]
Pablo-Martin Sanguiao: «Luisa
Piccarreta “La piccola figlia della Divina Volontà”»,
p. 57.
[12] Cf.: Ap 20, 1-6. Informazioni supplementari
sul significato escatologico di questo brano sono accessibili nel volume: “Mondo Nuovo Profetizzato”.
Disponibile anche su Internet, all’indirizzo:
http//www.parvulis.com/Documents/2-main-it-01.html
[13] Tramite i suoi profeti Dio ci rivela
che l’uomo è sulla terra da sei mila anni. Molti scienziati
profani non sembrano d’accordo con questa cifra, ma le teorie che
inventano per rimpiazzarla sono tirate per i capelli, e manca
l’unanimità. Per maggiori informazioni leggere la sezione
intitolata: L’Equazione triplice del Creatore trinitario, che si trova
nel libro: “Mondo Nuovo
Profetizzato”; cap. 1, sez. # 2. Disponibile anche su Internet. (Vedi
la nota precedente).
[14] Si sa che il sangue porta la vita nel
corpo fisico dove circola. Ora la Volontà divina comunicava
all’uomo la Vita divina, come se avesse avuto il potere di un
“sangue” divino.
[15] La nostra vita attuale è fisica,
intellettuale, spirituale, ma non divina. Con il Peccato originale dei nostri
Progenitori noi abbiamo perso la Vita divina. I nostri Progenitori hanno
preferito la loro propria volontà alla Volontà divina, il loro
proprio “sangue” al “sangue” divino. Questo ci ha fatto
perdere la Vita divina. (Il “sangue” di Adamo ed Eva, corrotto dal
Peccato originale, si è comunicato all’intera umanità).
[16] La cronologia delle tappe principali
chi fanno la storia dell’umanità è presentata da
Gesù a Luisa Piccarreta in un riassunto molto interessante, riprodotto
alla sezione # 4 del capitolo n. 3. In detto riassunto Gesù conferma la
tesi di Fernand Crombette, la quale coincide con quella di Mgr James Ussher,
ex-vescovo di Armagh e distinto esegeta. Secondo questa tesi la creazione di
Adamo ed Eva risale all’anno 4004 prima di Cristo.
[17] Le nostre divisioni, lotte, malattie,
sofferenze, sono una conseguenza della Colpa originale, ma sono aggravate dalle
nostre prevaricazioni individuali ripetute.
[18] Vuol forse dire questo che la
volontà umana sarà distrutta? No di certo! Condivido la risposta
che appare nel libro di Thomas M. Fahy: Book of Glory. La risposta di M. Fahy
è così formulata: “Tale idea sarebbe un errore teologico
grave. La volontà umana deve assolutamente esistere, altrimenti
l’essere umano non sarebbe più un essere umano”. (Vedi pure
in appendice la risposta alla domanda n. 104).
[19] Madre Carolina Venturella era una
religiosa canossiana alla quale Gesù si rivolgeva chiamandola alle volte
“Povera anima”. Madre Venturella, deceduta nel 1984 in età
piuttosto avanzata, avrebbe ricevuto da Gesù dei messaggi profetici
secondo i quali l’era dello Spirito Santo comincerà con una
“Pentecoste universale”. Questa Pentecoste segnerà
l’inizio di una risurrezione spettacolare della Chiesa cattolica e,
attraverso la Chiesa, di tutta l’Umanità. (Dopo queste rivelazioni,
un movimento di pietà popolare si è organizzato in Italia. Tale
movimento è all’origine di un grandioso progetto, la costruzione
di un Tempio dedicato allo Spirito Santo. Il tutto avviene a Palestrina, una
cittadina situata nei pressi di Roma).
[20] Le anime che desiderano entrare nella
Sala delle Nozze (il Regno messianico) si arrangiano per mantenere accesa la
lampada della loro fede. Come spiegare che alcune vergini, le cinque prudenti,
pensano di prendere con sè un po’ d’olio di riserva, mentre
le altre non ci fanno caso? Tutto si spiega, secondo me, con la presenza o
l’assenza di un ingrediente miracoloso chiamato... amore.
[21] Offrire a Dio la nostra volontà
umana in sacrificio di olocausto, è un po’ come rifare il gesto di
Abramo, che si è dimostrato capace di offrire a Dio ciò che
possedeva di più caro e prezioso: suo figlio Isacco. (Il termine
olocausto ci richiama alla mente i sacrifici di animali che gli Ebrei
dell’antica alleanza offrivano a Dio nel Tempio di Gerusalemme).
[22] Per tentare di spiegare umanamente il
mistero della Santissima Trinità, il catechismo della Chiesa cattolica
non si serve dell’espressione “una sola e medesima
Volontà”, ma dell’espressione “una sola e medesima
natura, la natura divina”. (n. 253 e 258). L’unicità del Volere divino dipenderebbe quindi
dall’unione perfetta generata dalla natura divina presente nelle tre
Persone trinitarie.
[23] Il fatto di essere un cittadino del
Paradiso terrestre, che cosa implica, o implicherebbe? Già
sappiamo che le anime del Paradiso celeste vivono unite a Dio e unite tra di
loro, e che la loro felicità deriva proprio da questa unione
meravigliosa, risultato di una volontà che in tutti è la stessa.
Secondo tale principio, se gli abitanti della terra fossero tutti animati da
un’unica volontà, chi agirebbe contro il suo vicino? Nessuno!
(Sarebbe come voler agire contro se stessi!) Il risultato sarebbe la pace
generale.
L’unione delle volontà individuali spiega il segreto del
Paradiso, ma tale unione non può essere forzata. Allora Dio la propone,
ma non l’impone. (Tipico dell’amore è il proporsi. Tipico
dell’odio l’imporsi).
[24] San Pietro, nella sua seconda epistola,
dice che l’uomo è destinato a condividere la natura divina. San
Agostino dice anche lui: “Se Dio si è umiliato al punto di
diventare uomo, lo ha fatto per esaltare gli uomini al punto di farne degli
Dei”. Nel vangelo di S. Giovanni, al versetto 34 del cap. 10, si legge: «Gesù rispose loro:
«“Non è scritto nella vostra legge: “Ho detto: Voi
siete degli dei”» ?
[25] Questa formula di preghiera è
adatta, ma un’altra formula lo può essere altrettanto
purchè traduca un sentimento spontaneo di donazione.
[26] Gv: 3: 3.
[27] Non soltanto Luisa Piccarreta ma tutti
i profeti cristiani contemporanei, tra cui Carolina Venturella e Vassula Ryden,
dicono che questo evento è imminente. Qualche tempo fa Gesù
avrebbe dato a Vassula Ryden il messaggio seguente: “Io che sono autore
di inestimabili meraviglie, sto per aprire i cieli, per farvi conoscere il
mistero del mio Disegno: l’effusione del mio Spirito. È la
promessa che si trova nelle scritture. Il mio Spirito agirà sulla mia
creazione come mai lo ha fatto
prima d’ora. L’alzerà verso il cielo in tutti i modi.
Porterà il più vicino possibile del cielo tutto ciò che
è sulla terra.» (Cf: “La vera Vita in
Dio”...). ». Rivedere anche la nota 19 sulla Pentecoste
universale.
[28] La perfezione umana iniziale, o
primordiale, è quella che l’uomo aveva in se stesso prima del
Peccato originale.
[29] Le volontà umane, purtroppo,
favoriscono la divisione. La favoriscono perché sono molteplici, e
perché ognuna di esse cerca il proprio tornaconto in modo
individualistico. Questo spiega il motivo per cui le persone incapaci di
rinunciare al loro volere umano non potranno entrare nel Regno messianico. Se
invece un uomo sa che la vera vita è frutto di unità, non di
divisioni, egli aspira all’Ordine primordiale, e fa di tutto per
meritarlo. (Quest’ordine ha il privilegio di ridare al Volere divino il
posto d’onore che esso aveva nell’anima umana all’origine
della Creazione).
[30] Come dal quaderno n. 12 di Luisa, il 29
gennaio 1919 Gesù ha detto a Luisa: “Figlia mia [...] la creatura
è incapace di comprendere tutto insieme il mio operato, perciò
vado manifestandomi poco a poco”. Per avere una risposta più
dettagliata sul Piano di Dio, vedere il libro di J. Da Parvulis, «Mondo Nuovo Profetizzato»,
cap. 1, sezione # 2: “L’Equazione
tripla del Creatore trinitario”. (Disponibile anche su Internet,
all’indirizzo: http://www.parvulis.com/Documents/2-main-it-01.html ).
[31] Dopo la sua
Risurrezione, Gesù Cristo aveva un corpo glorioso. Sarà lo stesso
per ogni nuovo risuscitato.
[32] L’uomo
che accetta questa forma di vita per quello che è − un dono di Dio
− rifiuta d’istinto l’idea del suicidio (o
dell’eutanasia, intesa come suicidio assistito).
[33]
L’essere che crede alla Redenzione operata da Cristo, e l’accetta,
diventa vivo spiritualmente. La sua anima riceve la vita spirituale come una
lampadina riceve l’energia elettrica che la accende e la fa risplendere.
(La fede è l’energia elettrica; la vita che da lei si sprigiona
è la luce).
[34] Gli umani
hanno perso anche la memoria di questa forma di Vita. L’hanno persa
quando Adamo ed Eva sono stati cacciati dal Paradiso terrestre. In quel momento
Dio ha chiuso l’ingresso dell’Eden, e per impedire i contatti
inopportuni tra il mondo del soprannaturale (l’al-di-là) e il
mondo naturale (l’al-di-qua) ha messo due Cherubini a guardia di questo
“cancello” chiuso. Vedi: Gn 3, 24.
[35] Se la Vita
fisica è preziosa, e la Vita spirituale ancora di più, che dire
della Vita divina! Grazie ad essa Dio ci offre oggi uno statuto ancora
più prezioso di quello che Adamo ed Eva possedevano inizialmente.
C’è infatti di mezzo la Redenzione, che è di una
“ricchezza”
incalcolabile, se uno l’accetta.
[36] Nella
risurrezione del Corpo mistico di Cristo è compresa la risurrezione
dell’intera umanità.
[37] Leggere
l’inizio del XX capitolo dell’Apocalisse: “È la prima
risurrezione. Felici e santi coloro che saranno ammessi alla prima
risurrezione! La seconda morte non avrà alcun potere su di loro, ma
saranno sacerdoti di Dio e di Cristo, con cui regneranno per mille anni”.
(Ap: 20, 5-6).
[38] Ogni
risurrezione implica una morte preliminare. Siccome Cristo è morto,
c’è da aspettarsi che muoia anche il suo Corpo mistico,
cioè la Chiesa, ma solo di morte materiale, non di morte spirituale.
Come Cristo è risorto, così anche la sua Chiesa risorgerà:
«Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa». In fin dei
conti sarà proprio questa
Risurrezione che darà inizio al Regno messianico.
[39] Dato che l’amore respira nella
libertà è importante che gli aspiranti alla Vita divina, che è vita d’amore, fondata
sull’amore, vi aderiscano liberamente, non in modo forzato.
(L’amore è una cosa tipica del Regno di Dio, sia del Regno
messianico che di quello celeste).
[40] Per
prepararsi alla divinizzazione è bene conoscere i messaggi che Dio ci
manda tramite Luisa Piccarreta, a cui Gesù ha riservato il titolo di:
“Prima dei Figli di Luce della Seconda Generazione”. (Vedi capitolo
3, sezione # 2).
[41] Questo
“raccolto” non è quello della Fine del mondo ma quello della Fine
dei tempi. I due raccolti si assomigliano molto, ma non sono affatto la
stessa cosa. È previsto che la Fine
dei Tempi accada subito prima del Regno messianico, e che la Fine del Mondo accada subito dopo il Regno messianico.
[42] A proposito
della Santissima Trinità, Dio uno e trino, a me le cose appaiono
così: L’unicità divina deriva dal fatto che le tre Persone
divine, pur essendo distinte, hanno la stessa volontà, vogliono le
stesse cose, condividono gli stessi desideri. (Li condividono alla perfezione
perchè il fatto di avere la stessa natura divina rende perfetto
l’amore che le abita, lo rende perfetto in tutto, inclusa la
reciprocità). È lecito quindi affermare che a merito di questa
Volontà divina, che è unica e condivisa alla perfezione, le tre
Persone divine costituiscono l’equivalente di un solo Dio. Per esempio:
Ciò che il Padre vuole è voluto anche dal Figlio e dallo Spirito
Santo; ciò che il Figlio vuole è voluto anche dal Padre e dallo
Spirito Santo; ciò che lo Spirito Santo vuole è voluto anche dal
Padre e dal Figlio.
Il
ragionamento si può estendere anche agli esseri umani. Gli uomini che adottassero
il Divin Volere adotterebbero anche il Divin Potere poichè, come
già detto, la Volontà divina e la Potenza divina sono
inseparabili.
Conclusione: Dio non può
permettersi di condividere il suo Paradiso con dei figli suscettibili di
abusare del suo Divin Volere, che sarà anche Divin Potere (potere
quindi, on-ni-po-ten-te!). Allora, se una persona umana vuole andare in
Paradiso, dove con Dio si condivide il Divin Volere e il Divin Potere, è
necessario che sia piena d’amore, come lo è Dio stesso. L’amore
collega gli esseri. L’egoismo e l’odio li dividono.
[43] Vedi la
domanda e risposta n. 94, che si trova a fine libro. (Annesso n. 1).
[44] Se è
il caso, leggere in appendice il racconto, abbastanza pittoresco, sulla
differenza che c’è tra fare la Volontà di Dio e vivere in
essa.
[45] Il Regno
messianico sarà come il paradiso terrestre. Ma per vivere in paradiso
l’uomo deve essere abitato dalla Divina Volontà, essere
com’erano i nostri Progenitori prima del Peccato originale.
[46] Come Abramo
ha accettato di offrire la vita di Isacco, suo unico figlio, così
Gesù ha accettato di offrire la sua propria vita. Tutto questo per
onorare la Volontà di Dio Padre.
[47] Più
è grande il numero di persone divinizzate, più il corpo sociale
assomiglia a quello di Cristo risuscitato. Il corpo umano è sano quando
tutte le cellule che lo compongono sono sane, così il Corpo mistico di
Cristo è divinizzato quando tutte le persone che lo compongono sono
divinizzate.
[48] La
volontà umana inselvatichita dal Peccato originale, può essere
paragonata a un ramo selvatico capace di dare solo frutti selvatici. Per
“tagliare” questo ramo
– lo si taglia per far posto all’ “innesto” divino che
Dio promette di praticare in noi misticamente – basta rivolgere a Dio una
preghiera spontanea di donazione. (Vedi il contesto della nota 25).
[49] Sappiamo che l’uomo è stato
creato all’immagine di Dio, e nell’uomo ci sono effettivamente tre
dimensioni, unificate al punto da formare un’entità unica:
l’uomo, la persona. Queste tre dimensioni corrispondono a tre
capacità umane: 1) quella di distinguere, 2) quella di decidere, 3)
quella di agire. (Intelligenza, volontà, azione). La scelta di vivere
nel Divin Volere avviene con il contributo di tutte queste facoltà. La
cosa si produce, a mio avviso, nel modo seguente:
# 1. -
L’intelligenza che noi abbiamo interviene innanzitutto per distinguere,
per valutare. Per esempio: Nello scoprire il messaggio sulla Divina
Volontà la persona utilizza il suo discernimento per sapere se per lei
è importante. Se nella persona c’è umiltà, è
facile che detto messaggio venga riconosciuto come importante. La persona si
rende conto che le volontà umane in generale, e la sua in particolare,
sono come rami selvatici che meritano di essere sostituiti con dei “rami
divini”. L’umiltà è essenziale in questa fase. (Senza
di essa, l’intelligenza della persona non è in grado di percepire
i vantaggi offerti dall’ “innesto mistico”. L’orgoglio −
tutti lo sanno − rende lo spirito cieco).
# 2. - La
volontà che è in noi decide il da farsi in funzione dei risultati
che l’intelligenza le ha fatto pervenire. Per esempio: Se
l’intelligenza ha percepito il messaggio come valido, la volontà
è pronta a metterlo in pratica. Per assomigliare a Gesù la
volontà umana è capace di rinunciare a essa stessa, il che
è una pazzia agli occhi del mondo. In questa fase il ruolo più
importante è quello dell’amore. Invece di spingere l’uomo
verso se stesso, l’amore spinge l’uomo verso Dio e verso il
prossimo).
# 3. – L’azione della
persona è il risultato reale, concreto delle due operazioni precedenti.
Per esempio: il messaggio ritenuto importante dall’intelligenza e dalla
volontà spinge la persona ad agire. Questa si rivolge a Dio, lo supplica
di accettare la sua offerta. In questa fase, la perseveranza è la
facoltà più importante. All’anima perseverante Dio
dà sempre una risposta. (Al momento giusto, quello scelto da Dio, arriva
la Pentecoste universale – vedi nota n. 19 – e la persona è
trasformata come furono trasformati i dodici Apostoli il giorno della loro Pentecoste).
[50] È una
mia convinzione profonda che la portata di questo atto generoso equivale a
quella del Peccato originale, ma in senso opposto a quello del Peccato
originale. Ciò significa che gli effetti del Peccato originale potranno
essere neutralizzati dalla forza benefica di questo atto. (Occorre che questo
atto sia frutto di un sentimento d’amore, non di timore, o di calcoli
mentali tinti di egoismo).
[51] Pablo-Martin
Sanguiao: «Luisa Piccarreta:
“La Piccola Figlia della Divina Volontà”», pp.
59-60. Questo brano, datato del 16 luglio 1922, proviene dal manoscritto n. 14
di Luisa.
[52] Vedere la
nota n. 84.
[53] Cf.: “Passi
Scelti sulla Divina Volontà”, pp. 22-24. Edizione Pro
manuscripto pubblicata a cura della Associazione del Divin Volere. Milano.
(Imprimatur in Curia Vesc. Arimini, die 6-2-1971. Can. Emilio Pasolini Vicario
Generale; Sac. Amedeo Polverelli Cens. Eccl.)
[54] Questo
messaggio fa parte dei dettati ricevuti da Vassula Ryden tra il 21 maggio 1997
e il 22 giugno 1998. (V. “La Vera
Vita in Dio”, supplemento n. 11). Vassula vive a Roma dal 1997. La
missione che Dio le ha affidato riguarda la riunificazione delle Chiese
cristiane. Benchè sia di fede ortodossa, Vassula non esita a pubblicare
i messaggi che Gesù le dà, e che invitano i cristiani di ogni
denominazione a rimanere fedeli al magistero di Giovanni-Paolo II. Ciò
le attira molti nemici. La sua situazione fa pensare alle parole di
Gesù: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”.
[55] Il Volere
divino ha per effetto di trasformare in paradiso il terreno dove si stabilisce,
il cuore di un individuo o l’anima di una collettività. Di
conseguenza è necessario che il Volere divino sia presente e attivo
nelle persone che abitano il Regno messianico. Se questa condizione dovesse
cessare di esistere, il Regno messianico si spegnerebbe (pare che ciò
accadrà alla fine del Millennio felice, pochi anni prima della Fine del
mondo, quando – secondo Maria Valtorta – il ruolo di Anticristo
verrà assunto da “Satana in persona”, ed una parte degli
esseri umani presenti allora sulla terra, malgrado le luci ricevute durante il
Terzo Millennio – l’Era dello Spirito Santo – sceglieranno il
male anziché il bene).
[56]
“Fiat” è una parola latina che significa: “Che
ciò sia”. Esempio: “Fiat lux” = “che la luce sia”.
(Luisa Piccarreta non sapeva il latino – aveva fatto soltanto due anni di
scuola elementare – ma Gesù l’istruiva di volta in volta,
secondo le necessità).
[57] Abbiamo
visto in precedenza che nella Santissima Trinità, le tre volontà
appartenenti alle tre Persone divine formano l’equivalente di una sola ed
unica volontà. Questo avviene in virtù dell’amore perfetto
che unisce le tre Persone stesse. È grazie a questa perfezione
d’unità che le tre Persone formano un solo Dio. (Rivedi la nota
42).
[58] La terminologia
del Nuovo Testamento non è identica a quella dell’Antico
Testamento. Per esempio, nel Nuovo Testamento si parla di Santi,
nell’Antico Testamento si parla di Giusti. Sarebbe sbagliato tuttavia
considerare il Purgatorio come una versione del Limbo, perchè tale non
è. Il Purgatorio è una realtà a sè stante.
[59] Isaia
presenta il Millennio felice come il risultato di una “Nuova
Creazione”. (Cf.: Is 11: 6-9; e Is 65:17-25: “La Nuova
Creazione”).
[60] Fine dei
Tempi: quali tempi? Quelli che gli Ebrei hanno dovuto vivere in esilio a
partire dall’anno 70 dopo Cristo. (PICCOLA DIGRESSIONE:
L’espressione Fine dei Tempi è legata alla storia del Popolo
ebreo. Nell’anno 70 dopo Cristo le legioni romane hanno preso Gerusalemme
distruggendone il Tempio, e costretto i superstiti ebrei a prendere la via
dell’esilio. La somma dei secoli che gli Ebrei hanno dovuto vivere in
esilio dopo questi eventi formano il “Tempo dei Pagani” ovvero
“Tempo delle nazioni pagane” (Lc 21, 24). Visto che questo tempo
è finito – poiché nel 1948 gli Ebrei sono rientrati a
Gerusalemme e hanno riorganizzato il loro antico Stato – ciò
significa che gli Ebrei sono ora arrivati alla Fine dei Tempi che hanno dovuto
vivere in esilio, tra le nazioni considerate da loro nazioni pagane. Questa
Fine dei Tempi è una tappa molto importante per il Popolo ebreo, e
quindi per l’intera umanità. FINE DELLA DIGRESSIONE).
[61] Vedere le
sezioni # 1 e # 4 del terzo capitolo, soprattutto la sezione # 4, intitolata: “Luisa Piccarreta: Gesù le
rivela l’età vera dell’umanità”.
[62] Questo brano
di Maria Valtorta è del 27 agosto 1943. Esso proviene da: I Quaderni del
1943, vol. 1, p. 288.
Nonostante l’incomprensione di
molti, Maria Valtorta (1897-1961) può essere considerata come un
autentico strumento di Dio. Grazie ai suoi dieci volumi intitolati: “Il Poema dell’Uomo-Dio”
(ora il titolo è divenuto: “L’Évangelo
come mi è stato rivelato” ) essa ci permette di apprezzare
maggiormente i quattro Vangeli. In più, attraverso le istruzioni
soprannaturali presenti nei tre grossi volumi intitolati: “I Quaderni”, essa ci aiuta a capire meglio il Credo
cattolico e il libro dell’Apocalisse.
[63]
“Satana in se stesso” = Ne “I
Quaderni”, Maria Valtorta dice che l’anti-Cristo che
verrà dopo il “Millennio felice” sarà “Satana
in persona”.
[64] “Satana
nella sua creatura” = Ne “I
Quaderni”, Maria Valtorta dice che l’anti-Cristo che
verrà prima del “Millennio felice” sarà una persona
“posseduta da Satana”.
[65] Leggendo “I Quaderni”, si capisce che
i precursori dell’anti-Cristo (la creatura di Satana) sono abbastanza
numerosi, e che Hitler era uno di loro. Riguardo al tempo presente Gesù
aggiunge questo:
Gesù a Maria Valtorta: «È il caso di ripetere:
“Satana ha chiesto di vagliarvi”. E dal vaglio risulta che la corruzione
è come ai tempi del diluvio , aggravata dal fatto che voi avete avuto il
Cristo e la sua Chiesa, mentre ai tempi di Noè ciò non era.
[...]. Questa è una delle prime selezioni dell’Umanità
[riferito alla seconda guerra mondiale] , che si avvicina alla sua ultima ora
per separare la messe degli eletti dalla messe dei reprobi. Ma purtroppo la messe degli eletti
è piccola rispetto all’altra.
Quando Cristo verrà per vincere l’eterno antagonista nel
suo Profeta troverà pochi segnati nello spirito dalla Croce.» (Maria Valtorta: “I Quaderni”,
vol. I, p. 183).
[66] Il passo
biblico del “Millennio felice” è ripetuto all’inizio
del primo capitolo, sez. # 1.
[67] Pablo-Martin
Sanguiao: “Vi Annuncio una Grande Gioia”, pp. 21-23. L’autore
ha preso questo brano nel quaderno n. 19 di Luisa.
[68] Ibidem, p.
28. Questo brano proviene dal quaderno n. 12 di Luisa.
[69]
Quest’espressione ci aiuta a capire che nel crearci “a sua
immagine”, Dio ha agito per amore. Dunque, visto che noi siamo concepiti
dall’amore ed anche “all’immagine” di questo amore, non
ci è possibile realizzare la nostra felicità lontano da esso. (S.
Agostino ha scritto: “Ci hai creati per Te, ô Signore, ed il nostro
spirito non ha pace finché non si riposa in Te”).
[70] Parti di
questo capitolo sono presenti anche nel libro di J. De Parvulis: “Mondo Nuovo Profetizzato”.
[71] Pablo-Martin
Sanguiao: «Luisa Piccarreta,
“La Piccola Figlia della Divina Volontà”», p. 16.
[72] Questi
fenomeni sorprendenti erano di natura mistica, e accadevano perchè Luisa
si era volontariamente offerta a Dio come anima vittima. Il fenomeno dei
prodotti alimentari, come quello della sua rigidità notturna periodica,
erano legati alla missione che Dio le aveva affidata, anche se nessuno riusciva
ad ammetterlo. Questo era all’origine delle incomprensioni.
[73] È la
grazia delle grazie. È la terza nascita, concepita per coronare le due
che l’hanno preceduta, e che sono: 1) nascita fisica; 2) nascita
spirituale. Se il dono della vita fisica è prezioso, e quello della vita
spirituale ancora di più, che dire del dono della Vita divina! Questo
dono ci fa rinascere alla Vita divina, quella che l’uomo ha perso a causa
del Peccato originale. (Rileggi, volendo, la sezione # 5 del primo capitolo: “Tre nascite: fisica, spirituale,
divina”).
[74] Dio ha
lanciato il suo secondo “Fiat”, quello della Redenzione, a partire
da Betlemme, e il suo terzo “Fiat”, quello della Santificazione, a
partire da Corato, una località di poca importanza, simile alla Betlemme
di due mila anni fa. Si direbbe che quando i progetti di Dio sono grandiosi,
più essi sono grandiosi, e più gli attori scelti per condurli a
termine sono piccoli, umili, discreti, nascosti.
[75] Pablo-Martin
Sanguiao: «Luisa Piccarreta,
“La Piccola Figlia della Divina Volontà”», pp.
40-41.
[76] Ibidem, p.
49. Questo brano, datato del 11 luglio 1938, proviene dal quaderno n. 36 di
Luisa.
[77] Dalla
lettura dei profeti cristiani contemporanei risulta che il Piano divino di
salvezza comporta 7 millenni. Ora l’umanità sta iniziando il
settimo millennio, che è l’equivalente del giorno domenicale, un
giorno di santificazione e di riposo. Questa verità è spiegata
meglio alla sezione n. 4 del presente capitolo, e nel libro di J. De Parvulis, “Mondo Nuovo Profetizzato”,
cap. 1, sez. n. 2, presente anche su Internet all’indirizzo:
http://www.parvulis.com/Documents/mf-it-01-02.html
[78] Ibidem, p.
29.
[79] Ibidem, p.
16. Questo brano, datato del 23 marzo 1921, proviene dal quaderno n. 12 di
Luisa.
[80] Ibidem, p.
31. Questo brano, datato del 5 dicembre 1921, proviene dal quaderno n. 13 di
Luisa.
[81] Ibidem, p.
47-48. Questo brano, datato del 19 maggio 1938, proviene dal quaderno n. 36 di
Luisa.
[82] Ibidem, p.
110. Questo brano, datato del 20 aprile 1923, proviene dal quaderno n. 15 di
Luisa.
[83] Ibidem, pp.
100-101. Questo brano, datato del 19 novembre 1921, proviene dal manoscritto n.
13 di Luisa.
[84] Gesù
chiama Luisa: "Primogenita dei Figli di luce della Seconda
Generazione”. A me sembra evidente che i “Figli di Luce”
della “Prima Generazione siano i Giusti e i Santi dell’Antico e del
Nuovo Testamento. Ma chi sono allora i “Figli di Luce” della
“Seconda Generazione”? Il mistico Stefano Cagnola mi ha rivelato
che nel linguaggio di Dio esistono solo due generazioni,
la presente e la futura, e solo due secoli,
il secolo presente e il secolo futuro. La linea di demarcazione sarebbe quella
della Fine dei Tempi. I “Figli
di Luce” della “Seconda Generazione” saranno quindi le
persone che accetteranno di vivere nella Divina Volontà, cosa che si
realizzerà soprattutto dalla Fine
dei Tempi in poi. (Da bambino pensavo che Gesù avesse detto una
“bugia” nel dire ai suoi apostoli: “Questa generazione non passerà prima che
tutto ciò non arrivi” – Mt 24, 30, e Mc 13, 30 – ma
alla luce di questa rivelazione tutto mi diventa più chiaro).
[85] Pablo-Martin
Sanguiao: «Luisa Piccarreta,
“La Piccola Figlia della Divina Volontà”», pp.
105-106. Questo brano, datato del 6 ottobre 1922, proviene dal manoscritto n.
14 di Luisa.
[86] Il 19
novembre 1921.
[87] Prima di
Gesù la volontà umana viveva separata dalla volontà
divina. Con Gesù la volontà umana è ritornata nella
Volontà divina. È un miracolo mistico. Col suo Sacrificio
Gesù ha rimesso nella Volontà divina non soltanto la sua propria
volontà (volontà umana) ma anche la volontà delle persone
che più tardi lo riconosceranno come Redentore e Messia.
[88] Pablo-Martin
Sanguiao: «Luisa Piccarreta,
“La Piccola Figlia della Divina Volontà”», pp.
102-104. Questo dialogo, datato del 26 novembre 1921, proviene dal quaderno n.
13 di Luisa.
[89] Ibidem, p.
93. Questo dialogo, datato del 29 gennaio 1919, proviene dal quaderno n. 12 di
Luisa.
[90] Ibidem, pp.
112-113. Questo dialogo, datato del 20 febbraio 1924, proviene dal quaderno n.
16 di Luisa.
[91] Ibidem, pp.
115-116. Questo dialogo, datato del 1 maggio 1925, proviene dal quaderno n. 17
di Luisa.
[92] Ibidem, pp.
109-110. Questo brano, datato del 20 aprile 1923, proviene dal manoscritto n. 15 di Luisa.
[93] Passi Scelti
sulla Divina Volontà; p. 60-62. In prima pagina si può leggere:
“Pro manuscripto. A cura dell’Associazione del Divin Volere,
Milano. Arimini, 6 febbraio 1971. Sac. Amedeo Polverelli Cens. Eccl.
Imprimatur. In Curia Vesc. Arimini, die 6-2-1971. Can. Emilio Pasolini Vicario
Generale”.
[94] Ibidem; p.
69-75.
[95] Ibidem: pp.
62-69.
[96] Luisa
Piccarreta: Opere, vol. VI; pp. 72-73. Questo libretto è un esemplare
“Pro manuscripto” messo in circolazione nel 1977 dall’
“Associazione del Divin Volere”, situata a Sesto-San-Giovanni,
Milano.
[97] Pablo-Martin
Sanguiao: “Vi annunzio una grande
gioia”. Questo opuscolo contiene 38 estratti scelti dall’autore
nei libri di Luisa Piccarreta. Il brano: Appello del Re divino che promulga il
Regno della sua Volontà, va da p. 31 a p. 34.
[98] Ibidem,
brano n. 30. Questo brano è datato: 26 maggio 1928.
[99] Ibidem,
brano n. 31. Questo brano è datato: 21 settembre 1923.
[100] Ibidem,
brano n. 38. Questo brano è datato: 15 gennaio 1945.
[101] Pablo-Martin Sanguiao: «Luisa Piccarreta, “La Piccola
Figlia della Divina Volontà”», pp. 51-52. Questo
dialogo, del 10 febbraio 1924, proviene dal quaderno n. 16 di Luisa.
[102] Ibidem, pp.
65-66. Questo dialogo, del 7 novembre 1937, proviene dal quaderno n. 35 di
Luisa.
[103] Ibidem, p.
55. Questo dialogo, del 13 ottobre 1906, proviene dal quaderno n. 7 di Luisa.
[104] Ibidem, p.
54-55. Questo dialogo, del 14 febbraio 1922, proviene dal quaderno n. 14 di
Luisa.
[105] Ibidem, p.
50-51. Questo dialogo, del 20 giugno 1938, proviene dal quaderno n. 36 di
Luisa.
[106] Come
già spiegato (vedi capitolo 1, sezione # 5: “Tre nascite: fisica, spirituale, divina” ), dopo esser
nato alla vita fisica, e poi a quella spirituale, oggi il cristiano è
chiamato a nascere alla Vita divina.
[107] Rivedi la
nota n. 30 (e tutto il paragrafo che le serve da contesto).
[108] Dio Padre
sarebbe come una Centrale elettrica, e Dio Figlio come quel complesso di fili
che ha per compito di distribuire l’elettricità prodotta dalla
Centrale. Per capire meglio il significato delle immagini proposte, leggere in
appendice il racconto intitolato: “La
Centrale elettrica”.
[109] Cfr
Pablo-Martin Sanguiao: «Luisa
Piccarreta: “La Piccola Figlia della Divina Volontà”,»
p. 60. È bene che il lettore sappia che all’inizio degli anni
’90 il vescovo Mgr Cassati aveva denunciato con una lettera scritta la
qualità scadente delle traduzioni realizzate in inglese-americano dal
gruppo indipendente di St. Cloud (Florida, USA). Malgrado tale intervento, il
male si è comunicato dall’inglese al francese, e questo
perchè tra il 1995 e il 2002 un gruppo canadese di Montréal ha
tradotto in francese gli scritti di Luisa a partire dalla versione americana
già condannata, e non a partire dalla versione originale italiana
esistente presso l’Associazione del Divin Volere, con sede in Via XX
settembre n. 157, a Sesto S. Giovanni (Milano).
[110] Una persona
scettica mi diceva che questo mio atteggiamento passivo di fronte a
Gesù, mio autista privato, non le piaceva. Secondo lei era una forma di
“quietismo”. L’osservazione mi sembrò pertinente.
Preoccupato chiesi al Signore di aiutarmi. Il giorno dopo, volendo spingere un
libro che sembrava volesse cadere dalla biblioteca, mi è venuta
l’idea di aprirlo, e il mio sguardo è caduto su di una frase di
Gesù, che sembrava desideroso di rispondermi attraverso di essa. La
frase diceva: «Questa vita interiore non consisterà tanto nel
seguire questo o quel metodo di orazione, ma nell’accettare volontariamente
e liberamente di lasciarsi plasmare senza opporre resistenza. Cacciate ogni
timore inutile: questa “passività” non ha nulla di
riprovevole. Nel compimento del loro dovere queste anime rimarranno attente,
proprio nella misura in cui si lasceranno plasmare dallo Spirito Santo.»
(“Divins Appels”, p.
178).
[111] Agli
scacchi, le pedine sono i pezzi meno importanti, ma il gioco permette che in
certi casi una semplice pedina tenga la chiave della vittoria o della
sconfitta. Tutto dipende da come il gioco è impostato.
[112] Nel corso
della mia infanzia ho scoperto l’esistenza della morte, e poco dopo, sul
piano spirituale, l’esistenza del male. Mi sono reso conto che talora la
morte sembrava prevalere sulla vita, e il male sul bene. Anche se intuivo che
le vittorie del male sul bene erano provvisorie, sentivo in me un profondo
dolore.
[113] I buoni
sacerdoti ci parlano spesso della necessità di abbandonarci a Dio con
fiducia. Le due immagini descritte, quella dell’ “autista
privato” e quella del “gioco degli scacchi”, illustrano
questo concetto di abbandono fiducioso in Dio.
[114] Dante Alighieri: “La Divina
Commedia”, Inferno, 3, 51.
[115]
C’è una differenza sostanziale entra amare Dio ognuno per
sè, e amare Dio insieme. Gesù avrebbe detto a Vassula Ryden che
nulla lo glorifica più di quanto lo glorifica l’amore che gli
dedichiamo collettivamente, come comunità umana (unificata dal suo
amore).
[116] Il periodo
suddetto è quello del Regno messianico, e sembra corrispondere al Millennio
felice descritto da S. Giovanni nell’Apocalisse (Ap 20, 1-6).
L’amore vissuto nel corso di questo millennio dovrà essere
santificante, visto che è quello del settimo millennio,
l’equivalente della domenica, giorno di santificazione! La domenica
è chiamata: “Giorno del Signore”, oppure “Giorno di
Santificazione”.
Nel libro di J. De Parvulis, “Mondo Nuovo Profetizzato”,
cap. 1, sez. # 2, il millennio attuale appare come il terzo della
cristianità, ma anche come il settimo della storia umana in generale. Il
fatto di essere il settimo, cioè l’ultimo, di una serie di sette,
potrebbe meritare a questo nostro millennio l’appellativo di:
“Millennio domenicale”. Il libro di J. De Parvulis è
disponibile anche su Internet all’indirizzo: http://www.parvulis.com/Documents/2-main-it-01.html
.
[117] Da bambino
non riuscivo ad accettare l’immagine della colomba come possibile
rappresentazione dello Spirito Santo, perché nel paese dove sono nato,
aperto sulla campagna, ogni bambino possedeva una fionda. Io pure ne possedevo
una, fatta da me, magnifica. Con detta fionda sempre in tasca, pronta per
l’uso, ogni uccello che per distrazione mi capitava a tiro correva il
rischio di farsi abbattere dall’inevitabile sasso che gli spedivo per
direttissima. Simile trattamento lo applicavo anche alle colombelle, tanto
più che la loro carne, cucinata a dovere da mia madre, risultava buona e
saporita. In siffatto contesto non riuscivo a mettere l’idea dello
Spirito Santo nell’immagine di un uccello. Mi sembrava che la cosa
mancasse di decenza.
L’immagine del vento è
venuta più tardi, ma anch’essa con scarso successo, perchè
il bambino che io ero non riusciva ad immaginare il vento in modo
sufficientemente concreto. Infatti, con che disegno me lo sarei rappresentato?
Ma siccome nessuno sembrava minimamente interessato a questo tipo di problemi,
mi ero rassegnato a stare zitto, a non parlare mai di cose del genere, proprio
mai, con nessuno. Mi ero accorto che c’era un rischio a parlare di queste
cose con la gente. Persino il parroco del paese reagiva male. Lui soprattutto!
Lo percepivo come molto anziano, questo primo parroco della mia vita, e se in
sua presenza mi permettevo di discutere di cose così strampalate (come
lui diceva), aggrottava le ciglia per poi squadrarmi con sospetto.
[118] Questa
immagine contiene una verità teologica che oggi appare evidente, ma che
in passato ha avuto momenti di crisi. Nel secolo IX la Chiesa ha subìto
danni spirituali a seguito di una controversia tra Oriente e Occidente che alla
storia è passata col nome di «Controversia del
“Filioque”». Bisogna sapere che quando il “Credo
Niceno-Costantinopolitano” si recita in latino, il paragrafo che riguarda
lo Spirito Santo dice: “…qui ex Patre, Filioque procedit”,
che significa: “…che procede dal Padre e dal Figlio”. Oggi
è così, ma inizialmente questo Credo a proposito dello Spirito
Santo diceva: “…che procede dal Padre”. Il “e dal
Figlio” era dato per sottinteso. Visto che alcuni teologi si servivano di
questo per attaccare il dogma della Santissima Trinità, la Chiesa di
Roma ha aggiunto alla formula del Credo la particella mancante: “e del
Figlio”, che in latino si dice: “Filioque”.
Malgrado
ciò la Chiesa d’oriente è rimasta nell’idea che lo
Spirito Santo proceda dal Padre, soltanto dal Padre (come se l’energia elettrica
potesse raggiungere le case e i vari luoghi senza passare per i fili, che
nell’esempio proposto rappresentano il Figlio incarnato, che è
Gesù).
STORIA DEL DOGMA DELLA SANTISSIMA
TRINITÀ. Riassunto. Col Concilio di Nicea si condanna
l’arianesimo, poiché viene proclamata la consustanzialità
del Figlio di Dio con il Padre. Col Concilio di Costantinopoli si definisce per
tutti i secoli futuri la fede cattolica nella Santissima Trinità,
affermando la divinità dello Spirito Santo, e rigettando quindi il macedonianesimo.
Col Simbolo Niceno-Costantinopolitano, cantato solennemente in tutte le chiese
cristiane, si ha l’espressione più perfetta della fede che la
Chiesa ha in questo dogma essenziale.
[119] Si tratta
della preghiera in latino: Veni Sancte Spiritus. Lux beatissima = LUCE
BEATISSIMA; Dulce refrigerium = DOLCE REFRIGERIO. Sono espressioni che
descrivono gli effetti dell’opera dello Spirito Santo in noi. Gli effetti
assomigliano a quelli prodotti dall’elettricità utilizzata nelle
nostre case per aumentarne il conforto.
[120] Il libero
arbitrio permette all’uomo di scegliere tra il bene e il male.
[121] Lc 11,
24-26: “Quando uno spirito cattivo esce dall’uomo, si aggira per
luoghi aridi in cerca di riposo. Non trovandone, dice: ritornerò nella
mia casa da dove sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va,
prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, e assieme entrano
nella casa, e vi alloggiano. La condizione finale di quell’uomo è
peggiore di quella iniziale”. Vedere anche: Mt 12, 45.
[122] Il “Grande
Rinnovamento che ormai deve venire” è la Pentecoste universale.
Sul tema della Pentecoste universale sarebbe bene consultare i messaggi
soprannaturali che Madre Carolina Venturella ha ricevuto a Palestrina, in
provincia di Roma. Essi sono all’origine dell’Opera per la
glorificazione dello Spirito Santo, e del
nuovo tempio che sarà costruito a Palestrina in onore dello
Spirito Santo.